C’è una bozza di rapporto. Il dossier forse in parlamento ‘a settembre’. Le considerazioni di Zängerle (Curafutura)? Quadranti: ‘Non mi tolgono il sonno’
Il messaggio del governo è del marzo dello scorso anno, nel frattempo in seno alla commissione parlamentare ‘Sanità e sicurezza sociale’ è stata allestita una bozza di rapporto. Ma perché il dossier approdi al plenum del Gran Consiglio bisognerà attendere con ogni probabilità alcuni mesi. «L’orizzonte temporale più plausibile? Subito dopo la pausa estiva, ritengo. Il prossimo settembre il parlamento dovrebbe infatti disporre di tutti gli elementi per esprimersi sugli indirizzi strategici della nuova pianificazione ospedaliera cantonale, per il periodo 2024-2032, proposti dal Consiglio di Stato», dice il deputato liberale radicale Matteo Quadranti. Suo il progetto di rapporto sulla pianificazione ospedaliera oggetto del messaggio varato dall’Esecutivo nel 2023: il dossier è sotto la lente di una sottocommissione, coordinata dallo stesso Quadranti, della ‘Sanità e sicurezza sociale’.
Sottocommissione che ieri mattina si è nuovamente riunita. «La bozza di rapporto che ho allestito aderisce in buona parte al messaggio governativo - afferma Quadranti, interpellato dalla ‘Regione’ -. Sollevo però degli interrogativi soprattutto su contenuti, condizioni e criteri riguardanti i moduli di sollecitazione d’offerta, che rappresentano il nuovo sistema. Per questo, dietro richiesta di alcuni colleghi della sottocommissione, si è deciso di sentire in audizione il Consiglio di Stato per chiarire determinati aspetti. Cosa che faremo a breve». Dopodiché, continua il relatore, «il progetto di rapporto verrà esaminato dai gruppi parlamentari e in seguito dal plenum della commissione ‘Sanità’». Puntualizza Quadranti: «Sia chiaro, non si va a chiudere ospedali. Si va invece, per esempio, a concentrare certe specializzazioni in strutture dove c’è una casistica importante, così da incentivare la qualità e ridurre i costi; a integrare meglio questa pianificazione con quelle dei servizi di cure infermieristiche a domicilio e delle case anziani, immaginando in tal modo il percorso completo del paziente. In un capitolo del mio rapporto promuovo inoltre la figura del medico di famiglia».
I lavori riguardanti la pianificazione ospedaliera ticinese (stesso discorso per quelle di altri cantoni) sono attentamente seguiti da Pius Zängerle, direttore di Curafutura, una delle due associazioni mantello (l’altra è Santésuisse) degli assicuratori malattia. Per Zängerle i progetti cantonali di pianificazione sarebbero “poco ambiziosi” quanto a contenimento di sprechi e doppioni, fra le cause dell’aumento dei premi di cassa malati. Insomma, i ricorsi sono dietro l’angolo. Le considerazioni del direttore di Curafutura «non turbano i miei sonni», riprende Quadranti: «È peraltro assai difficile che una pianificazione ospedaliera accontenti tutti gli attori del settore, per cui non si possono escludere ricorsi. Tuttavia come sottocommissione stiamo cercando di fare il miglior lavoro possibile».
A illustrare alla stampa la prima tappa della nuova Pianificazione ospedaliera cantonale per il periodo 2024-2032 e gli indirizzi strategici era stato il titolare del Dipartimento sanità e socialità (Dss) Raffaele De Rosa (vedi laRegione del 24 marzo 2023). Per quel che concerne gli indirizzi strategici, “si vuole perseguire con determinazione un’adeguata allocazione dei servizi, delle competenze e delle risorse sull’asse prossimità-concentrazione. Un equilibrio tra capillarità e concentrazione dei servizi”. Nel concreto, ad esempio, confermando un reparto di medicina interna nelle sedi ospedaliere di Faido e Acquarossa, ma pure introducendo lo strumento delle quote minime di mercato, come raccomandato dalla Conferenza dei direttori della sanità. Questo strumento, aveva spiegato il direttore in seno al Dss della Divisione della salute pubblica, Paolo Bianchi, è uno dei pochi riconosciuti a livello federale che si muove nell’ambiguità tra concorrenza e pianificazione per evitare un’eccessiva frammentazione. Il suo scopo è infatti di scongiurare doppioni e favorire l’economicità. Se poi in ospedali già esistenti il volume di alcune prestazioni andasse sotto la soglia fissata, lo specifico mandato relativo potrebbe essere loro tolto. Nel messaggio del Consiglio di Stato figura anche l’intenzione di puntare a medio-lungo termine a un ospedale di riferimento di medicina somatico-acuta e altamente specializzata. Nonché quella di potenziare di trenta letti i reparti acuti di minore intensità. Una serie di interventi che secondo Zängerle, come detto, “mostrano una scarsa ambizione per contenere i costi”. Alla critica, arrivata nel maggio del 2023, aveva prontamente risposto Bianchi, contattato dal nostro giornale: “Attraverso la pianificazione non abbiamo molti margini di manovra che permettano di giungere alla chiusura di determinate strutture o alla concentrazione massiccia di certe prestazioni a causa del modo in cui è concepita la LaMal”, la Legge federale sull’assicurazione malattie.