Il CdS risponde a molti collegi di ogni ordine scolastico, facendo capire l’aria che tira in vista del Preventivo 2025. Vpod e Ocst fermi: ‘Nessun taglio’
“Pur comprendendo e tenendo conto delle vostre legittime richieste, non potremo astenerci dal prendere decisioni anche difficili che permettano di attuare quanto voluto dal Gran Consiglio e dalla maggioranza della popolazione”. Non dice ancora come, quanto e dove ma il Consiglio di Stato, rispondendo a vari collegi docenti che negli ultimi mesi hanno scritto e preso posizione in vista del Preventivo 2025 e dei possibili tagli nel settore della formazione, fa ampiamente capire quale sarà l'antifona. Perché “come ben sapete anche in previsione del Preventivo 2025, lo scrivente Consiglio è chiamato ad agire nel rispetto del freno al disavanzo e del cosiddetto decreto Morisoli, che impone politicamente il pareggio dei conti entro il 2025”.
Insomma, il governo prende carta e penna e risponde “con altrettanta franchezza” alle “svariate prese di posizione (...) che hanno espresso, in diverse forme e con diversi accenti, preoccupazione, delusione, dissenso, rabbia o indignazione nei confronti di alcune misure proposte nell'ambito dell'elaborazione e della discussione parlamentare del Preventivo 2024 dl Cantone, oltre che – più in generale – preoccupazione per la qualità del servizio pubblico offerto dallo Stato e per l'effetto delle misure sulla collettività, in particolare le sue componenti più fragili, in un contesto generale sfavorevole”.
Gli scritti, rileva il governo, “sono stati espressi in termini costruttivi, per quanto talora severi nei contenuti. Segnatamente, il governo afferma di “avere preso atto della preoccupazione e del dissenso legati a una o più delle seguenti questioni, la quasi totalità delle quali toccano indistintamente tutti i dipendenti dell'Amministrazione cantonale, tra cui anche i docenti: la riduzione del tasso di conversione della rendita pensionistica (...), la proposta del contributo di solidarietà del 2% per la parte di salari eccedente i 60mila franchi inizialmente previsto nel Preventivo 2024 e stralciato dal Gran Consiglio, il mancato riconoscimento integrale del carovita sostituito, per il 2024, da un contributo completivo una tantum di 400 franchi e due giorni di congedo pagati supplementari, la non sostituzione del 20% del personale partente del personale Ppa e non Ppa”.
Molte delle lettere ricevute, rimarca il governo, “hanno sottolineato in modo particolare una percezione di scarso e/o insufficiente riconoscimento e considerazione sociale nei confronti della vostra professione e della vostra categoria professionale, espressa e rafforzata anche tramite decisioni di politica del personale delle istituzioni da voi ritenute svilenti, lesive della dignità di lavoratrici e lavoratori, e che avrebbero generato tra il personale docente demotivazione, malcontento e perdita di fiducia nei confronti del Cantone come datore di lavoro”. Nella quasi totalità degli scritti, scrive ancora il Consiglio di Stato, “pur esprimendo un chiaro sostegno verso le ragioni delle mobilitazioni pubbliche (...), si ribadisce la volontà e l'impegno a non venir meno ai vostri doveri di servizio e si garantisce il normale svolgimento delle attività scolastiche (...). Apprezziamo questo vostro impegno e questi atteggiamenti professionali virtuosi”. Anche se, “in alcuni degli scritti che abbiamo ricevuto, in particolare dal settore delle scuole medie e delle scuole post obbligatorie, è stata esplicitata la possibilità o affermata la decisione di sospendere alcune o diverse attività, in particolare attività che esulerebbero dai vostri oneri contrattuali e che attualmente verrebbero svolte al di fuori della griglia oraria volontariamente e indipendentemente dal grado di occupazione”.
Davanti a tutto questo, “prendiamo atto delle vostre osservazioni che meritano attenzione e una riflessione approfondita atta a esplicitare e regolamentare in modo più chiaro e valorizzante i compiti che già oggi fanno parte a tutti gli effetti dell'onere contrattuale, ma che non sono forse sufficientemente riconoscibili e riconosciuti, anche pubblicamente, come tali” annota il governo. Perché “una maggior chiarezza in tal senso potrebbe aiutare anche l'opinione pubblica a meglio comprendere e accettare che il compito delle docenti e dei docenti non si riduce in alcun modo alle ore di insegnamento in classe, ma prevede anche un importante onere lavorativo preparatorio o fuori griglia durante l'anno scolastico, ciò che differenzia questa professione da altre”.
In vista del Preventivo 2025, il governo si dice “certo” di poter contare anche quest'anno “sulla vostra professionalità e sulla vostra comprensione del contesto nel quale stiamo evolvendo, anche attraverso iniziative e/o prese di posizione che, oltre a esprimere il proprio legittimo dissenso, possano contribuire al miglioramento della qualità della scuola e alla reputazione del corpo insegnanti e degli impiegati dello Stato”.
La reazione dei sindacati non si fa attendere. «Ribadisco ancora una volta il ruolo essenziale della formazione senza distinzione di ordine e grado – replica da noi raggiunto il presidente di Vpod-Docenti Adriano Merlini –. Rimaniamo più che vigili per quel che riguarda il Preventivo 2025, perché va difesa in primis la formazione e poi l'attrattività della professione di docente. Siamo assolutamente contrari a qualsiasi taglio su istruzione e formazione, perché il rischio è che venga messo a repentaglio un settore interno».
Anche in casa Ocst la guardia resta alta, con la responsabile del settore del Servizio pubblico Davina Fitas a sottolineare come «rimaniamo certamente all'erta, abbiamo anche già riservato una data per una manifestazione. Chiaro, finché il governo non si esprimerà con precisione sarà difficile capire dove vogliono tagliare... ma sebbene tutti i settori siano importanti, la scuola è il posto dove viene formato il futuro di questo cantone. Non va tagliato niente, formazione e istruzione sono troppo importanti».