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Carceri, ‘nessuna anomalia constatata durante le nostre visite’

In aula il Rapporto di attività della commissione di sorveglianza delle condizioni di detenzione. Gobbi: ‘In autunno i lavori per la sezione femminile’

‘Le condizioni delle detenute donne sono ora davvero difficili, bisogna fare presto’
(Ti-Press)
19 giugno 2024
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«Il personale carcerario merita il rispetto e soprattutto l’ammirazione di tutti noi per il contesto in cui ha lavorato, garantendo sempre condizioni dignitose di detenzione all’interno delle strutture cantonali. Fortunatamente il miglioramento della situazione sta permettendo una minor pressione sul carcere giudiziario della Farera, cosa che purtroppo non è ancora riscontrabile presso il penitenziario cantonale della Stampa». È con queste parole che il consigliere di Stato Norman Gobbi, responsabile del Dipartimento istituzioni, ha commentato la presentazione in aula del Rapporto di attività della commissione parlamentare di sorveglianza delle condizioni di detenzione per il periodo da giugno 2023 ad aprile 2024. Una presentazione essenzialmente formale dato che non dà seguito a nessuna votazione da parte del Gran Consiglio. La questione del sovraffollamento delle carceri, è stato ricordato sia dal consigliere di Stato sia dalla relatrice leghista del rapporto Maruska Ortelli, tocca quasi tutti i Cantoni. Una boccata d’aria potrebbe però arrivare con la costruzione della nuova sezione femminile, i cui lavori – afferma Gobbi – «inizieranno in autunno e la cui apertura è prevista nel corso del prossimo anno». In quest’ottica, rileva il direttore del Di, «si tratterà di richiedere l’autorizzazione al Consiglio di Stato per riprendere la pianificazione carceraria».

Nel corso dello scorso anno, riprende la deputata leghista, «la commissione ha visitato una cinquantina di detenuti su specifica richiesta degli stessi e sono state visionate a campione anche delle celle. Particolare attenzione è stata rivolta ai detenuti incarcerati nella specifica cella di rigore, ai minorenni e alle donne». Durante queste visite, rimarca Ortelli, «non sono state constatate anomalie». A causa del sovraffollamento, non nasconde però la relatrice del rapporto, «abbiamo vissuto periodi molto critici e, per ovviare alla mancanza di celle ordinarie, i detenuti in attesa di trasferimento sono stati collocati in quelle di sicurezza per un massimo di un giorno. Questa situazione temporanea ben spiega la problematica con cui sono stati confrontati soprattutto gli agenti di custodia, il servizio medico e tutta la direzione che hanno garantito ai detenuti un trattamento rispettoso del regolamento del carcere. Per questi motivi il Dipartimento, con la collaborazione della Divisione giustizia, sta valutando la messa a disposizione di quattro container certificati».

A non facilitare le cose, le strutture adibite alla privazione della libertà. «La Stampa – interviene il presidente della commissione Patrick Rusconi, deputato del Plr – è una struttura vetusta con funzionamenti ancora manuali e protocolli in presenza obbligatoria di agenti. A ciò si aggiunge la difficoltà di reclutare nuovi agenti di custodia, un lavoro sacrificante e da svolgere in strutture vecchie e problematiche da gestire. Per migliorare le condizioni del personale bisogna investire sulla digitalizzazione, ma è fattibile investire su uno stabile vetusto?». In tal senso, il deputato del Centro Giovanni Berardi spera che l’attuale processo di selezione di nuove guardie carcerarie possa consentire di rimpolpare il corpo degli agenti di custodia, dando sollievo all’attuale organico e permettendo un rientro nella norma dei piani di servizio».

Per quanto concerne le condizioni delle detenute donne – «in costante aumento, venerdì scorso erano venti», evidenzia Ortelli – «sono ora davvero difficili, bisogna fare presto», avverte Beppe Savary per il gruppo socialista. In merito, per la granconsigliera democentrista Lara Filippini, «il fatto che non si siano trovati abbastanza agenti di custodia, in particolare donne, è probabilmente dovuto agli standard molto alti per un lavoro che è al contempo molto umano». Giulia Petralli, per il gruppo dei Verdi, mette infine in luce l’importanza del lavoro svolto dalla commissione: «La possibilità che ci è concessa è fondamentale per avvicinare la politica e l’opinione pubblica a uno spaccato di società dimenticato».

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