Una nuova formazione rivolta al personale mira a garantire la presenza di conoscenze e competenze in tutto il cantone per una prima presa a carico
«Quello della violenza domestica è un tema centrale, con il quale come società siamo purtroppo confrontati ogni giorno». È con queste parole che il presidente dell’Ofct, l’Ordine dei farmacisti del Canton Ticino, Peter Burkard ha presentato stamane davanti ai media la nuova formazione rivolta alle assistenti di farmacia (la maggior parte sono donne) e ai farmacisti nella lotta alla violenza domestica. «Essendo uno dei primi servizi a cui si rivolgono i cittadini – spiega –, la farmacia rappresenta la porta d’entrata nel mondo sanitario. Questo vale anche per i casi di violenza domestica».
Per il presidente dell’Ofct, le farmacie giocano quindi una sorta di ruolo sociale: «Chi lavora per questo servizio ha un dovere morale di occuparsi anche di questi temi». E chiarisce: «Lo abbiamo visto bene durante la pandemia». Gli fa eco il presidente dell’Associazione ticinese assistenti di farmacia (Ataf) Andrea Incerti: «Il farmacista è e sarà sempre il responsabile sanitario della farmacia, ma l’assistente accoglie la clientela, comprende le esigenze, riconosce i campanelli d’allarme e fornisce assistenza, ricoprendo dunque una funzione importantissima». Riprende Burkard: «Da un sondaggio dell’Ufficio del farmacista cantonale è risultato che il 90% delle persone impiegate nelle farmacie non è formato per riconoscere e per indirizzare le persone vittime di violenza ai giusti enti». Da qui la volontà di proporre una formazione complementare.
Lanciata dall’Ofct, insieme al Dipartimento istituzioni e all’Ataf, in collaborazione con il Dipartimento sanità e socialità, la formazione – che proseguirà nei prossimi anni – si svolgerà per la prima volta a novembre per concludersi il 25 del mese, giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Rivolta al personale di farmacia, rileva Burkard, «permetterà di garantire la presenza di conoscenze e competenze nelle farmacie di tutto il cantone per una prima presa a carico nell’ambito della violenza domestica. Le farmacie avranno così gli strumenti per accogliere, ascoltare e consigliare le migliori opzioni alle persone che desiderano affrontare il problema in un ambiente protetto e discreto».
Nello specifico, si tratterà di affrontare su una piattaforma online tre principali fasi. «In primis – illustra Myriam Proce, coordinatrice istituzionale del dossier violenza domestica in Ticino all’interno del Di – l’obiettivo è riconoscere i segnali di violenza domestica attraverso definizioni e approfondimenti». In un secondo momento, prosegue, «verrà presentato un protocollo d’intervento per capire cosa fare di fronte a situazioni di violenza». Infine, «la terza e ultima fase è dedicata ai servizi di sostegno a cui rivolgersi in caso di urgenza o di bisogno».
Presente in sala anche la direttrice della Divisione giustizia Frida Andreotti. «Presentando il Piano d’azione cantonale per la lotta contro la violenza domestica – ricorda –, il Consiglio di Stato si era prefissato di lavorare insieme. Enti pubblici, istituzioni e società civile. Quanto presentato oggi è un esempio virtuoso di collaborazione».