Più di 12 milioni di franchi, suddivisi in cinque crediti ordinari, da dedicare alla sistemazione dei corsi d’acqua, alla premunizione contro i pericoli naturali relativi all’acqua e alla valorizzazione ambientale. È questa la richiesta formulata dal Consiglio di Stato con un messaggio all’attenzione del Gran Consiglio.
Il primo ambito d’intervento rilevato dal governo riguarda il fiume Vedeggio da Camignolo fino alla sua foce, “un progetto approvato nel 2002 con le opere in corso dal 2006 da parte del Consorzio di sistemazione”. Un tema importante “riguarda la protezione delle acque sotterranee nella zona di protezione dei pozzi di captazione delle Aziende industriali di Lugano. Gli approfondimenti svolti permettono la sistemazione del fiume preservando la captazione di acqua di falda”.
Il secondo credito concerne il fiume Ticino nel comune di Riviera, dal momento che “la rampa in blocchi sul fiume a Lodrino necessita di un importante intervento di manutenzione”. Quest’opera, costruita a metà degli anni Ottanta, “serve a stabilizzare l’alveo, sottoposto a una continua erosione a seguito dell’estrazione di materiale alluvionale praticata in passato sulla tratta a valle. A causa della sua struttura a blocchi compatti e dell’elevata pendenza, la rampa rappresenta un ostacolo alla libera migrazione per la maggior parte delle specie acquatiche presenti nel fiume”.
Per quanto riguarda il riale Ponteggia a Cadempino, si tratta di un progetto –scrive il Consiglio di Stato – “che contribuisce alla riduzione del rischio di alluvionamento della zona artigianale e della zona residenziale. I manufatti chiave sono una nuova vasca di laminazione delle piene e una nuova camera di trattenuta del materiale a monte della strada cantonale, oltre al miglioramento del passaggio in corrispondenza dei ponti delle strade comunali”.
Tornando nel Sopraceneri, l’intervento sul riale di Gnosca e nella confluenza col fiume Ticino a Bellinzona è dovuto a un fatto di partenza: “La conformazione attuale a monte dell’attraversamento rappresenta un ostacolo longitudinale sia per il trasporto solido di fondo che per la fauna acquatica e terrestre senza offrire particolari vantaggi per la gestione e la sicurezza del comparto”. Di conseguenza, l’opera prevista “consiste nel ripristino del collegamento ecologico fluviale funzionale verso il fiume Ticino attraverso il sottopasso autostradale senza compromessi in termini di sicurezza per i manufatti esistenti. Il bosco golenale basso del fiume Ticino all’interno del comparto sarà riqualificato con nuovi spazi e accessi fruibili alla popolazione”.
Per finire, e spostandoci nel Locarnese, sono previsti interventi sul fiume Verzasca nel suo tratto finale a Gordola e Tenero-Contra: “La diga comporta una notevole riduzione della frequenza delle piene e blocca completamente il trasporto solido. La vegetazione presente sta quindi diventando sempre più fitta con conseguente riduzione della sezione attiva del fiume e, a termine, conseguenze sulla capacità idraulica e la sicurezza contro le piene”. Tenuto conto del progetto di Nuovo parco fluviale già in atto, “gli interventi previsti sono parte del concetto di gestione e hanno carattere prioritario in funzione della sicurezza nella tratta finale della Verzasca”.