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Consegnate le firme ‘per dare una spallata al Decreto Morisoli’

La Vpod ha depositato oltre 8mila sottoscrizioni. Ghisletta: ‘Siamo la resistenza contro una visone neoliberista delle finanze pubbliche’

Davanti a Palazzo delle Orsoline
(Ti-Press)
5 luglio 2024
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Il Decreto Morisoli deve essere abolito. È quello che chiedono gli oltre ottomila cittadini ticinesi che hanno sottoscritto l’iniziativa popolare promossa dalla Vpod. Firme raccolte dal sindacato del personale dei servizi pubblici e sociosanitari e consegnate questo pomeriggio alla Cancelleria dello Stato. «È un’operazione di resistenza. Vogliamo portare avanti la nostra battaglia contro questa politica dei tagli», dichiara il segretario della Vpod Raoul Ghisletta uscendo da Palazzo delle Orsoline. Questo nonostante il Decreto Morisoli abbia una data di scadenza, decadrà infatti nel 2025. «È una questione di metodo, va ribadito. Anche perché il Consiglio di Stato e il Gran Consiglio intendono comunque andare avanti su questa strada. Se non si ha il coraggio di dare un colpo di mano a questa impostazione finanziaria ci troveremo sempre qui a parlare di tagli e riduzioni dei servizi pubblici». L’auspicio degli iniziativisti è che il testo possa essere votato il prima possibile. «Pensiamo sia profondamente sbagliato voler risanare le finanze pubbliche agendo unicamente sulle uscite. È un metodo errato e un’interpretazione restrittiva della legge finanziaria, che invece indica come in situazioni di difficoltà sia necessario agire sia sulle uscite che sulle entrate». Insomma, «quello che vogliamo contrastare è un approccio di chiara impostazione neoliberista».

‘La popolazione aveva approvato il Decreto senza conoscere i suoi effetti’

Da parte dell’Udc è già stata ventilata l’ipotesi di proporre un’estensione (almeno) fino al 2027 del decreto che impone di risanare le finanze agendo esclusivamente sulla spesa. Non c’è il rischio, chiediamo a Ghisletta, che un’eventuale bocciatura dell’iniziativa promossa dalla Vpod sia un (nuovo) lasciapassare a questa proposta? «La popolazione aveva detto sì al Decreto Morisoli, è vero», risponde Ghisletta. «Ma l’ha fatto prima che venisse applicato. Prima di vedere i suoi effetti. Prima che ci fossero tagli agli aiuti per invalidi e tentativi di ridurre i sussidi di cassa malati a migliaia di cittadini». A spingere la popolazione a voler cassare il decreto, nella speranza della Vpod, ci sono anche gli eventi climatici che stanno colpendo Vallemaggia, Grigioni e Vallese. «La linea folle di questo governo, che non ha detto nulla durante la campagna sul decreto, emerge proprio in questi giorni. I disastri ambientali rendono palese la necessità di investire. Senza dimenticare – aggiunge Ghisletta – le sfide poste dall’invecchiamento della popolazione che imporranno al Cantone maggiori sforzi finanziari. Non lo diciamo noi, ma uno studio sulle finanze cantonali dell’Istituto di ricerche economiche. Basta leggerlo per capire. È solo la politica che non si accorge di queste sfide. Una politica di soli tagli delle uscite è quindi assolutamente irrealistica e impossibile da attuare».

‘Avanti tutta, nonostante il sì alla riforma fiscale’

A proposito di votazioni, il 9 giugno la popolazione ticinese si è espressa chiaramente a favore della riforma fiscale. «È sicuramente un dato negativo, però noi andiamo avanti a dire che si tratta di un’impostazione sbagliata. Se si vogliono risanare le finanze e poi si riducono ancora le entrate si va a peggiorare il quadro complessivo». Nelle scorse settimane a non schierarsi in prima persona nella raccolta delle firme per l’abolizione del Decreto Morisoli era stata anche un’ampia parte della sinistra, che aveva preferito concentrare le forze sulla campagna in vista della già citata riforma fiscale del 9 giugno. «La strategia di cercare di fermare attraverso un referendum fiscale l’impostazione neoliberista non ha funzionato. La nostra è un’altra possibilità che ha un suo senso. Sicuramente – aggiunge Ghisletta – non sarà necessario convincere la sinistra, che è già d’accordo. Semmai va persuasa la popolazione che questa è una politica autolesionista che non permette di affrontare le sfide con i mezzi necessari».


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Le firme