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‘L'economia pronta a mobilitarsi per Vallemaggia e Mesolcina’

Regazzi (Usam), Pesenti (Aiti) e Gehri (Camera di commercio) lanciano un'iniziativa rivolta ad affiliati e non per contribuire ed essere solidali

‘Adesso è il momento di dare’
(Ti-Press)
9 luglio 2024
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Il mondo economico è pronto a mobilitarsi a sostegno della popolazione e delle ditte colpite dal maltempo in Vallemaggia, ma anche in Mesolcina e più recentemente in Valle di Muggio. Perché «questo è il momento in cui l'economia deve dare tutto il suo sostegno» spiegano all'unisono davanti alla stampa il presidente dell'Unione svizzera arti e mestieri Fabio Regazzi, il presidente della Camera di commercio ticinese Andrea Gehri e il presidente dell'Associazione industrie ticinesi Oliviero Pesenti.

L'iniziativa lanciata dalle tre associazioni mantello è l'apertura di un conto corrente dove «tutti i nostri associati, ma anche grazie alle vostre cronache le aziende non affiliate alle nostre associazioni, saranno invitati a mobilitarsi per donare e dare il nostro contributo» afferma Pesenti, che assicura come «il conto è esterno a tutte le nostre attività, ed è stato creato ad hoc per garantire trasparenza, controllo e tracciabilità in maniera sistematica di tutti i contributi che arriveranno». Quanto si aspettano di raccogliere? «Non lo sappiamo, ma sappiamo che ogni franco conta e l'economia, che è il cuore pulsante di questo territorio, c’è. Ed è il momento che contribuisca». Non ci gira attorno il presidente di Aiti: «Quando l'economia ha bisogno dello Stato lo dice, chiede aiuto, auspica maggiori sostegni. Questo invece è uno dei casi in cui l'economia deve dare, sostenere, mobilitando il più possibile i nostri associati». Con una dimostrazione non da poco: «L'economia di solito viaggia per conto suo, con mille interessi diversi – sottolinea Pesenti –. Oggi, invece, siamo qui a dimostrare che con tre colpi di telefono ci siamo uniti in questa chiamata alla mobilitazione e alla donazione».

‘Un'idea sviluppata in pochi giorni’

L'impulso, il primo step di questa chiamata, è stato di Regazzi. Il presidente dell'Usam e consigliere agli Stati del Centro, infatti, ribadisce come «la premessa è che l'economia ha un ruolo cruciale per garantire benessere al nostro cantone». Certo, «c’è stata moltissima solidarietà per Vallemaggia e Mesolcina, sicuramente lodevole e che ho molto apprezzato vedendo sia le iniziative private sia le istituzioni muoversi». Ma, continua Regazzi, «personalmente ho pensato che l'economia debba essere chiamata a fare la sua parte, la risposta di Camera di commercio e Aiti è stata immediata ed entusiasta. In pochi giorni abbiamo approntato questo concetto che ci permetterà di dare il nostro contributo alle popolazioni colpite».

Gli fa eco il presidente della Cc-Ti Gehri: «Davanti a tali catastrofi non possiamo rimanere insensibili, e anche noi abbiamo sentito il dovere di attivarci per aiutare, sostenere e individuare il modo migliore di farlo. Oltre al doloroso sacrificio di vite umane, vi sono anche realtà economiche piccole e medie che nel volgere di una notte hanno perso tutto o quasi». E, soprattutto, «devono ricostruire un futuro da zero. Penso ad aziende agricole, alpestri, attive nell'artigianato, nel manifatturiero, nel turismo». Perché un discorso lo merita anche l'economia di valle proprio come concetto, riprende Gehri. Nel senso che «è un volano irrinunciabile e fondamentale, è nostro dovere sostenerlo dimostrando solidarietà e vicinanza. Divulgheremo questo messaggio a tutti i nostri associati».

Regazzi: ‘Serve un fondo nazionale, lo chiederò a Berna’

Detto dell'iniziativa, Regazzi guarda anche a cosa si possa fare a Berna. E annuncia di essere pronto a inoltrare, nella prossima sessione delle Camere federali, un atto parlamentare. Obiettivo? «Chiedere al Consiglio federale di valutare l'istituzione di un fondo nazionale a sostegno delle comunità colpite da catastrofi naturali. Vent'anni fa fu bocciata la proposta di un consigliere nazionale grigionese, ora bisogna fare qualcosa: davanti alle tragedie in Germania, Italia e Stati Uniti lo Stato centrale è intervenuto. Deve farlo anche la Svizzera».

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