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‘Tra ricorsi e paletti federali facciamo tutto il possibile’

De Rosa fa il punto sulle misure del Cantone per contenere i costi della salute. Nel 2025 non si possono però escludere tagli ai sussidi di cassa malati

In sintesi:
  • Per l'anno prossimo l'aumento dei premi è ormai certo
  • Preoccupa la crescita della spesa ambulatoriale
Il direttore del Dipartimento sanità e socialità
(Ti-Press)
9 luglio 2024
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I premi di cassa malati saliranno ancora. A settembre, con ogni probabilità, ci troveremo confrontati con un altro significativo aumento. Comparis stima un +6% medio a livello nazionale ma in alcune regioni potrebbe arrivare fino al 10% e il Ticino, visto quanto successo negli ultimi anni, è tra i cantoni più a rischio ‘stangata’. Ma cosa si sta facendo nel frattempo? A livello cantonale, va detto, i margini di manovra sono limitati. Molto limitati. «Stiamo però cercando di sfruttare tutte le possibilità che la legge ci offre per contenere la spesa», afferma il direttore del Dipartimento sanità e socialità Raffaele De Rosa, che con i media ha voluto fare il punto della situazione legata ai costi della salute. Tra le misure più importanti promosse dal Dss c’è la limitazione, in una decina di specializzazioni, al numero di medici nel settore ambulatoriale. «Il Tribunale federale, è notizia di settimana scorsa, ha respinto tutti e quattro i ricorsi premiando quindi la scelta del Consiglio di Stato di agire tramite un decreto legislativo – spiega De Rosa –. In altri Cantoni si era optato per un decreto esecutivo, una via più rapida che però ha permesso ai ricorrenti di avere ragione davanti ai giudici». La strada quindi è tracciata: fino al 2025 il numero attuale delle autorizzazioni verrà ritenuto quello massimo. Successivamente dovrebbe entrare in vigore il cosiddetto “modello di regressione”, ovvero non verranno rilasciati nuovi permessi a esercitare a carico della LAMal se il numero di professionisti già attivi è superiore a quello ritenuto sufficiente per soddisfare il bisogno. «C’è un gruppo di lavoro che sta seguendo il tema per capire come attuare la misure definitiva». Insomma, c’è ancora da discutere.

‘Senza un limite aumentano i medici e pure i costi’

A dimostrare la necessità di questa misura c’è l’esperienza del passato. «Tra il 2012 e la metà del 2013 il parlamento federale ha tolto la moratoria. Ebbene, c’è stato un aumento di quasi il 30% dei medici autorizzati a fatturare a carico dell’assicurazione malattia, visto che ogni richiesta veniva accolta», dichiara il direttore del Dss. Successivamente è stata reintrodotta una moratoria. Una versione “light” che ha solo frenato la crescita di medici ambulatoriali e quindi anche dei costi. «Il nostro sistema sanitario, nella sua complessità, porta l’offerta a generare la domanda». Un dato che inquadra il fenomeno: il numero di assicurati che hanno ricevuto trattamenti da più di 11 differenti fornitori è aumentato di quasi il 50%.

‘La pianificazione garantisce controllo, ma in alcuni settori non si è voluta’

Altra notizia fresca: il Consiglio di Stato ha licenziato settimana scorsa il messaggio per inserire una moratoria al numero di infermieri e associazioni private attivi nelle cure a domicilio. «C’è poco da girarci intorno. È un settore che ha visto una crescita molto importante negli ultimi anni e sul quale vogliamo agire». Anche perché, ricorda De Rosa, «il settore ambulatoriale rappresenta oltre il 40 per cento della spesa coperta dall'assicurazione obbligatoria ed è quello dove si vedono gli aumenti più marcati». Un freno quindi ci vuole. «Dove c’è la possibilità di pianificare, come nel settore ospedaliero stazionario o in quello delle case per anziani, la crescita della spesa è sotto controllo». Continua De Rosa, «in passato avevamo chiesto che questa possibilità fosse data ai Cantoni anche nel settore delle cure a domicilio. Ma il parlamento federale non ha voluto dar seguito alla richiesta». Già, i rapporti con la Confederazione sul tema dei costi della salute. «È innegabile che oltre Gottardo il problema non sia ancora sentito come da noi, ma anche lì la situazione sta cambiando». Tanti aspetti legati ai costi della salute, spiega il direttore del Dss, «sono di esclusiva competenza federale. In questi ambiti, purtroppo, possiamo fare ben poco». Uno su tutti: il prezzo (esorbitante) di alcuni medicamenti rispetto al costo di produzione.

‘La pianificazione non può far chiudere gli ospedali’

Un altro tema molto importante è la pianificazione ospedaliera cantonale. «Al momento il dossier è nelle mani della commissione sanità e sicurezza sociale del parlamento. Un aspetto deve però essere chiaro: questo strumento non dà al Cantone un potere assoluto, come quello di chiudere alcune strutture», dichiara De Rosa rispondendo in maniera indiretta alla critica sollevata negli scorsi mesi dal direttore di Curafutura Pius Zängerle, che aveva annunciato la possibilità di fare ricorso nel caso in cui la pianificazione non fosse stata abbastanza “ambiziosa”. «Si tratta di trovare un equilibrio tra tutti gli attori coinvolti», rimarca De Rosa.

Con il prossimo preventivo si torna a parlare di sussidi di cassa malati

A proposito di spese e conti. Il Consiglio di Stato è alle prese con l’allestimento del Preventivo 2025 che, come noto, sarà accompagnato da un’altra manovra di rientro. Tra le misure proposte dall’esecutivo ci sarà molto probabilmente, come già fatto lo scorso anno, anche un “ritocco” – verso il basso – alle costanti che determinano l’erogazione dei sussidi di cassa malati. «Il nostro è un sistema virtuoso che adegua i sussidi direttamente all’aumento dei premi. Negli ultimi anni questa voce di spesa è quindi cresciuta molto, arrivando a circa 400 milioni. La prima voce di spesa del budget cantonale. Non posso escludere – ammette De Rosa – che questo tema venga ripreso anche nei lavori legati al Preventivo 2025 visto che stiamo ragionando su tutte le voci di spesa per contenere il deficit». Lo scorso anno la proposta di ritoccare il sistema dei sussidi, che avrebbe escluso circa 6mila beneficiari, era stata bocciata dal Gran Consiglio.

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