laR+ rustici fuori zona

‘Niente procedura edilizia per chi affitta per brevi periodi’

La Sezione degli enti locali chiarisce la prassi e conferma ‘l'eccezione ticinese’ rispetto alla Legge federale. Piezzi: ‘Una bella notizia per il Ticino’

‘Un affitto così breve è simile all’uso che ne farebbero i proprietari’
(Ti-Press)
9 aprile 2024
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I proprietari di rustici fuori zona potranno continuare ad affittare i loro immobili per brevi periodi, meno di 90 giorni l’anno, senza dover inoltrare una domanda di costruzione. A metterlo nero su bianco attraverso una lettera inviata a sindaci, municipali e segretari comunali è la Sezione degli enti locali (Sel). “Vi segnaliamo – si legge nella missiva – che i Comuni possono confermare, ai sensi dell’art. 21a cpv 3 della Legge sul turismo del 25 giugno 2014, l’idoneità delle strutture ricettive da locare a uso turistico nel fuori zona edificabile (rustici) a condizione che la locazione non superi i 90 giorni di effettiva locazione turistica durante un anno civile”. E quindi il passaggio fondamentale: “La conferma non necessita l’avvio di una procedura edilizia, ritenuto che la locazione di breve durata a fini turistici per un massimo di 90 giorni annui è assimilabile, in termini di intensità d’uso, a quello che ne farebbero i proprietari”.

Al governo si chiedeva di ‘tirar fuori le unghie’

La decisione è una risposta alle molte voci che dal Ticino chiedevano al Consiglio di Stato di “tirare fuori le unghie”, per usare le parole di Felice Dafond, presidente dell’Associazione comuni ticinesi, e opporsi alla rigidità delle norme federali in materia. Norme federali che imponevano di inoltrare una domanda di costruzione per il cambio destinazione dell’edificio. Una richiesta che, come spiegava una lettera del Dipartimento del territorio inoltrata dalla Sel ai Comuni in agosto, avrebbe in ogni caso avuto scarse probabilità di successo. Ma non solo. Il proprietario, che avrebbe dovuto anche accollarsi il costo dal profilo amministrativo, si sarebbe visto arrivare un tecnico comunale o un funzionario del Cantone per ispezionare eventuali situazioni non conformi dal profilo edilizio e turistico. Con il rischio finale, qualora si fossero accertati abusi edilizi anche solo di lieve entità, di dover pagare sanzioni e mettere mano al portafoglio per il ripristino.

‘Un settore molto interessante per il Ticino’

«È una bella notizia per il Ticino», afferma il granconsigliere liberale radicale Aron Piezzi, tra i primi a sollevare il tema con un’interrogazione inoltrata al governo cantonale insieme al collega Luca Renzetti. «È positiva la collaborazione tra i Dipartimenti, che fa solo del bene al territorio. Le autorità hanno dimostrato un certo pragmatismo e del buon senso, riconoscendo la particolarità del nostro cantone e dei suoi rustici fuori zona che sono un patrimonio da tutelare e valorizzare». Lo scorso mese di ottobre, lo ricordiamo, il Consiglio di Stato aveva infatti dichiarato sempre attraverso la Sel di voler prendere ulteriore tempo per valutare la situazione. Nel frattempo era stata estesa fino a giugno 2024 la proroga che permetteva di affittare il proprio rustico per meno di 90 giorni senza dover inoltrare una domanda di costruzione. «Quello dei rustici è un settore molto interessante e importante per il Ticino. Sia da un punto di vista culturale che economico, specialmente per le regioni periferiche. C’è un bel potenziale turistico, in grado di attirare visitatori sul territorio», dichiara Piezzi.

Nella lettera indirizzata a Esecutivi e segretari comunali si spiega che, ai sensi della Legge federale sulla pianificazione del territorio, sono in ogni caso previste delle eccezioni. Tra queste: la locazione di singole stanze all’interno di abitazioni utilizzate principalmente come case primarie o nel caso si tratti di un’abitazione di vacanza che era già offerta in affitto dal 1972 ad esempio attraverso uffici del turismo locali. Questa locazione, scrive la Sel, viene ora organizzata attraverso una piattaforma internet.

Tra le fila di chi aveva preso chiaramente posizione contro l’obbligo di domanda di costruzione c’erano anche le Organizzazioni turistiche di Bellinzonese e Locarnese. I vincoli imposti erano stati definiti “dannosi” dalle due Otr. “È una procedura troppo restrittiva e tendente a un divieto di affittare”. A chiedere soluzioni coraggiose piuttosto che divieti, portando argomentazioni simili, era stato invece l’Ente regionale per lo sviluppo del Locarnese e Vallemaggia.

Sul tema dei rustici restano dei ‘cantieri’ aperti

Sempre a proposito di rustici, il Gran Consiglio ha recentemente approvato una mozione presentata dallo stesso Piezzi che chiede al Consiglio di Stato di attivarsi alla Conferenza dei Cantoni alpini e promuovere, tramite la deputazione alle Camere federali, la revisione della Legge sulla pianificazione del territorio. «Occorre cambiare approccio nei confronti del territorio fuori zona edificabile – spiega il deputato liberale radicale – gli interventi di ristrutturazione, a carattere conservativo o con cambiamento di destinazione, devono essere favoriti e incentivati perché concorrono alla tutela del paesaggio, e non come avviene adesso considerati delle eccezioni». Un’altra mozione, presentata dal granconsigliere del Centro Fiorenzo Dadò, chiede l’istituzione di un gruppo di lavoro per adeguare il Puc-Peip, con l’obiettivo di valutare l’allentamento delle restrizioni in modo meno rigoroso e più flessibile. “Il parlamento federale – si legge nel testo – ha approvato una modifica dell’articolo 24d, che disciplina gli interventi sugli edifici degni di protezione ubicati fuori dalle zone edificabili”.

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