L'associazione sull'acquisto dello stabile Efg. ‘Il capo del Dipartimento ha avuto quindici anni per riformare la giustizia... ha mantenuto i problemi’
L’Associazione giuristi/e democratici/che Ticino (Agdt) ribadisce il proprio no all’acquisto dello stabile Efg a Lugano, primo tassello della prospettata ‘Cittadella della giustizia’, su cui si pronuncerà il popolo nella votazione del 9 giugno. “Non è un no logistico, non è questione né di milioni né di investimenti: il nostro è un no giuridico, perché il caos che regna nel sistema giudiziario ticinese con la riunione di diverse istanze in un solo palazzo”, cioè il citato stabile, “non potrà che essere peggiorato”, è la severa opinione dell’associazione, riunitasi di recente in assemblea.
L'Agdt si dice “ben consapevole di tutti i limiti logistici che vive il sistema giudiziario in questo momento”. Limiti “evidenti da decenni”, ma ai quali la politica “non ha saputo porre rimedio: ora in fretta e furia si è deciso di costruire una pomposa ‘Cittadella della giustizia’ senza farsi guidare dai più basilari principi costituzionali”. Spiega l’associazione: “In Ticino il Tribunale penale cantonale (Tpc) e la Corte di appello e revisione penale (Carp) fanno parte del Tribunale d’appello. Questo significa che un/a giudice del Tpc, qualora diventi presidente del Tribunale d’appello, si troverebbe gerarchicamente superiore al/la giudice della Carp che giudica le sue sentenze in seconda istanza”. Una situazione “incresciosa”, la definisce l’associazione, che “poteva essere risolta negli ultimi due decenni, così non è stato”. Oggi la proposta è di “riunire i due tribunali sotto lo stesso tetto”, quello dell’edificio Efg, “senza risolvere il problema delle gerarchie interne”. I fautori dell’acquisto dello stabile (un’ottantina di milioni di franchi) “affermano che la giustizia per essere efficiente deve anche apparire dignitosa: ribadiamo che la prima apparenza di una giustizia efficace sta nella garanzia di indipendenza di giudizio”.
Quello dell’Associazione giuristi/e democratici/che Ticino è però anche un no politico. Punta quindi il dito contro il capo del Dipartimento istituzioni Norman Gobbi. “Ha avuto ormai quasi quindici anni per riformare la giustizia ticinese e tutto quello che ha ottenuto – sostiene l’Agdt nella nota – è mantenere i problemi esattamente come sono”.