ErreDiPi scende in piazza a Bellinzona. In 150 per ribadire l'importanza di un ‘sì’ alle misure di compensazione in votazione il 9 giugno
Un muro per difendere le rendite dei dipendenti affiliati all'Ipct, la cassa pensione dei dipendenti pubblici. È quello che ha voluto erigere questo pomeriggio a Bellinzona la Rete per la Difesa delle Pensioni (ErreDiPi). Un'azione simbolica con la speranza che l'operazione si ripeta anche domenica 9 giugno alle urne, quando la popolazione sarà chiamata a esprimersi sulle misure di compensazione. «Questa è la più grande manifestazione popolare di sostegno al ‘sì’», afferma Enrico Quaresmini, portavoce dell'ErreDiPi, alle circa 150 persone che dal piazzale della stazione ferroviaria di Bellinzona hanno sfilato fino a piazza Nosetto dove è stato “eretto” il muro di scatoloni. «Ha assolutamente senso scendere di nuovo in piazza per ribadire pubblicamente la nostra posizione». A chi sostiene che si tratta di una mossa controproducente e poche settimane dal voto Quaresmini risponde: «Noi non facciamo altro che sostenere un messaggio per una modifica di legge votato dal Gran Consiglio. Non capisco perché ci sia tanta preoccupazione, quello che serve fare è smontare una narrazione che si allontana dai fatti». E per il portavoce dell'ErreDiPi i fatti sono «che 17mila persone senza queste misure di compensazione dovranno rinunciare a due mensilità. Persone che non hanno colpa di nulla e hanno sempre pagato quello che è stato chiesto loro. Senza dimenticare – aggiunge Quaresmini – che i contributi sono stati molto ridotti perché sugli accrediti arriva molto meno. Due cifre: di contributi ordinari al netto delle spese paghiamo durante la carriera 8,8 volte il nostro salario assicurato, ma ci viene accreditato 7,65 volte. Questo vuol dire una differenza importante, senza considerare i contributi di risanamento». Insomma, per l'ErreDiPi la situazione è chiara: «C’è una dispersione dei contributi che è spaventosa e innegabile. Non si può fare finta di non vederla e a queste persone, ai lavoratori affiliati all'Ipct, non si possono togliere altre due mensilità». Inoltre, dice Quaresmini indicando il muro di scatole, «se si rompe questo argine poi tutte le altre casse pensioni si sentiranno legittimate a fare la stessa operazione senza dare compensazioni».
A sfilare, come detto, sono state circa 150 persone. Molte meno rispetto alle altre mobilitazioni organizzate da ErreDiPi, anche perché in questa occasione le sigle sindacali hanno deciso di non aderire all'iniziativa. «Il numero non era l'aspetto importante oggi. Una messa vale anche se ci sono pochi fedeli presenti», replica Quaresmini. «È un periodo molto pesante per chi lavora nel mondo della scuola, lo sapevamo bene e non ci aspettavamo quindi un'adesione da record. Va poi tenuto conto – aggiunge Quaresmini – che c’è stata una campagna da parte delle altre sigle sindacali e dei partiti per non venire alla manifestazione».
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