È quanto sostiene Piero Marchesi (Udc) che invita Plr, Centro ‘e gli esponenti della Lega ragionevoli sul tema’ ad accettare l'iniziativa popolare
La questione della tassa di collegamento va risolta a livello parlamentare, senza portare il popolo a votare. È l’appello lanciato dal presidente cantonale dell’Udc Piero Marchesi questa sera durante il comitato cantonale democentrista riunitosi a Manno. Un appello indirizzato «al Plr, al Centro, ma anche a quei deputati della Lega che su questo tema si sono dimostrati particolarmente ragionevoli. E mi sembra che siano sempre di più. Senza dimenticare – aggiunge Marchesi – i piccoli partiti che potrebbero giocare un ruolo molto importante in questa partita». Per il presidente dell’Udc la tassa di collegamento – contro la quale i democentristi hanno lanciato un’iniziativa popolare sostenuta anche da esponenti di Centro e Plr – va abolita, ancora prima della sua introduzione ufficiale, «perché nei fatti è già stata applicata e prelevata da numerose aziende e i risultati si sono visti chiaramente: non c’è stata nessuna riduzione del traffico, soprattutto quello generato dai frontalieri, che era invece lo scopo principale». Insomma, «bisogna prendere il toro per le corna in commissione parlamentare della Gestione. Noi vogliamo farlo con Roberta Soldati che si è detta disponibile per allestire un rapporto che invita il parlamento ad accogliere l’iniziativa senza portare quindi il popolo alle urne, speriamo di trovare una solida maggioranza. Anche perché – tiene a ribadire Marchesi – ci sono tutti gli elementi per capire qual è la volontà dei cittadini senza spendere denaro per una votazione». Tra questi: «il sì al Decreto Morisoli e l’approvazione della riforma fiscale, due chiari segnali che nuove tasse non sono bene accette».
L’invito è quindi anche a cassare senza esitazione il controprogetto presentato dal Consiglio di Stato «a cinque minuti a mezzanotte». Un controprogetto, sostiene Marchesi, «che prevede di incassare 15 milioni di franchi ogni anno, solo 5 in meno rispetto al progetto iniziale, escludendo solo i centri commerciali. Se si mette a bilancio un'entrata costante vuol dire che non ci sarà nessuna riduzione del traffico e dei parcheggi». Per il presidente democentrista a essere traballanti sono anche le argomentazioni del governo contenute nel controprogetto. «Mi scappa un po’ da ridere. I grandi distributori prima erano dipinti come brutti e cattivi, ora invece sono esentati. Una decisione motivata dal fatto che non si vanno a fare compere alla mattina, quando c’è il traffico di chi si reca al lavoro. Se questi sono gli argomenti…».