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Tagli Rsi, Timbal: ‘Per il ’25 i licenziamenti saranno cinque’

Il direttore dell'Ente radiotelevisivo: ‘Dei 15 posti cui rinunceremo, 10 saranno riassorbiti con fluttuazioni del personale’. Ma il futuro preoccupa

Il direttore della Rsi Mario Timbal
(Ti-Press)
17 settembre 2024
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Cinque milioni di franchi da qui al 2025, che diventeranno «un massimo di 12» con prospettiva 2026. Sono questi i risparmi cui è confrontata la Rsi ed è questo il piano che è stato presentato stamattina dalla direzione dell'Ente radiotelevisivo pubblico all'assemblea plenaria con tutti i dipendenti. Con la consapevolezza che «si tratta solo di una prima parte composta da classici piani di risparmio, poi ci saranno le discese programmate tra 2027 e 2029 del canone a 300 franchi come previsto dall'Ordinanza del Consiglio federale», spiega interpellato da ‘laRegione’ il direttore della Rsi Mario Timbal. E questo, va da sé, «sarà un lavoro diverso da fare, sia perché gli importi saranno molto maggiori, sia perché dovremo ridefinire il modello di funzionamento dell'azienda. Ci stiamo lavorando, e lo faremo assieme alla nuova direttrice generale della Ssr Susanne Wille che entrerà in carica a novembre».

Rimanendo all'oggi, continua a illustrare Timbal, la traduzione di questi cinque milioni di franchi «avrà un impatto sulle collaboratrici e i collaboratori nella misura di 15 posti a tempo pieno. Di questi, 10 siamo sicuri di poterli riassorbire con fluttuazioni naturali del personale, pensionamenti e prepensionamenti. Per gli altri 5, invece, prevediamo il licenziamento di un massimo di cinque persone, quindi non posti di lavoro».

‘Siamo più piccoli di Srf e Rts, ma ogni numero conta...’

Sono cifre relativamente piccole, rispetto a quelle ‘monster’ viste presso la Ssr e la Rts. Timbal le spiega così: «Principalmente siamo più piccoli, quindi di conseguenza anche questi numeri sono più piccoli. Inoltre ci sono altri fattori importanti da rilevare, perché stavamo già rientrando con il numero di collaboratori e, avendo anche il Campus a Comano in una fase cruciale, siamo riusciti a intervenire in altre voci di budget con ammortamenti e riorganizzazioni interne». Poi è chiaro, e non ci gira attorno Timbal, «un impatto c’è, stiamo cercando di definire il tutto al meglio. Ogni numero conta, e stiamo facendo un lavoro molto accurato su ogni taglio per cercare di avere da un lato l'impatto minore possibile, dall'altro non toccare l'offerta».

‘Sull'offerta per il 2025 impatto minimo’

E a proposito dell'offerta, dopo aver parlato di soldi e personale Timbal afferma come «per quest'anno l'impatto sull'offerta sarà molto relativo, perché stavamo già lavorando alle novità proposte basate sui dati di ascolto, come l'inizio della prima serata alle 20.40 e format più compatti, dal momento che abbiamo notato come l'attenzione sui sessanta minuti tenga mentre quando si toccano i novanta minuti, verso la fine, ci sono delle discese nello share». Questa modifica, «pur impattando in modo minimo per gli spettatori, ha portato a un risparmio strutturale trasversale». Pensando poi alla prima tappa della discesa del canone, prevista per il 2027, «il gruppo vuole riallineare la tipologia di offerta delle diverse unità aziendali per partire con una riforma più incisiva».

La Spada di Damocle dell'iniziativa per il canone a 200 franchi

Il direttore della Rsi parla dell'Ordinanza del Consiglio federale, certo. Ma c’è, sempre pendente, la Spada di Damocle dell'iniziativa popolare “200 franchi bastano”. Si sta preparando un piano C, oltre che un piano B? «Noi oggi abbiamo presentato la nostra previsione a cinque anni basandoci su notizie sicure, quindi l'Ordinanza del Consiglio federale». Ma pure qui, riprende Timbal, «ci sono due grosse incognite: la prima è che la votazione sul canone a 200 franchi come dice lei potrebbe ridefinire la situazione, dall'altro potrebbe esserci un eventuale controprogetto all'Ordinanza, quando il messaggio relativo all'iniziativa ‘200 franchi bastano’ verrà discusso in autunno dal parlamento federale». Insomma, la situazione è «preoccupante» e anche molto fluida. In ogni caso, conclude Timbal, «entro fine anno dopo il dibattito a Berna cominceremo a trattare eventuali modifiche al percorso presentato oggi».

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