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Damiano Stefani: ‘Siamo molto preoccupati’

La situazione interna al Tribunale penale: parla il presidente del Consiglio della magistratura. ‘Così non si può andare avanti’

Damiano Stefani, giudice d’Appello e alla testa del Cdm
(Ti-Press)
20 agosto 2024
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«Siamo molto preoccupati da questa situazione. Preoocupati anche e soprattutto per l’immagine della magistratura verso l’opinione pubblica. Sia chiaro, il Tribunale penale cantonale non è tutta la magistratura, ma i cittadini non fanno distinzioni, e non possiamo pretendere che le facciano. Del resto, visto il tipo di materia che tratta, il Tribunale penale è più esposto mediaticamente di altri organi giudiziari. Nel bene. E, come ora, nel male». Parole di Damiano Stefani, giudice d’Appello e presidente del Cdm, il Consiglio della magistratura, l’autorità che vigila sul funzionamento dell’apparato giudiziario ticinese con poteri disciplinari sulle toghe. Dopo quanto reso noto dalla ‘Regione’, i vertici del Cdm si sono riuniti stamattina. Ma non era certo la prima riunione sul cosiddetto caos Tribunale penale cantonale.

La situazione piuttosto tesa all’interno del Tpc, il Tribunale penale cantonale appunto, «ci è nota da alcuni mesi, a inizio anno si sapeva che qualcosa non funzionava», dice Stefani, da noi interpellato. Segnalazioni e controsegnalazioni allo stesso Cdm legate al mobbing che una segretaria del Tribunale avrebbe subìto da una collega. Una situazione che ha ‘spaccato’ il Tpc. Da una parte i giudici Siro Quadri e Francesca Verda Chiocchetti che hanno informato a suo tempo la commissione amministrativa del Tribunale d’appello, di cui il Tpc fa parte, del presunto caso di mobbing e del clima di lavoro interno tutt'altro che positivo, commissione che ha poi trasmesso il dossier alla Sezione risorse umane dell’Amministrazione cantonale. Sezione la quale ha segnalato il presidente del Tribunale penale Mauro Ermani al Cdm. Dall’altra parte lo stesso Ermani, il suo vice Marco Villa e Amos Pagnamenta, autori a loro volta di una segnalazione al Consiglio della magistratura a carico di Quadri e Verda Chiocchetti. Ultimo capitolo (in ordine di tempo): la denuncia penale nei confronti di Ermani, Villa e Pagnamenta da parte di Quadri e Verda Chiocchetti, ritenutisi lesi nell’onore dal contenuto di quella segnalazione.

«In questi mesi abbiamo cercato, come Consiglio della magistratura, di favorire la conciliazione, ma poi è arrivata la denuncia — spiega Stefani –. La situazione è dunque peggiorata. Il Tribunale penale resta comunque operativo. Però – aggiunge il presidente del Cdm – questo clima non giova a nessuno. Bisogna arrivarne a una, perché così non si può andare avanti. Come da prassi, attendiamo l’esito del procedimento penale innescato dalla denuncia. Dopodiché valuteremo l’adozione di eventuali misure disciplinari in relazione ai fatti oggetto della stessa. Spero che il procedimento penale faccia chiarezza in tempi possibilmente brevi. Preciso che abbiamo riattivato tutte le procedure che erano state sospese in vista di una conciliazione, che non c’è stata e che difficilmente a questo punto può essere ipotizzata».

E poi c’è quella foto (due falli giganti di plastica, con una donna seduta in mezzo) inviata da Ermani nel febbraio 2023 alla segretaria presunta vittima del mobbing… «Le regole che vigono negli altri ambienti di lavoro vigono anche all’interno del Tribunale penale cantonale», taglia corto Stefani.

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