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‘Non ci sono le condizioni perché Ermani presieda quel processo’

Lunedì a Lugano alle Assise criminali un dibattimento per reati sessuali. Pronzini e Sergi scrivono ai presidenti del Tribunale d'appello e del Cdm

Processi
(Ti-Press)
22 agosto 2024
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Il Movimento per il socialismo torna alla carica sulla pesante situazione all’interno del Tribunale penale cantonale, in particolare sul suo presidente Mauro Ermani, il giudice al centro della bufera per la foto dei due falli giganti di plastica, con seduta in mezzo una donna e le parole ‘Ufficio penale’, da lui inviata via WhatsApp nel febbraio 2023 alla segretaria dello stesso Tribunale presunta vittima di mobbing da parte di una collega. I due deputati dell’Mps, Matteo Pronzini e Giuseppe Sergi, hanno scritto una “lettera aperta” al presidente del Tribunale d’appello, di cui il Tpc fa parte, Giovan Maria Tattarletti e al presidente del Consiglio della magistratura Damiano Stefani in relazione al processo per reati sessuali che verrà celebrato lunedì prossimo a Lugano. Processo che sarà presieduto da Ermani, come figura sul calendario dei dibattimenti pubblicato nella pagina online del Tribunale penale cantonale. A Stefani e Tattarletti gli autori della missiva chiedono di intervenire “per impedire che questa spiacevole e deplorevole circostanza si verifichi”.

‘Sorpresi e contrariati’

Annotano Pronzini e Sergi: “Siamo rimasti sorpresi e contrariati nel prendere atto di questo fatto”, cioè del processo, per reati sessuali, presieduto da Ermani. “È evidente a tutti (e molti si sono pronunciati in questo senso) che il giudice Mauro Ermani debba ‘fare un passo indietro’; rinunciare a presiedere questo processo sarebbe una prima concreta manifestazione di questo ‘passo indietro’. Invece – rilevano i granconsiglieri dell’Mps nella missiva – si continua come se nulla fosse successo! Riteniamo infatti, alla luce dei fatti emersi negli ultimi giorni, che non vi siano oggettivamente le condizioni affinché egli possa presiedere questo processo. Né va della credibilità della Giustizia e della serietà della Magistratura. Vi invitiamo di conseguenza a voler immediatamente intervenire per impedire che questa spiacevole e deplorevole circostanza si verifichi”.

Pronzini: ‘Sarebbe come minimo inopportuno e una provocazione’

Pronzini non ha dubbi e afferma: «Se dovesse essere Ermani a celebrare il processo, sarebbe come minimo inopportuno e sarebbe una provocazione».

Il dibattimento si terrà alle Assise criminali. Al banco degli imputati, si apprende sempre dalla pagina online del Tpc, un uomo prevenuto colpevole di “atti sessuali con una fanciulla, ripetuti; estorsione, ripetuta e in parte tentata; somministrazione a fanciulli di sostanze pericolose per la salute; pornografia dura; infrazione alla Legge federale sugli stupefacenti (minori); furto di lieve entità; contravvenzione alla Legge federale sugli stupefacenti, ripetuta; contravvenzione alla Legge federale sul trasporto di viaggiatori, ripetuta”.

In questi giorni, dopo che nell’edizione di martedì 20 la ‘Regione’ ha riferito degli ultimi sviluppi, in ordine di tempo, delle tensioni in seno al Tribunale penale cantonale, dalla politica si sono levate più voci che chiedono le dimissioni o la sospensione di Ermani, o che invocano l’autosospensione. Una situazione pesante, si diceva. Che di recente ha visto i giudici Siro Quadri e Francesca Verda Chiocchetti, che avevano segnalato il presunto caso di mobbing alla commissione amministrativa del Tribunale d’appello, denunciare al Ministero pubblico (sarà un procuratore straordinario del Canton Grigioni a occuparsi del procedimento) gli altri tre magistrati del Tribunale penale: il presidente Ermani, il vice Marco Villa e Amos Pagnamenta. La denuncia, poiché Quadri e Verda Chiocchetti si ritengono lesi nell'onore dal contenuto di una precedente segnalazione a loro carico fatta al Consiglio della magistratura da Ermani, Villa e Pagnamenta. Allegata alla querela, la foto dei due peni giganti.

I Verdi: ‘Si valuti se vi siano gli estremi per la sospensione cautelare’

In una nota inviata ieri ai media, i Verdi, con riferimento alla denuncia inoltrata da Quadri e Verda Chiocchetti e al WhatsApp, si chiedono se non vi siano gli estremi “per attivare la sospensione cautelare ex articolo 82 della Legge sull’organizzazione giudiziaria che il Consiglio della magistratura può decretare qualora un magistrato fosse oggetto di una procedura penale. Se l’invio della fotografia a sfondo sessuale che il presidente del Tribunale avrebbe fatto alla sua collaboratrice risultasse confermato, dopo i precedenti comportamenti già emersi a carico dello stesso presidente Ermani, ci sembra di poter affermare che vi sono estremi più che giustificati affinché il Consiglio della magistratura – riservandogli certamente la libertà di giudizio – possa decretare la sospensione cautelare”. Un alto magistrato, aggiungono gli ecologisti, “che non sa discernere tra ‘leggerezza’ e ‘inopportunità’ o addirittura ‘inammissibilità’ di un proprio comportamento, non ci sembra al posto giusto per giudicare inopportuni o inammissibili comportamenti altrui”.