Intervista al presidente di Unitas entrato in carica a marzo 2023 dopo l’emergere dei gravi casi di molestie sessuali e mobbing a opera di un ex dirigente
Quando a marzo 2023 ha assunto il mandato di presidente dell’Associazione ciechi e ipovedenti della Svizzera italiana ha dichiarato: «Conosco poco Unitas, i suoi collaboratori e la sua offerta», sottolineando però che si sarebbe impegnato per dare serenità all’associazione. A 14 mesi di distanza Fabio Casgnola afferma di essere «complessivamente soddisfatto per quanto fatto sinora, pur conscio che siamo solo a metà dell’opera». Casgnola ha preso le redini di Unitas in un momento molto difficile, ovvero dopo che un audit esterno voluto dal Consiglio di Stato ha portato alla luce una grave situazione caratterizzata da molestie sessuali e mobbing perpetrati per 25 anni da un ex alto dirigente nei confronti di dipendenti e utenti. Audit da cui al contempo emergeva un’assenza di misure di prevenzione e la mancanza di una posizione chiara da parte dei vertici di Unitas, ciò che ha permesso che tale situazione si verificasse. A margine dell’assemblea ordinaria, tenutasi sabato scorso all’hotel Unione di Bellinzona, abbiamo intervistato il presidente.
Un momento dell’assemblea di sabato 25 maggio
Qualcuno tra i soci ci ha riferito di non partecipare più alle attività associative in quanto non si sente a proprio agio nell’incontrare certi membri del vecchio comitato sempre presenti. Secondo queste persone non ci sono più stati grandi confronti o scontri perché loro stesse si sono allontanate. All’interno di Unitas si sentono ancora in qualche modo gli strascichi dei casi di molestie, di mobbing, di ritorsioni verso i soci che hanno avuto il coraggio di denunciare pubblicamente la situazione, o è riuscito nel suo intento di creare un clima sereno?
Nel corso dell’ultimo anno ho cercato di relazionarmi positivamente con tutte e tutti, siano essi ex o nuovi membri di comitato, soci, utenti, collaboratori, volontari o accompagnatori. Il feedback ricevuto è senz’altro positivo. Le presenze complessive e l’interazione ai nostri eventi segnalano che i soci vogliono contribuire personalmente e concretamente a creare quel clima necessario affinché Unitas possa ritornare a essere la casa di tutte e tutti, come avevo segnalato e richiesto al momento della mia elezione. Di questo sono particolarmente contento come sono riconoscente per i molti attestati di stima ricevuti in questi mesi. L’elaborazione di quanto avvenuto è, comunque, cosa molto personale e comprendo dunque che alcune persone possano eventualmente aver bisogno di maggior tempo per ritrovare la necessaria serenità prima di compiere questo passo fondamentale. Noi, comunque, ci siamo e continueremo a esserci.
Il gruppo di soci che per primo aveva domandato il ricambio integrale del comitato aveva chiesto già un anno fa un incontro di conciliazione “per ritrovare un gruppo di autoaiuto unito”, ma questo non è mai stato organizzato. È perché si vuole dimenticare definitivamente quanto successo senza però confrontarsi una volta per tutte o ci sono altre ragioni?
Nel recente passato io stesso, da solo o con altri membri di comitato, ho avuto occasione di incontrare tutte le persone particolarmente colpite da quanto avvenuto onde segnalare la nostra vicinanza e sensibilità e comprendere eventuali necessità. Nell’ultimo numero del 2023 della nostra rivista sonora “Arcobaleno” abbiamo poi pubblicato la registrazione di un “incontro intorno al camino” fra la nostra vicepresidente e una delle vittime, in segno di solidarietà e disponibilità delle parti a voler dunque chiudere con il passato, non certo dimenticandolo semplicemente, bensì imparando piuttosto da quanto avvenuto e implementando a tutti i livelli quanto ancora necessario per migliorare ulteriormente la nostra attività. Per potenziare ancora di più la comunicazione e l’informazione interna abbiamo anche introdotto, dallo scorso autunno, delle serate di scambio fra comitato, direzione, soci e volontari, che si svolgono a ritmo trimestrale e che sono sempre ben frequentate.
«La mia porta sarà sempre aperta», ha dichiarato, sempre nel marzo dell’anno scorso. Vi ha bussato qualcuno? Per quale tipo di questioni?
Come detto, nel corso dell’anno ho avuto molti contatti personali, sia formali che informali, con molte persone vicine all’associazione e i temi trattati sono stati davvero tanti. Spaziavano su tutto lo spettro delle nostre numerose attività.
È stato istituito un canale chiaro e accessibile, sicuro e affidabile per eventuali segnalazioni di abusi, ciò che era mancato in passato?
La nostra associazione ha introdotto un proprio Regolamento “Mobbing e molestie sessuali sul posto di lavoro”, sviluppato con il supporto e la consulenza del Servizio per le pari opportunità del Cantone – progetto PMI Azione+ – sin dal novembre 2021, e proceduto alla relativa formazione del personale. La direzione, nel corso dello scorso anno, ha inoltre verificato che tutto il personale fosse a conoscenza di quanto previsto nel caso situazioni simili potessero riprodursi. Questa formazione è prevista per i nuovi collaboratori. Intendiamo anche estendere progressivamente la possibilità di seguire questa formazione ai volontari e alle persone che aiutano nelle attività con i nostri soci e utenti.
