“Un importante aiuto non solo per sostenere il ceto medio di fronte ai premi in forte aumento, ma la possibilità concreta di risanare definitivamente anche le finanze pubbliche del Cantone”. Il Partito socialista prende posizione in merito alla stima del Dipartimento sanità e socialità secondo cui, per far fronte all’esplosione dei premi di cassa malati, in caso di approvazione dell’iniziativa per premi meno onerosi, la Confederazione dovrà versare al Canton Ticino tra i 370 e i 390 milioni di franchi in più all’anno.
L’iniziativa, in votazione il prossimo 9 giugno, ricorda il Ps in una nota, “chiede di limitare i premi di cassa malati al massimo al 10% del reddito disponibile e di introdurre una chiave di riparto dei costi tra Cantoni (1/3) e Confederazione (2/3). Così facendo si chiede alla Confederazione di assumersi le proprie responsabilità di fronte all’esplosione dei costi della salute e di non lasciare soli i cantoni nell’affrontare la spesa sempre crescente dei sussidi di cassa malati”. Una cifra, quella dei quasi 400 milioni, che il Ps definisce “notevole, che avrebbe un impatto risolutivo sulle fragili finanze cantonali”. In questo modo, si legge nel comunicato, “potremmo mettere definitivamente in pensione l’inutile Decreto Morisoli. Basti pensare che il Consuntivo 2023 ha chiuso con un disavanzo d’esercizio di -121 milioni di franchi e che, a termine di paragone, la ridistribuzione degli utili della Banca nazionale attesa per il 2024, e mai arrivata, ammontava a 137 milioni di franchi: molto meno in confronto dei 400 milioni attesi in questo caso”.
“Questa ridistribuzione di risorse della Confederazione – mette in evidenza il Partito socialista – andrebbe a compensare il fatto che, a causa anche della particolare situazione sociodemografica e socioeconomica, il Ticino subisce i premi di cassa malati tra i più alti e contemporaneamente gli stipendi i più bassi in assoluto”. E sottolinea: “Potremmo in questo modo finalmente anche correggere le evidenti distorsioni dell’attuale sistema di perequazione finanziaria intercantonale, che vede il Ticino ricevere ‘solo’ 86,8 milioni di franchi contro i 235 milioni dei Grigioni, gli 884 milioni del Vallese, senza parlare di Berna con i suoi 1,3 miliardi di franchi di entrate dalla perequazione”. Tant’è, conclude la nota, che “approvare l’iniziativa non significa unicamente dare un aiuto concreto al ceto medio e alle famiglie più fragili per far fronte alla follia dei premi di cassa malati, ma si tratta anche di un gesto di responsabilità per le finanze del Cantone”.