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‘Lo stipendio dei pretori aggiunti va adeguato’

La richiesta in un'iniziativa parlamentare. Primo firmatario Mazzoleni (Lega). Stamattina riprendono le audizioni da parte della commissione ‘Giustizia’

‘C’è una disparità di trattamento’
(Ti-Press)
24 giugno 2024
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La busta paga dei pretori aggiunti va rivalutata. Lo sostiene il deputato leghista Alessandro Mazzoleni, che per questo ha depositato un’iniziativa parlamentare, sottoscritta anche dal democentrista Andrea Giudici, da Claudio Isabella del Centro, dalla socialista Daria Lepori e da Andrea Rigamonti del Plr. “Come già ricordato in più occasioni anche nel contesto dei lavori che hanno coinvolto il parlamento ticinese, da diverso tempo – scrive Mazzoleni – risulta urgente procedere senza indugio con l’adeguamento dello stipendio che interessa i pretori aggiunti”. Una “necessità”, rileva l’avvocato e membro della commissione parlamentare ‘Giustizia e diritti’, “già emersa a suo tempo nel rapporto del Gruppo di lavoro Giustizia 2018 ‘Onorari dei magistrati’ e non da ultimo pure nel contributo del professor Adriano Previtali, intitolato ‘Un’originalità da correggere: l’eccessiva disparità di trattamento salariale tra i pretori e i pretori aggiunti’ e pubblicato nella Rivista ticinese di diritto”. La disparità di trattamento, aggiunge Mazzoleni, “la si ritrova pure paragonando l’attuale salario dei pretori aggiunti e la scala salariale prevista per i segretari assessori delle Preture”. Insomma, stipendio da adeguare verso l’alto. Da aumentare.

Anche loro eletti dal Gran Consiglio

I pretori aggiunti sono magistrati a tutti gli effetti. Vengono eletti dal Gran Consiglio, previo concorso e previa valutazione di idoneità da parte della Commissione di esperti indipendenti, e su proposta della ‘Giustizia e diritti’. Il pretore aggiunto, afferma l’articolo 34 della Legge sull’organizzazione giudiziaria, “tratta in modo autonomo e sotto la propria responsabilità le cause attribuitegli dal pretore”. A proporre, all’indirizzo del Gran Consiglio, l’introduzione di questa figura di magistrato è stato l’Esecutivo nel 2009 con il messaggio per l’“adeguamento” della legislazione cantonale al nuovo codice di procedura civile svizzero, che sarebbe entrato in vigore due anni dopo. Spiegava il Consiglio di Stato: “Il pretore aggiunto avrà le medesime competenze del pretore e quindi potrà trattare qualsiasi procedura che rientra nelle competenze del pretore. Sarà quest’ultimo ad attribuire i casi al pretore aggiunto. Una volta assegnato l’incarto, il pretore aggiunto è del tutto autonomo nella trattazione dell’incarto e agisce sotto la propria responsabilità”. Concetti contenuti nel citato articolo di legge. A monte una sentenza con cui il Tribunale federale, accogliendo il ricorso di un avvocato, aveva in pratica esautorato i segretari assessori da competenze giudiziarie.

‘Una soluzione al più presto’

Torniamo all’atto parlamentare di Mazzoleni e cofirmatari. “Pur consapevoli delle rassicurazioni forniteci a più riprese dal Dipartimento delle istituzioni, che ha già confermato l’intenzione di porre rimedio a tale questione con il messaggio riguardante la Pretura penale, una soluzione per superare l’attuale disparità di trattamento salariale va trovata al più presto e a prescindere da altri contesti – sostengono gli iniziativisti –. Tutto ben considerato si chiede pertanto che il governo presenti al più presto e sollecitamente tutte le necessarie modifiche legislative che ripristinino la parità di trattamento contestualmente alla valorizzazione di questa importante figura giudicante”, il pretore aggiunto, “per l’organizzazione giudiziaria cantonale”. Mazzoleni e cofirmatari confidano nell’approvazione della richiesta da parte della “competente commissione” parlamentare e “in seguito” da parte del plenum del Gran Consoiglio. Questo “anche quale segnale positivo e di sostegno in questo periodo di grande difficoltà per la giustizia ticinese”.

Il turno dell’ex e del nuovo presidente del Tribunale d’appello

E al riguardo proprio stamattina riprendono le audizioni della commissione ‘Giustizia e diritti’ presieduta dal granconsigliere e presidente del Centro Fiorenzo Dadò, audizioni organizzate per avere un quadro generale sui problemi e sulle esigenze (risorse umane in testa) del terzo potere dello Stato. Nelle precedenti riunioni la commissione ha sentito il Consiglio della magistratura, l’autorità che vigila sul funzionamento del sistema giudiziario ticinese, e il Consiglio di Stato (lunedì scorso sono stati sentiti il capo del Dipartimento istituzioni Norman Gobbi e la direttrice della Divisione giustizia Frida Andreotti, all’incontro ha preso parte anche il presidente del governo Christian Vitta). Ora è il turno del giudice ed ex presidente del Tribunale d’appello Damiano Bozzini e del suo collega, nonché nuovo timoniere della massima autorità giudiziaria del Cantone, Giovan Maria Tattarletti. Verranno ascoltati separatamente. Nella sua recente e ultima relazione in qualità di presidente del Tribunale, Bozzini ha lamentato un’eccessiva ingerenza della Divisione giustizia nelle nomine di funzionari di competenza del Tribunale d’appello.