Il cambio integrale del comitato come indicato dal Consiglio di Stato è avvenuto. È stata anche risolta la problematica dell’accentramento del potere?
Uno fra i compiti principali con cui il comitato si è confrontato è stato quello relativo al miglioramento della governance interna. Nel corso dell’autunno si è riorganizzata la direzione dell’Associazione, autonoma nella gestione operativa, con un comitato chiamato a formulare le strategie e fissare gli obiettivi così come a controllarne il raggiungimento. La collaborazione fra comitato e direzione oggi è molto stretta e proficua, nel pieno rispetto, comunque, delle competenze reciproche. L’implementazione di tutte le misure necessarie – penso, ad esempio, ai processi di lavoro interni – ci terrà impegnati sino alla fine del prossimo anno.
Il suo mandato da presidente dura fino al 2025. Si è già individuato qualcuno, come da tradizione cieco o ipovedente, disposto a prendere in mano l’associazione?
L’obiettivo è quello di procedere, passo dopo passo ma senz’altro in tempi brevi, all’elezione alla presidenza di un socio cieco o ipovedente. Attualmente le priorità sono orientate, come spiegavo prima, all’implementazione delle misure legate in particolare alla governance.
Ci spiega le novità approvate sabato per quanto riguarda le modifiche statutarie e la nomina di un nuovo membro di comitato?
Le modifiche statutarie che l’assemblea ha votato sono piuttosto di carattere formale, secondario, tendenti ad allineare i nuovi statuti da noi approvati lo scorso anno con quelli federali. Nel dettaglio la proposta del comitato si basava sulla richiesta fatta a Unitas dalla Federazione svizzera dei ciechi, ossia la modifica di alcuni articoli in modo da precisare meglio le competenze relative alla nomina o alla proposta dei rappresentati dell’associazione nei diversi organi federativi, suddivisi fra assemblea e comitato. Per quanto attiene invece la questione dell’elezione, in assenza di candidature da parte di socie o soci, il comitato ha avanzato la proposta di continuare a operare con l’effettivo attuale composto da 6 membri, attivandosi sin da subito per creare le condizioni affinché il comitato eletto per la legislatura 2025-2029 sia composto da 7 persone.
Unitas è confrontata ormai da anni con un deficit strutturale, che ha visto chiudere il 2023 con una perdita di 1 milione e 331mila franchi e un’ulteriore erosione del capitale proprio, sceso ora a 25,25 milioni di franchi. Come valuta la situazione finanziaria di Unitas? Dopo quanto avvenuto sono scese le offerte volontarie e le donazioni?
La situazione finanziaria della nostra associazione è simile a quella di altre organizzazioni che, come noi, operano nell’ambito del sociale. La base di finanziamento è data dai mandati pubblici federali e cantonali e la copertura dei costi delle molteplici prestazioni svolte dalla nostra associazione necessita anche di sostegni garantiti da raccolte fondi, lasciti e contributi diversi. Al proposito vale la pena ricordare che Unitas è una delle poche realtà che, a livello regionale, racchiude sotto un unico tetto sostanzialmente tutti i bisogni richiesti dai nostri utenti lungo l’intero arco generazionale. Tenuto conto anche dell’attuale situazione finanziaria degli enti pubblici, la nostra associazione deve prestare particolarmente attenzione alla pianificazione finanziaria, attuando tutte le misure necessarie, come ad esempio la proposta di adeguamento della tassa sociale, restata invariata da diversi anni, a fronte di un continuo sviluppo delle prestazioni e dei servizi erogati. All’assemblea il comitato ha proposto di aumentare la tassa sociale annuale da 25 a 50 franchi a partire dal 1° gennaio 2025 e di dare mandato alla direzione, in caso di provata necessità, di adeguare la tassa ai membri che ne facessero richiesta. La proposta è stata approvata dall’assemblea con 46 voti favorevoli, 0 contrari e 3 astenuti.
Lei come ha vissuto questo anno? Ha trovato accoglienza o è stato difficile lavorare? Quali sono le principali sfide che ha dovuto affrontare e quelle che si prospettano per il futuro?
Personalmente sono molto soddisfatto dell’anno che sta per terminare e che mi ha molto impegnato su più fronti. In particolare mi son sentito davvero ben accolto da soci, utenti e volontari. Spero, d’altra parte, di avere risposto positivamente alle loro attese, ben conscio del margine di miglioramento ancora presente. Sulle sfide l’essenziale è già stato detto: il perfezionare la nostra governance e l’assicurare delle risorse finanziarie sane sono obiettivi certamente primari, senza per questo dimenticare quello fondamentale e permanente, che consiste nel garantire alla nostra associazione di continuare a essere il vero centro di competenza per ciechi e ipovedenti della Svizzera italiana, luogo nel quale ognuno possa davvero sentirsi come a casa propria. Quest’anno abbiamo inoltre il piacere di sottolineare due importanti anniversari che interessano la nostra associazione. Da un lato i 60 anni della nostra rivista parlata “L’Arcobaleno”, un canale di comunicazione importante e molto apprezzato dai nostri soci e utenti e, dall’altro, i 100 anni dalla nascita del nostro fondatore Tarcisio Bisi. Abbiamo pertanto ritenuto importante cogliere questa opportunità per presentarci al pubblico in occasione di una giornata Unitas che avrà luogo sabato 19 ottobre presso il Palazzo Civico di Bellinzona.