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Tre petizioni per dare visibilità alle persone con disabilità

Consegnate rivendicazioni puntuali alla Cancelleria sulla base dei temi emersi dalla prima Sessione parlamentare in merito. Carniel: ‘Possibilità inedita’

‘La giusta spinta per far capire che non c’è un noi e un voi’
(Pro Infirmis)

«Siamo fieri, contenti, orgogliosi ed entusiasti che la politica ticinese ci dia spazio. Speriamo che le nostre rivendicazioni possano contribuire a fare cambiare il passo, dando la giusta spinta per far capire che non c’è un noi e un voi, ma c’è una bella occasione per fare comunità». È con questo auspicio che Denise Carniel, consigliera comunale di Bellinzona, ha commentato la consegna alla Cancelleria dello Stato – avvenuta stamattina davanti al Palazzo del governo da parte di un gruppo di persone con disabilità – di tre petizioni indirizzate al Consiglio di Stato, al Gran Consiglio e ai Municipi.

Queste tre petizioni prendono spunto dalla risoluzione votata nella prima Sessione parlamentare cantonale delle persone con disabilità tenutasi a inizio giugno a Bellinzona. Risoluzione elaborata da una Commissione preparatoria formata dall’ex consigliere di Stato Manuele Bertoli, da Carniel e dall’ex consigliere comunale di Lugano Romolo Pignone. Ai lavori della sessione hanno partecipato ventinove parlamentari e tre membri della Commissione che ha preparato la prima bozza del testo, tutte persone con disabilità.

‘Un primo passo, sicuramente non l’unico’

«L’aspetto centrale delle petizioni – ci spiega Carniel – è la visibilità». E chiarisce: «Con queste petizioni abbiamo l’opportunità di dare alla politica una visione plurale, a trecentosessanta gradi, dei bisogni delle persone in situazione di disabilità in Ticino». Una possibilità, rimarca, «inedita che rappresenta un primo passo, sicuramente non l’unico, verso l’autodeterminazione, la cura e la partecipazione». Questi, rende attenti Carniel, «non sono termini aleatori, ma strumenti per raggiungere una libertà migliore adesso, perché l’inclusione è ora». Per Romolo Pignone, come detto membro della Commissione preparatoria, si tratta di «rivendicazioni che interessano una grande fetta della popolazione, tra cui anche gli anziani per esempio. Lavorare su delle soluzioni universali per tutti rappresenta un abbattimento dei costi». Ragione per cui, rileva, «invitiamo veramente la politica a prendere in considerazione tutti i punti che sono stati esposti nella petizione e di elaborarli con la giusta attenzione, empatia e cambio di passo».

Destinatari governo, parlamento e comuni

Più precisamente, le tre petizioni consegnate includono delle proposte politiche – quattordici per il governo, ventitré per il parlamento e sette per i comuni – che ribadiscono la ferma volontà delle persone con disabilità residenti in Ticino di sentirsi incluse nella società, nonché di essere considerate per le loro capacità e qualità umane, non solo in relazione alla loro disabilità o allo stato di salute. “Proposte molto concrete”, si legge nel relativo comunicato di Pro Infirmis che riprende anche quanto discusso in aula a inizio giugno, come la richiesta al Consiglio di Stato di “garantire una continuità nelle figure professionali specifiche presenti nei servizi di aiuto e cura a domicilio, per un miglior dialogo con utenti e pazienti”. Questo in modo da favorire “la personalizzazione delle cure anche a casa, migliorare la conoscenza degli utenti e degli altri curanti (familiari, amici, enti legati alla persona stessa) e creare rapporti più personali e competenti, favorendo un miglioramento della qualità di vita degli utenti e, non da ultimo, contribuendo a contenere i costi sanitari”.

Tra le proposte al Gran Consiglio spicca invece la richiesta di “garantire la disponibilità di adeguato personale specializzato nelle scuole per il sostegno dei giovani con disabilità, nei diversi passaggi di natura scolastica, nel passaggio dalla scuola alla formazione professionale, come anche per l’accesso al mondo del lavoro, e implementare la sensibilizzazione contro ogni forma di discriminazione e divisione da parte della scuola” e quindi “sviluppare percorsi di formazione professionale inclusivi, specifici per le persone con disabilità, per facilitare il loro ingresso nel mondo del lavoro”.

A tutti i Municipi ticinesi sarà poi inoltrata la richiesta di “garantire l’accesso completo di tutti agli spazi fisici nei quali si svolge l’attività politica comunale, con anche sufficienti posteggi per persone con disabilità nei pressi degli stabili”.

‘Senza risorse si discrimina’

Non mancano nelle rivendicazioni dei punti di rilevanza politica, in particolare pensando al contesto di risparmio finanziario che caratterizza il Cantone. In merito, osserva il direttore cantonale di Pro Infirmis Danilo Forini presente in mattinata a Bellinzona, «tra le priorità delle persone con disabilità che hanno vissuto negli anni dei percorsi scolastici in Ticino c’è la richiesta che si continui con la promozione di una scuola inclusiva, che non tagli fuori dalla possibilità di avere una formazione di qualità e delle opportunità poi di lavoro». Scuola inclusiva tra l’altro recentemente contestata dal presidente del Plr Thierry Burkart che ne ha chiesto l’abolizione. Nella petizione indirizzata al Gran Consiglio si parla, come detto, di disponibilità di adeguato personale specializzato, sviluppare percorsi di formazione professionale inclusivi e assicurare nella scuola l’interprete in lingua dei segni a tempo pieno.

Non solo risorse per la scuola inclusiva e la pedagogia speciale, ma anche investimenti in mezzi che evitino le conseguenze dei tagli. Al parlamento si chiede quindi, tra le altre cose, di “garantire sufficienti mezzi a tutte le attività che possono rendere più autonoma la vita delle persone con disabilità e che aiutino le persone più dipendenti, nonché i loro familiari, a mantenere un’alta qualità della vita”. A tal fine, va da sé, «bisogna poter disporre di sostegni», asserisce Forini. «È inevitabile – evidenzia – che senza risorse e tagliando in questi settori si vada verso delle discriminazioni».

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