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Autopostale, via la 518 e soppresse altre corse: interpellanza

Dal progetto orario 2025 eliminata una linea nel Mendrisiotto, meno frequenze in altre sette. Politica e sindacati: ‘A rischio anche posti di lavoro’

In sintesi:
  • Dopo l'approvazione del credito di oltre 462 milioni monta una nuova polemica
  • Parecchie le linee di Autopostale – un po’ in tutto il cantone – che saranno o cancellate o fortemente ridotte di frequenza
Strada in salita
(Ti-Press)
6 giugno 2024
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A due giorni dall’adozione da parte del governo del messaggio sul credito quadriennale 2025-2028 per il trasporto pubblico – 462,1 milioni di franchi – monta una nuova polemica. Stando alle modifiche previste per il progetto orario 2025 dal Dipartimento del territorio, e in consultazione fino al 9 giugno, sono parecchie le linee di Autopostale – un po’ in tutto il Ticino – che saranno o cancellate o fortemente ridotte di frequenza. Polemica servita, e interpellanza interpartitica scattata a tempo record.

L’esordio dell’atto parlamentare presentato da Nadia Ghisolfi (Centro), e cofirmato dagli altri centristi Agustoni, Capoferri e Corti, dal socialista Sirica, dalla verde Bourgoin e dal verde liberale Mobiglia, è col botto: “A tre anni dal potenziamento del 2021 si vuole quindi porre dei correttivi. Un adeguamento di alcune prestazioni poco utilizzate può essere giustificato, ma questo non significa ritenere corretti i pesanti tagli di numerose corse o addirittura l’eliminazione di un’intera linea del trasporto pubblico nel Mendrisiotto”.

Le linee coinvolte, stop alla 518 nel Mendrisiotto

E l’elenco è presto servito. Per la linea 518 (Morbio Inferiore - Balerna - Novazzano - Ligornetto - Stabio) “è prevista la soppressione, nonostante le 56mila persone trasportate nel 2023, il 10% in più rispetto al 2022”. Spostandosi nell’Alto Ticino, la Linea 119 (Faido - Tengia - Carì) vedrà “la soppressione di diverse corse che servono l’ospedale”. Nel Locarnese a farne le spese, entrambe “con la riduzione di numerose coppie di corse”, saranno le linee 322 (Tenero - Gordola - Agarone - Medoscio) e la linea 323 (Tenero - Contra). Per il Malcantone sarà coinvolta la linea 421 (Bioggio Molinazzo - Gaggio - Cimo), inaugurata nel 2020, che “sarà soppressa durante il fine settimana. E tenendo in considerazione la pandemia, l’utenza ha avuto poco tempo per conoscere il servizio”. Sempre nel Luganese, la linea 440 (Lamone - Manno - Bedano - Taverne - Ponte Capriasca - Tesserete) vedrà “soppressioni di corse in ora di morbida”; la 444 (Lamone - Bedano - Torricella) girerà solo la mattina “con soppressione la domenica, i festivi e riduzione della frequenza”; la 449 (Lamone - Manno - Bioggio Molinazzo) vedrà “la soppressione di molte corse nelle ore di morbida portando la frequenza da 30 minuti a un’ora”.

Ebbene, “recentemente si è appreso dalla stampa come la richiesta di credito quadro 2025-2028 per il trasporto pubblico non comporterà un aumento dei costi rispetto al quadriennio precedente. Questo grazie principalmente alla rispondenza dell’utenza a partire dal 2022”, scrivono gli interpellanti. Ma “tenendo in considerazione l’aumento dell’utilizzo del trasporto pubblico negli ultimi anni, le problematiche di traffico e le difficoltà di mobilità nelle zone periferiche del cantone, gli importanti tagli di prestazioni previsti, sembrano in contrasto con la necessità di apportare alcuni correttivi ai trasporti poco utilizzati e mettono a repentaglio un numero considerevole di posti di lavoro qualificati e protetti da contratti collettivi”. Per tutto ciò, Ghisolfi e cofirmatari chiedono al governo motivazioni, scopi e riflessioni sull’eliminazione della 518 nel Mendrisiotto e su tutte le altre riduzioni dell’offerta.

Transfair e syndicom: ‘Impatto significativo sulla qualità del servizio’

Si è mossa la politica, ma si sono mossi puntualmente anche i sindacati. In una lettera inviata al direttore del Dt Claudio Zali, infatti, sempre Nadia Ghisolfi – per conto di Transfair – e Marco Forte (syndicom) hanno preso carta e penna per “esprimere la nostra preoccupazione riguardo ai pesanti tagli previsti nelle prestazioni del trasporto pubblico regionale”. Le modifiche proposte “avranno un impatto significativo sulla qualità del trasporto pubblico, penalizzando gli utenti”, ricordano i rappresentanti sindacali dei conducenti di Autopostale. Inoltre, “a livello cantonale le modifiche proposte porterebbero alla perdita di una decina di posti di lavoro, un effetto negativo in un contesto economico già fragile per il nostro cantone”. La richiesta al Dt, quindi, è di “riconsiderare queste scelte”. JAC

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