Il neo presidente della direzione generale Martin Schlegel fissa i punti della Bns: ‘La stabilità dei prezzi è l'obiettivo’. Ma preoccupa il franco forte
La stabilità dei prezzi come bussola di riferimento della politica monetaria nazionale. Eventuali utili da dividere con Confederazione e Cantoni – alcuni dei quali confrontati con una fragile situazione delle finanze pubbliche, è il caso del Ticino – non sono invece la priorità. Martin Schlegel ha trascorso il suo primo giorno alla guida della Banca nazionale svizzera (Bns) in Ticino, mettendo subito in chiaro quelli che saranno i punti di riferimento della Bns con lui alla presidenza della direzione generale. «Il mandato della Banca nazionale è quello di portare avanti una politica monetaria negli interessi della collettività, non di ristretti gruppi. Un mandato che assicura, e chiede di rispettare, la totale indipendenza dell’Istututo», dichiara Schlegel davanti alla platea di politici, economisti, autorità giudiziarie e media riunite nell’auditorium di BancaStato a Bellinzona. «Gli ultimi anni sono stati segnati da una marcata inflazione, anche se in Svizzera si è sentita meno rispetto a Europa e Stati Uniti. La Bns ha combattuto l’inflazione con l’inasprimento della politica monetaria. Ora però che la pressione inflazionistica si sta allentando si è deciso di ridurre progressivamente il tasso guida», spiga Schlegel facendo riferimento alla decisione annunciata settimana scorsa dal suo predecessore Thomas Jordan di ridurre il tasso guida di 0,25 punti, portandolo così all’1 per cento. Una strategia che potrebbe essere percorsa anche in futuro. «L’incertezza rimane elevata – premette Schlegel – ma se sarà necessario allenteremo ulteriormente la politica monetaria per garantire la stabilità dei prezzi a medio termine». La linea è quindi chiara e punta dritto verso una stabilità dei prezzi che è stata definita dallo stesso direttore presidente della Bns «il compito sociale della Banca nazionale».
«Avere in Ticino, nel suo primo giorno di attività, il nuovo presidente della Banca nazionale è motivo di grande orgoglio per il Dipartimento che dirigo (quello delle finanze ed economia, ndr) e per tutto il cantone», afferma in apertura un raggiante Christian Vitta. «Prendi la guida della Bns in un contesto globale complesso, caratterizzato da profondi cambiamenti economici», dichiara Vitta rivolgendosi direttamente a Schlegel. «Il momento è storicamente rilevante. Le sfide all’orizzonte sono numerose e importanti. Tra queste c’è sicuramente la forza del franco svizzero e la stabilità dei prezzi». Insomma, l’augurio ticinese è stato di avere «forza e perseveranza».
Un tema caldo sul tavolo dei ministri delle finanze cantonali è quello dei degli utili che la Bns (non) riversa ai Cantoni. Nel 2022 al Ticino furono riconosciuti 162,6 milioni di franchi, poi più nulla. «Capisco bene le preoccupazioni di molti Cantoni e della Confederazione – mette in chiaro Schlegel – allo stesso tempo come Bns abbiamo preso scelte e ci siamo assunti dei rischi che necessitano di un solido capitale proprio. Questa è la priorità. Al momento non possiamo quindi fare una previsione se ci sarà un utile da dividere con i Cantoni. La decisione viene prese alla fine dell’anno e ora siamo a inizio ottobre, nel mezzo possono succedere ancora molte cose».
Il nuovo presidente della direzione generale della Bns ha più volte sottolineato come le politiche della Banca nazionale, «che ha anche giocato d’anticipo», abbiano permesso di mantenere la pressione inflazionistica contenuta e attualmente sotto la soglia del 2 per cento, che era anche l’obiettivo dichiarato.
Se l’inflazione è sotto controllo, il franco forte preoccupa ancora le molte imprese che orientano i propri affari verso le esportazioni. Come ha riconosciuto lo stesso Schlegel, alcuni settori sono stagnanti e una leggera diminuzione dell’occupazione a livello nazionale non può essere esclusa. «Ho grande rispetto per queste aziende e capisco che il franco in questo momento possa essere una difficoltà, ma i fattori che lo determinano sono parecchi e legati anche al contesto internazionale». Una battuta sul futuro presidente degli Stati Uniti? «Nel mio ruolo non posso esprimermi, ma per la nostra economia una politica protezionista non è certamente la cosa migliore».
Quella di oggi è stata una giornata di nuovi incarichi anche il casa BancaStato, con la nomina nel Consiglio di amministrazione di Marco Passalia e Marialuisa Parodi Aostalli che subentrano rispettivamente a Giovanni Jelmini e Raoul Paglia, giunti entrambi a scadenza del loro mandato. Marco Passalia, dal 2011 deputato in Gran Consiglio per il Centro, lascerà il suo incarico politico. Al suo posto dovrebbe subentrare Giuseppe Cotti, già vice sindaco di Locarno. Passalia, ricorda BancaStato nella nota stampa, è membro di comitato e co-fondatore dell’Associazione Lugano Commodity Trading Association e co proprietario e membro del Consiglio di amministrazione di Enet Energy Sa. Parodi Aostalli, invece, È cofondatrice e co direttrice dell’Associazione Equi-Lab e, parallelamente, è membra dal 2015 della Commissione consultiva del Dipartimento economia aziendale, sanità e sociale della Supsi e membra dal 2019 dell’Ufficio di conciliazione in materia di parità dei sessi. Oltre ai due neo eletti, il consiglio di amministrazione è formato da Bernardino Bulla (presidente), Luca Soncini (vicepresidente), Michela Ferrari-Testa, Enea Petrini e Stefano Santinelli.