Alcune centinaia di persone si sono riunite oggi in piazza a Bellinzona. Sirica (Ps): ‘Moratoria sui premi, no ai tagli ai sussidi e cassa malati unica’
«Sono tre gli schiaffi ricevuti settimana scorsa dalla popolazione ticinese sul tema delle casse malati. È inaccettabile». È attorno al numero tre che si regge il discorso che il copresidente del Partito socialista Fabrizio Sirica ha rivolto alla piazza questo pomeriggio a Bellinzona. «Tre schiaffi» a cui però solo alcune centinaia di persone (erano cinquecento lo scorso anno) hanno reagito, riunendosi in Piazza Nosetto per ribadire la propria indignazione rispetto all’ennesimo aumento dei premi di cassa malati. La manifestazione, indetta dal Ps, ha visto l’adesione di un ampio fronte progressista composto da Giso, Unia, Pop, Syndicom, Ssm, Vpod, Forum alternativo, Mps, Uss, Pc, Verdi e Sev.
«Tre schiaffi», dicevamo. Il primo: «Per il terzo anno consecutivo – rimarca Sirica – i premi di cassa malati sono cresciuti del 10% in Ticino». Un incremento, lo ricordiamo, del 10,5% che va ad aggiungersi al 10,5% dello scorso anno e al 9,2% del 2023. Il secondo: «Il secondo schiaffo – prosegue – i Ticinesi l’hanno ricevuto dal governo cantonale. Alla vigilia dell’annuncio dell’aumento dei premi, presentando il Preventivo 2025, il Consiglio di Stato ha proposto di tagliare i sussidi di cassa malati. Questi tagli, se approvati, peserebbero ulteriormente sulle famiglie con un reddito medio». Il terzo: «L’ultimo – dice il socialista – è arrivato da Berna, dove gli Stati hanno avallato una mozione che vuole aumentare la franchigia minima, scaricando ulteriormente sulla popolazione i costi sanitari».
Tre pure le «soluzioni immediate» proposte. «Chiediamo al parlamento federale – afferma categorico il copresidente del Ps – una moratoria immediata sui premi di cassa malati e un blocco dell’aumento delle franchigie minime. Per usare un’espressione medica, dobbiamo fermare l’emorragia». Ma anche che «il Gran Consiglio rinunci ai 10 milioni di tagli ai sussidi di cassa malati proposti dal governo nel Preventivo 2025». E infine che «i partiti lancino il prima possibile un’iniziativa popolare per l’istituzione di una cassa malati unica e pubblica, con premi proporzionati al reddito, così da garantire un sistema sanitario più giusto e accessibile a tutte le persone».
A dare manforte, la deputata dei Verdi Nara Valsangiacomo. «Negli ultimi venticinque anni – rievoca – i premi di cassa malati sono aumentati di oltre il 200%. Certo, l’evoluzione demografica ha un impatto, ma la verità è che la quota di spesa rispetto al Pil è rimasta circa costante». E spiega: «Questo significa che la percentuale della ricchezza prodotta in Svizzera dedicata alle cure è rimasta sempre la stessa. Il problema è che i cittadini sono chiamati alla cassa nella stessa misura indipendentemente dal loro reddito». In questo modo, osserva l’ecologista, «si sta catapultando l’aumento dei costi soprattutto sulle tasche di chi non gode di ricchezza in esubero». E aggiunge: «Nel frattempo mancano i soldi per correggere questa ingiustizia attraverso i sussidi o per finanziare la prevenzione. Una decina di giorni fa il Consiglio federale ha presentato un pacchetto di tagli. Tutti i settori hanno dovuto fare dei sacrifici. Tutti tranne l’esercito. La realtà è che i soldi ci sono. Sono solo sempre più concentrati nelle mani delle stesse persone che a fine mese pagano il nostro stesso premio di cassa malati. Questo sistema non funziona».
Fondamentale, per il segretario regionale di Unia Giangiorgio Gargantini, il tema della cassa malati unica con premi in base al reddito: «I buoni risultati delle votazioni sulla tredicesima Avs e contro l’innalzamento dell’età di pensione dimostrano che quando si fa una politica chiara e di sinistra a sostegno della popolazione e dei lavoratori si vince».
Dal canto suo il granconsigliere dell’Mps Giuseppe Sergi attira l’attenzione su due punti. «Bisogna evitare – sostiene – quel processo di colpevolizzazione sistematico che il potere politico e le casse malati fanno nei nostri confronti. Il problema non sono i costi della salute, ma il modo in cui vengono fissati i premi». E poi: «La concorrenza tra casse malati non ha fatto che far aumentare i premi».