Il direttore del Dfe Vitta commenta l'esito delle votazioni di oggi. Ma la direttrice del Decs Carobbio: ‘Non è un lasciapassare a ulteriori sgravi’
«Da parte del governo vi è sicuramente motivo di soddisfazione per l'esito sia della riforma fiscale, sia delle misure di compensazione per l'Ipct: due soluzioni equilibrate e ragionevoli», commenta il presidente del Consiglio di Stato e direttore del Dipartimento finanze ed economia Christian Vitta da noi interpellato. Sulla riforma fiscale «notiamo percentuali che vanno oltre le aspettative, ma che in fondo hanno una loro coerenza: già in passato il popolo ha espresso l'intenzione di raggiungere l'equilibrio finanziario senza aumentare le imposte, adesso si trattava di decidere la destinazione delle entrate supplementari per il ritorno al 100% del coefficiente cantonale d'imposta». E i ticinesi «ancora una volta hanno preferito provvedimenti che evitano aggravi di natura fiscale».
Per quanto concerne l'Ipct, Vitta concede: «È stato un risultato molto più tirato». E questo «sta a significare che le ragioni dei contrari andranno ben pesate, perché sono portate da una fetta importante di popolazione». Insomma, «ci sono state le manifestazioni di piazza, ma c’è anche una larga parte di persone silente e in futuro il dialogo dovrà rimanere aperto». Per Vitta, rimanendo all'Ipct, «era comunque importante garantire un certo livello di rendite di fronte alla riduzione del tasso di conversione».
C’è da dire però che questa campagna a volte ha avuto più i contorni di un ring che del dibattito vero e proprio. «Finché c'è un confronto politico va bene – risponde Vitta –, ma bisogna stare attenti a non esasperarlo. La popolazione ha detto che vuole soluzioni con un certo equilibrio, e auspico che in questa fase senza appuntamenti elettorali ci sia lo spazio per cucire una cultura del dialogo e che le varie forze politiche trovino soluzioni concordate». Il direttore del Dfe precisa anche riguardo ai timori della copresidente socialista Laura Riget sull'impatto di questa riforma sul Preventivo 2025: «La popolazione ha espresso il suo voto disponendo di tutte le informazioni. Il ritorno del coefficiente cantonale d'imposta al 100% porta 45 milioni di franchi, il costo delle misure approvate per il 2025 sarà di circa 30 milioni. Si tratta quindi di 15 milioni recuperati, per l'anno prossimo».
Ma siamo appena all'inizio, e il confronto anche all'interno del governo sarà teso e serrato. «Questo sì alla riforma fiscale non deve essere un lasciapassare né per ulteriori sgravi fiscali, né per risanare agendo solo sulla spesa e quindi tagliare su servizi e prestazioni indispensabili per la popolazione, il servizio pubblico, la scuola e la socialità». La direttrice del Dipartimento educazione, cultura e sport Marina Carobbio commenta infatti così, a ‘laRegione’, l'esito della votazione sulla riforma della legge tributaria fortemente avversata dal suo partito, il Ps. Certo, «la situazione, la conosciamo e non vuol dire che non si debbano adottare misure di risparmio: anche come Decs lo stiamo facendo». Ma Carobbio scandisce che «ci sono dei confini che non vanno oltrepassati, non possiamo mettere a rischio una formazione di qualità, inclusiva e presa a modello dal resto della Svizzera con la conseguenza di ipotecare anche le pari opportunità per allieve e allievi».
Carobbio era nel comitato dei proponenti dell'iniziativa federale per fissare i premi a massimo il 10% del reddito imponibile, e interpellata anche su questo tema si dichiara «delusa» per la bocciatura popolare a livello federale. Perché «di fronte al continuo aumento dei premi di cassa malati e alla diminuzione importante del potere d'acquisto dovuta anche a questa impennata dei costi della salute, un tetto massimo per i premi avrebbe aiutato». Ma in Ticino è stata tutt'altra musica, con il sì a vincere a larga maggioranza. Da qui riparte Carobbio, per sostenere che «è un risultato molto chiaro, da sottolineare, e deve far riflettere sul fatto che la popolazione ticinese ritiene che non solo il peso dei premi sia insopportabile, ma che oggi politicamente sarebbe sbagliato inserire nelle misure di risparmio un taglio ai sussidi di cassa malati». Il voto ticinese, ribadisce la direttrice del Decs, «ha detto che bisogna bloccarli, e ricordo che è pendente anche un'iniziativa del Ps ticinese». Ciò detto, Carobbio concorda con i primi commenti giunti da Berna e dal Ps nazionale: «La cassa malati pubblica è sicuramente una via da percorrere e ritentare seriamente».