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‘Prezzi più equi per la remunerazione del fotovoltaico’

È quanto chiede un'iniziativa generica presentata da Matteo Buzzi (Verdi), Massimo Mobiglia (Verdi liberali) e Beppe Savary (Ps-Forum Alternativo)

L’argomento continua a far discutere
(Ti-Press)
6 settembre 2024
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Le recenti grosse variazioni della remunerazione da parte dell'Azienda elettrica ticinese (Aet) della corrente elettrica fotovoltaica immessa in rete dai produttori che hanno beneficiato dei sussidi cantonali – si è passati dai 22,47 centesimi per ogni chilowattora di due anni fa agli attuali 3,2 cts/kWh – creano una notevole incertezza agli investitori privati, con il rischio di ridurre il tasso di installazione di nuovi impianti fotovoltaici. A dirlo sono i granconsiglieri Matteo Buzzi (Verdi), Massimo Mobiglia (Verdi liberali) e Beppe Savary (Ps-Forum Alternativo) che attraverso un'iniziativa parlamentare generica chiedono di modificare l'articolo 8d della Legge sull'energia. Nello specifico i tre deputati chiedono che la remunerazione ai produttori dell’energia acquisita da Aet corrisponda come minimo alla tariffa di fornitura al cliente finale praticata dall’azienda distributrice (dedotte le tasse e dedotto l’utilizzo della rete) e che la remunerazione ai produttori dell’energia acquisita dall'azienda elettrica ticinese possa facoltativamente essere aumentata con l’aggiunta di un plusvalore ecologico deciso ogni anno dal Gran Consiglio per l’anno successivo. “Al di là della remunerazione minima che verrà regolamentata a livello federale – afferma l'iniziativa – con l’entrata in vigore dell’ordinanza frutto dell’approvazione del pacchetto legislativo lo scorso giugno, un problema significativo che rimane irrisolto è legato al fatto che le tariffe di remunerazione di Aet non sono direttamente legate al prezzo di acquisto della corrente presso il distributore finale. Visto che i distributori finali hanno tutti dei contratti di fornitura diversi non saranno mai in grado di offrire un prezzo della corrente che corrisponda alla remunerazione della corrente fissata da Aet”. Per i tre deputati “vi è quindi sempre una poco equa differenza tra il prezzo di remunerazione, fissato da Aet, e il costo della corrente, dedotte tasse e uso della rete, che il cliente deve pagare per attingere corrente dalla rete del distributore. Questa dissociazione dei prezzi è una evidente distorsione a scapito dei piccoli produttori decentralizzati che non possono scegliere il distributore da cui acquistare la corrente”.

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