Roberta Soldati, deputata Udc e avvocata, chiede spiegazioni al Consiglio di Stato. E avverte: la nuova norma avrà gravi conseguenze per Procura e Comuni
Primo capoverso: “I Comuni inviano un richiamo scritto assortito della comminatoria dell’azione penale giusta l’articolo 292 del Codice penale svizzero nei confronti degli assicurati morosi ed escussi che non si sono presentati alla prima convocazione o non hanno fornito le informazioni richieste”. Secondo capoverso: “I Comuni segnalano immediatamente all’autorità penale gli assicurati che non danno seguito al richiamo e ne informano la Cassa cantonale di compensazione Avs/Ai/Ipg”. Eccolo il famigerato articolo 38a inserito dal Consiglio di Stato nel Regolamento di applicazione della LaMal, la Legge federale sull’assicurazione malattie, e in vigore dall’ottobre 2023. Una norma che per il Ministero pubblico, già oberato di lavoro, potrebbe tradursi in migliaia di procedimenti contravvenzionali in più. “L’Istituto delle assicurazioni sociali ha stimato fra le duemila e le quattromila denunce che verranno introdotte annualmente da parte dei Comuni”, ha dichiarato lo scorso novembre alla ‘Regione’ (edizione di martedì 14) il procuratore generale Andrea Pagani. Assai esplicito il già responsabile dell’Ufficio assicurazione malattia Bruno Cereghetti in un’intervista rilasciata in dicembre sempre alla ‘Regione’ (edizione di venerdì 15): “In questo modo si criminalizzano delle persone molto fragili e marginalizzate. Lascia inoltre allibiti pure l’enorme lavoro supplementare così generato per casi bagatella di cui verrà caricato il Ministero pubblico, già ai limiti delle proprie capacità gestionali”. La scorsa settimana il ‘Corriere del Ticino’ ha riferito di diversi Comuni, tra cui Lugano, che hanno deciso di non dar seguito al 38a. Ora il tema è oggetto di un’interpellanza depositata dalla democentrista Roberta Soldati. Per la deputata “in virtù del principio della sicurezza del diritto e della parità di trattamento, è fondamentale che il Consiglio di Stato prenda posizione e attui i necessari correttivi”.
Il nuovo articolo 38a, scrive Soldati, il cui atto parlamentare è stato sottoscritto da gran parte del gruppo Udc in Gran Consiglio (Tuto Rossi, Alain Bühler, Andrea Giudici, Lara Filippini, Tiziano Galeazzi, Pierluigi Pasi), “sta creando grandi disagi ai Comuni, poiché oltre al maggior onere amministrativo, costringe gli stessi a segnalare al Ministero pubblico, in applicazione dell’articolo 292 del Codice penale, i morosi che non pagano i premi della cassa malati ed escussi che non si sono presentati al colloquio o non hanno fornito le informazioni richieste”. Il 292, ricorda la prima firmataria dell’atto parlamentare, “sancisce che chiunque non ottempera a una decisione a lui intimata da una autorità competente o da un funzionario competente sotto comminatoria della pena prevista nel presente articolo, è punito con la multa”.
Insomma le segnalazioni al Ministero pubblico potrebbero essere “numerose”, costringendo l’autorità penale “ad aprire centinaia di nuovi incarti”. Peraltro, evidenzia Soldati, di recente il pg Pagani “ha riferito che nel 2023 sono stati aperti” dal Ministero pubblico complessivamente “14’700 incarti: un record, anche se negli ultimi anni la tendenza è sempre stata in ascesa. Nel 2022 sono stati aperti 13’885 incarti, nel 2021 12'800”. Non solo. Le ultime modifiche (in ordine di tempo) del Codice di procedura penale entrate in vigore il 1° gennaio “hanno comportato maggiori oneri per i procuratori pubblici”. E se a questi “si sommano gli incarti che dovranno essere aperti a seguito dell’entrata in vigore del nuovo articolo 38a, il Ministero pubblico sarà ancora di più sotto pressione, a scapito del già critico principio di celerità”.
Di qui una serie di domande al Consiglio di Stato. Nel concepire l’articolo 38a del Regolamentazione di applicazione della LaMal “si è tenuto conto dei maggiori oneri amministrativi posti a carico del Comuni?”. Quali i motivi “che hanno fatto optare per questa nuova prassi?”. Si è tenuto conto “dei maggiori oneri posti a carico del Ministero pubblico, pur sapendo che quest’autorità è da anni ‘in uno stato di sofferenza’?”. Quali sono “gli obiettivi che si intendono raggiungere con questa nuova prassi, pur sapendo che la conclusione del procedimento penale non porterà altro che a una multa (magari sospesa e che magari non verrà mai pagata)?”. Quali le modalità di monitoraggio per sapere se obiettivi sono stati conseguiti?”. E ancora: “Alla luce delle differenti prassi adottate dai Comuni, il Consiglio di Stato intende trovare altre soluzioni che verrebbero applicate da tutti senza creare disparità di trattamento?”.
«Le multe non pagate vengono commutate in carcere, quando però le strutture detentive cantonali registrano da mesi una situazione di sovraoccupazione… No, questo articolo 38a – afferma, da noi interpellata, Roberta Soldati – rischia di avere pesanti conseguenze su tutto il sistema: sull'attività del Ministero pubblico e su quella delle amministrazioni comunali. Oltretutto alcuni Comuni hanno nel frattempo fatto sapere che non intendono dar seguito alla nuova norma. Il che introduce una disparità di trattamento – l’assicurato moroso ed escusso viene penalmente perseguito oppure no a seconda del Comune in cui vive – e di conseguenza mina la certezza del diritto. Ciò è molto grave – sottolinea la deputata e avvocata –. Mi auguro perciò che il governo riveda quanto deciso a suo tempo».