QUOTIDIANO IN CLASSE

Non solo scuola nella formazione

Alla fine delle Medie, le ragazze e i ragazzi devono fare una scelta impegnativa: indirizzare il proprio futuro. Lavoro, scuola o magari entrambi?

Dal lavoro si possono trarre insegnamenti (di vita) essenziali anche alla crescita personale. (Nel riquadro Sara Rossini Monighetti)
(Depositphotos)

Quindici anni rappresentano un traguardo significativo per i giovani che si apprestano a intraprendere un percorso di apprendistato. L’ingresso nel mondo del lavoro costituisce un passo emozionante, durante il quale la scelta del settore professionale non deve solamente consentire una carriera gratificante, ma permettere l’espressione della creatività e dell’entusiasmo individuali, elementi che devono restare sempre vivi. L’apprendistato si presenta come un’opportunità straordinaria per acquisire una professione, sviluppando competenze pratiche direttamente sul campo. Ogni esperienza vissuta diventa parte integrante del percorso di apprendimento, contribuendo a costruire una base solida per il futuro professionale. Oltre alle competenze specifiche del settore, è fondamentale investire nella crescita delle competenze trasversali. La capacità di comunicare efficacemente, di risolvere problemi e lavorare in squadra sono abilità cruciali in qualsiasi ambiente professionale. L’apprendistato si configura non solo come un periodo formativo specifico per una determinata professione, ma anche come un’occasione per affinare queste competenze trasversali, rendendo i giovani pronti ad affrontare le sfide del mondo del lavoro moderno.

Durante l’attività de Il Quotidiano in classe, gli studenti delle classi quarte della scuola media hanno l’opportunità di approfondire aspetti significativi del percorso scolastico e formativo. Per farlo in maniera più completa, ci siamo rivolti alla signora Sara Rossini Monighetti, cofondatrice di Fill-up, Apprendisti a Pieno Potenziale, un’organizzazione con l’obiettivo di sostenere e promuovere l’apprendistato. Le abbiamo chiesto di raccontarci pregi e difetti di questo sistema.

Quali sono le principali motivazioni che spingono i giovani a intraprendere un apprendistato dopo la scuola dell’obbligo?

L’apprendistato unisce una componente teorica a una parte pratica, consentendo ai giovani di apprendere la professione direttamente sul campo e di confrontarsi fin da subito con le necessità e le sfide del mondo del lavoro. Un mix vincente, tanto che questo percorso formativo viene apprezzato e anche replicato in molte parti del mondo. Iniziare a muovere i primi passi nel mondo del lavoro, proprio mentre si formano i valori professionali, rappresenta un’opportunità significativa.

Tuttavia pochi giovani scelgono consapevolmente l’apprendistato; la maggior parte lo fa per mancanza di alternative, spesso a causa di risultati scolastici insoddisfacenti, che non consentono altri percorsi a tempo pieno. Questa situazione porta a una percezione distorta di un percorso meno impegnativo dal punto di vista dello studio.

Quali competenze sono indispensabili per affrontare con successo il mondo del lavoro, caratterizzato da un ambiente in cui esistono delle regole stringenti?

Un professionista competente e stimato unisce conoscenze tecniche specifiche nel suo campo con competenze trasversali. L’etica professionale comprende i valori e i comportamenti adottati nel contesto lavorativo. Sono principi che influenzano direttamente la qualità del lavoro e la relazione con i colleghi. Ci sono quattro aspetti fondamentali. La professionalità, che include la puntualità, il rispetto delle scadenze e delle regole aziendali, nonché l’impegno e la serietà nello svolgere il proprio lavoro. L’integrità, che implica onestà e trasparenza nelle azioni, mantenendo coerenza tra parole e comportamenti. La responsabilità delle proprie azioni, comprendendo il riconoscimento e l’apprendimento dagli errori e dagli insuccessi, oltre alla ricerca di soluzioni per risolvere i problemi. La dedizione, che consiste nel dare sempre il massimo e cercare costantemente di contribuire al miglioramento dei risultati in ambito scolastico e lavorativo.

I giovani come affrontano le sfide iniziali durante il percorso di formazione sul lavoro?

L’apprendistato introduce il giovane in un contesto diverso da quello quotidiano, richiedendo un adattamento a una realtà sconosciuta, in cui prevalgono regole e dinamiche specifiche stabilite dal datore di lavoro. Questa transizione segna l’ingresso nel “mondo degli adulti”, implicando la responsabilità e la necessità di sviluppare un’autodisciplina che includa la capacità di gestire le attività legate alla scuola e alla preparazione di documenti formativi.

