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Cdm, fuga di notizie e il rischio di una tegola in arrivo

Caos Tpc, i giudici Quadri e Verda Chiocchetti hanno saputo del procedimento disciplinare a loro carico... da un media. Violazione del segreto d'ufficio?

Il caos continua
(Ti-Press)
13 settembre 2024
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Non c’è pace a Palazzo di giustizia. Per il Consiglio della magistratura potrebbe trasformarsi in una grana anche giudiziaria – violazione del segreto d’ufficio – la fuga di notizie sull’avvio di un procedimento disciplinare a carico dei giudici del Tribunale penale cantonale Siro Quadri e Francesca Verda Chiocchetti, i due magistrati che hanno denunciato per reati contro l’onore gli altri tre togati del Tpc – il presidente Mauro Ermani, il vice Marco Villa e Amos Pagnamenta – ed Ermani anche per l’ipotesi di pornografia. Illecito, quest’ultimo, perseguibile d’ufficio, che il procuratore pubblico straordinario, il grigionese Franco Passini, ha tuttavia ritenuto non sussistere, con conseguente emanazione, qualche settimana fa, di un decreto di non luogo a procedere. Insomma, secondo Passini l’invio da parte di Ermani della foto con la donna seduta tra due falli giganti di plastica e la scritta ‘Ufficio penale’ alla segretaria presunta vittima, da tempo, di mobbing esercitato da una collega della cancelleria del Tribunale, non configura il reato di pornografia. Il procedimento disciplinare aperto dal Cdm nei riguardi di Quadri e Verda Chiocchetti è da mettere in relazione proprio al passo da loro compiuto: l’aver cioè denunciato un altro giudice per un illecito considerato inesistente dal pp straordinario. Occorre ricordare che Passini non ha ancora concluso gli accertamenti sugli altri reati, quelli contro l’onore, contenuti nella querela. Dell’esistenza di un procedimento disciplinare i due giudici sono però venuti a conoscenza da un media, il portale ‘Liberatv.ch’, che l’altro ieri ha riferito degli approfondimenti amministrativi disposti dal Cdm.

Chi è la gola profonda?

Giornalisticamente uno scoop. Ma per il Consiglio della magistratura la fuga di notizie rischia di diventare un problema. Un serio problema. Perché, da quanto risulta alla ‘Regione’, uno dei due magistrati è stato contattato martedì dal portale, che già sapeva del procedimento avviato dal Cdm. Circostanza che l’interessato invece ignorava e che il giorno seguente ha confermato al cronista una volta appurata l’esistenza del procedimento. Invero il Consiglio della magistratura aveva seguito le vie di servizio. Aveva infatti scritto al legale di Quadri e Verda Chiocchetti comunicandogli, e soltanto a lui, l’avvio del procedimento disciplinare. È che l’avvocato non ha potuto ritirare la raccomandata trovandosi in questi giorni in vacanza all’estero. Ma la questione è un’altra. Chi nel Cdm ha passato direttamente o indirettamente a ‘Liberatv.ch’ la notizia dell’avvio del procedimento, pubblicata dal portale nella prima serata dell’altro ieri? Chi è la gola profonda? C’è stata una violazione del segreto d’ufficio? È stato quindi commesso un reato perseguibile d’ufficio (articolo 320 del Codice penale)? Il giornalista ha fatto quello che fa un bravo cronista: appresa e verificata la notizia, l’ha pubblicata. Ma per il Consiglio della magistratura potrebbe profilarsi una tegola e non piccola.

Autorità che vigila sul funzionamento del sistema giudiziario ticinese, con poteri disciplinari su procuratori e giudici, il Consiglio della magistratura è presieduto, dal 1° gennaio 2023, dal giudice d’appello Damiano Stefani. Oltre che da Stefani è composto – per quanto riguarda gli altri membri togati (eletti dall’Assemblea dei magistrati) – da Claudia Canonica Minesso (vicepresidente), pretore di Lugano e dal procuratore generale sostituto Andrea Balerna. Gli altri quattro componenti sono invece designati dal Gran Consiglio. Del Cdm in carica i ‘laici’ sono Beatrice Fasana, Simonetta Perucchi Borsa, Silvia Torricelli (già magistrato dei minorenni) e Boas Erez. Questi, già rettore dell’Università della Svizzera italiana, è nel Cdm dal giugno di quest’anno. Candidato alle elezioni cantonali 2023 al Consiglio di Stato nella lista Socialisti e Verdi, Erez è subentrato a Riccardo Crivelli, il cui mandato è terminato per raggiunti limiti di età.

Un nuovo capitolo

Il caos Tpc si arricchisce dunque di un nuovo capitolo. Una vicenda originata dal mobbing che avrebbe subìto una segretaria della cancelleria del Tribunale penale cantonale da parte, come scritto, di una collega: situazione portata mesi fa a conoscenza dei vertici (la Commissione amministrativa) del Tribunale d’appello, del quale il Tpc fa parte, proprio dai giudici Quadri e Verda Chiocchetti. Una situazione, secondo i due magistrati, derivante anche da un pesante clima di lavoro da ricondurre al presidente Ermani, e pure al vice Villa e a Pagnamenta. La Commissione amministrativa aveva così girato alla Sezione risorse umane dell’Amministrazione cantonale quanto riferitole da Quadri e Verda Chiocchetti. Sezione che ha poi segnalato Ermani al Consiglio della magistratura. Altra segnalazione al Cdm, ma questa di Ermani, Villa e Pagnamenta nei riguardi dei due colleghi. Segnalazione alla quale Quadri e Verda Chiocchetti hanno replicato con una denuncia penale, considerando falsi e lesivi dell’onore gli argomenti accampati dagli altri tre giudici. Alla querela, inoltre, hanno allegato l’immagine presa da internet e inviata via WhatsApp da Ermani il 3 febbraio 2023 alla segretaria presunta vittima del mobbing. Niente reato di pornografia, stando al pp straordinario Passini. Un gesto, dal nostro punto di vista, comunque inammissibile da parte di un giudice, chiamato a celebrare processi anche per reati sessuali.

E lunedì torna a riunirsi la commissione ‘Giustizia’

Del caos Tpc tornerà a occuparsi la commissione parlamentare ‘Giustizia e diritti’, che si riunirà lunedì 16 settembre. Commissione che è ancora in attesa di visionare il rapporto stilato dall’avvocata Maria Galliani, e che verosimilmente sarà chiesto ai vertici del Tribunale d’appello, ossia alla sua Commissione amministrativa.