Presentate le nuove prospettive della Strategia 2030 per la promozione, prevenzione e protezione della salute approvate dal Consiglio di Stato
Promozione, prevenzione e protezione della salute. Sta in queste «tre P» l’essenza della Strategia 2030 approvata dal Consiglio di Stato nella sua ultima seduta. Strategia, presentata oggi in conferenza stampa, sulla base della quale il Servizio di promozione e valutazione sanitaria del Dss, il Dipartimento sanità e socialità, potrà elaborare i prossimi Piani di azione cantonali. «Gli obiettivi di questa strategia – ha illustrato stamane il consigliere di Stato Raffaele De Rosa, direttore del Dss – sono diffondere una visione positiva della salute verso il benessere fisico, mentale e sociale, orientare i programmi e i progetti di promozione verso lo sviluppo di competenze di salute individuali, l’inclusività, l’equità e la partecipazione dei cittadini, nonché sostenere un approccio globale e trasversale con azioni a tutti i livelli». Uno strumento attraverso cui, prosegue De Rosa, «il Dss si impegna a promuovere il benessere fisico, mentale e sociale delle generazioni attuali e future, durante tutto il corso della vita, in ambienti sostenibili e inclusivi». E questo, afferma, «tramite un approccio globale e grazie al lavoro in rete con il coinvolgimento dei Comuni, del mondo della scuola e della formazione».
«La salute – premette il direttore del Dss – è il bene più prezioso, una risorsa determinante per lo sviluppo fisico, psichico, sociale ed economico di ogni persona e di tutta la comunità». Le priorità della strategia sono come detto le cosiddette «tre P», ovvero la promozione di un’alimentazione equilibrata, del movimento e della salute mentale, la prevenzione rispetto al consumo di tabacco, prodotti simili e alcool, e la protezione contro i cambiamenti climatici. A ciò vanno aggiunte le nuove prospettive d’intervento emerse dai dati aggiornati di due importanti ricerche sulla salute: l’Indagine sulla salute in Svizzera, che si svolge ogni cinque anni dal 1992, e lo studio internazionale Health Behaviour in School-aged Children realizzato dall’Oms al quale la Svizzera partecipa dal 1986.
Per quanto concerne i fattori comportamentali, interviene Martine Bouvier Gallacchi, medico responsabile del Servizio di promozione e valutazione sanitaria, «il trend generale è piuttosto stabile. È stato osservato un miglioramento nell’alimentazione e nell’attività fisica, che non si ripercuote però ancora sul sovrappeso. Il consumo di alcol a rischio e di tabacco è inoltre in diminuzione». Altro indicatore chiave, i fattori sociali e psicologici. «La percezione del proprio stato di salute – rileva – rimane invariata e piuttosto buona. Nonostante le percentuali rimangano basse, aumenta invece sensibilmente il senso di solitudine per ogni età. Il disagio medio e i sintomi depressivi mostrano tutto sommato una tendenza che non varia nel tempo, mentre i sentimenti di ansia, rabbia e tristezza nei giovani aumentano, così come l’uso dei social media». Infine, tra i fattori ambientali, «sono in crescita in Ticino le notti tropicali e le allerte canicola, che sono più frequenti, intense e durature».
Andando in profondità, osserva la dottoressa, «un dato molto incoraggiante è che negli anni sono molto aumentate le persone attive; nel 2002 erano il 52,6%, nel 2022 il 70,6%. L’idea è di cercare di incentivare laddove possibile l’integrazione del movimento nella vita quotidiana delle persone». Nel 2022 è poi diminuita per la prima volta la percentuale di persone che consumano tabacco, attestandosi al 25,9%. «Negli ultimi anni – rende attenti Bouvier Gallacchi – sono però subentrati i prodotti a tabacco riscaldato e le sigarette elettroniche. In questo caso la tendenza è all’aumento. Non va poi dimenticato che la vendita di questi prodotti è molto mirata, specialmente verso i giovani. Non si tratta dunque di una strategia di salute pubblica per aiutare chi già fuma a smettere». Tra i giovani sono inoltre in crescita i sintomi psicoaffettivi, quali la tristezza, l’ansia e la preoccupazione, la rabbia e la stanchezza. «Non si tratta necessariamente di un trend negativo – commenta la responsabile del Servizio di promozione e valutazione sanitaria –. Un giovane può sentirsi stanco per esempio perché ha fatto tanta attività fisica. Il trend diventa problematico se questi sentimenti diventano difficili da gestire e se perdurano per un periodo troppo lungo».
Per Bouvier Gallacchi sono emersi nell’ultimo periodo anche dei nuovi determinanti della salute di cui tenere conto: «La tecnologia, che può avere dei risvolti positivi, per esempio mantenere i contatti come abbiamo visto durante la pandemia, ma anche negativi. Oppure il determinante commerciale che può spingere al consumo di prodotti non per forza salutari ma presentati come tali, penso ai nuovi prodotti del tabacco. Questi determinanti si aggiungono a quelli sociali, culturali ed economici».