Per superare le sfide iniziali, è fondamentale che i giovani trovino formatori e colleghi disponibili a guidarli, condividendo competenze ed esperienze. L’importanza della formazione “sul campo” si rivela cruciale: il giovane apprendista ha l’opportunità di imparare confrontandosi direttamente con le situazioni reali del mondo del lavoro.

Qual è il ruolo della famiglia nel facilitare la transizione e preparare i propri figli?

La famiglia svolge un ruolo primario come punto di riferimento per i giovani, fornendo sostegno emotivo e d’incoraggiamento di fronte alle sfide del mondo del lavoro. I membri della famiglia possono offrire preziosi consigli sulla gestione del tempo e dello studio, aiutando così i giovani ad affrontare le difficoltà. Tuttavia per i genitori questo compito non è sempre semplice; la complessità dell’apprendistato e la ribellione adolescenziale possono rendere arduo trovare un equilibrio tra offrire supporto e stabilire limiti.

Dalla sua esperienza quali sono state le sfide iniziali che i giovani hanno incontrato? Può condividere un esempio concreto?

Affrontare le regole e le aspettative del mondo del lavoro può essere impegnativo per i giovani, poiché sono abituati a un contesto scolastico più flessibile e meno orientato ai risultati immediati. La transizione implica l’acquisizione di competenze professionali e l’assimilazione della cultura aziendale, come la puntualità, l’affidabilità e la capacità di lavorare in team. Un esempio di questa sfida è rappresentato da un apprendista che non si è presentato al lavoro per motivi di salute. Non ha chiamato il responsabile, ma ha inviato un semplice messaggio, senza seguire le procedure corrette per comunicare la sua assenza, compreso l’invio del certificato medico, causando disagi al team. Questo evidenzia la difficoltà dell’apprendista nel conformarsi alle norme e alle aspettative professionali, nel caso specifico alla comunicazione e alla gestione delle assenze.

Che cosa consiglierebbe agli apprendisti attuali e a coloro che si stanno preparando per intraprendere un apprendistato?

Ci sono alcuni consigli fondamentali che possono fare la differenza. Prendere seriamente il percorso formativo: l’apprendistato è importante sia per la crescita professionale sia personale. È fondamentale dedicarsi alla formazione pratica in azienda e a quella scolastica, con impegno e serietà. Pianificare lo studio dedicandogli tempo regolarmente, per non arrivare impreparati alle verifiche. Cercare feedback e imparare dagli errori. Non temere di chiedere un riscontro sul proprio lavoro. I consigli e le critiche costruttive sono preziose occasioni di apprendimento. Impostare obiettivi chiari: conoscere gli scopi del proprio percorso aiuta a mantenere la motivazione e a concentrare le energie. Adottare un atteggiamento proattivo: avere la capacità di percepire anticipatamente i problemi, prendere l’iniziativa e avere senso di responsabilità, qualità apprezzate nel mondo del lavoro.

Quali sono le principali cause che possono contribuire agli insuccessi da parte degli apprendisti?

La demotivazione è la causa primaria dell’insuccesso, derivante da varie fonti e con profondi impatti sul percorso formativo dei giovani. Scegliere un settore che non rispecchia le proprie passioni o lavorare in una azienda che non valorizza l’apprendista può generare insoddisfazione e perdita di motivazione, riflettendosi negativamente anche sui risultati scolastici. La mancanza di un adeguato supporto da parte dell’azienda, o della famiglia o del formatore, può far sentire l’apprendista isolato e meno in grado di affrontare le sfide.

Le difficoltà nell’acquisire nuove competenze, sia pratiche sia teoriche, possono far credere all’apprendista di essere considerato inadeguato o incapace.

In che modo l’apprendistato influisce sulle prospettive di carriera dei giovani a lungo termine?

L’apprendistato è un percorso formativo di grande valore per il futuro professionale dei giovani, poiché consente loro di acquisire una combinazione di conoscenze teoriche e professionali nel loro settore d’interesse. Questo percorso fornisce una solida base per costruire la propria carriera, agendo come un trampolino di lancio che conferisce un reale vantaggio competitivo nel mercato del lavoro. Grazie all’esperienza pratica e allo sviluppo di un’etica professionale solida, oltre alla capacità di adattarsi a contesti lavorativi diversi, l’apprendistato prepara i giovani non solo a essere lavoratori qualificati nel loro settore, ma anche a diventare professionisti in grado di pensare criticamente, lavorare in modo efficiente in team e affrontare con resilienza le sfide, qualità sempre più richieste nel mondo del lavoro.