Discusso dalla sottocommissione parlamentare il parere del giurista del Gran Consiglio. Maderni: ‘Fugati i dubbi’. Relatore Pasi. Rapporto per fine mese
Dalla perizia luce verde. L’estensione delle competenze dei segretari giudiziari nei procedimenti contravvenzionali – affinché anche loro, stretti collaboratori dei magistrati inquirenti, cioè dei procuratori pubblici, possano firmare decreti di accusa o di abbandono – è fattibile. Trasmesso nei giorni scorsi, il parere del consulente giuridico del Gran Consiglio Roberto Di Bartolomeo è stato discusso nella riunione di questa mattina dalla sottocommissione parlamentare della ‘Giustizia e diritti’, indica quest’ultima in una nota.
In sostanza, secondo Di Bartolomeo, che ha analizzato anche una sentenza del Tribunale federale, non vi sono impedimenti all’attribuzione di competenze decisionali ai segretari giudiziari. È dunque possibile. Ciò che di riflesso sgraverebbe i procuratori dai casi di lieve entità, riguardanti reati per i quali la pena comminata è la multa. Insomma, se lo vorrà, il Gran Consiglio potrà dare (finalmente) seguito alla modifica della Legge sull’organizzazione giudiziaria proposta dal Dipartimento istituzioni e contenuta nel messaggio varato dal governo nel settembre 2019. L’operazione, oltretutto, non comporterebbe costi per le casse del Cantone. «Gli approfondimenti sono stati eseguiti e ora il parere giuridico, che avevamo chiesto, ci dice in pratica che si può procedere», evidenzia, contattata dalla ‘Regione’, la coordinatrice della sottocommissione ‘Ministero pubblico’, Cristina Maderni. «La perizia ha permesso di fugare i dubbi di alcuni deputati. La sottocommissione – aggiunge la granconsigliera del Plr – è concorde nell’andare avanti e pertanto nell’accogliere quanto prospettato dal Consiglio di Stato». Un passo necessario, osserva a sua volta la socialista Daria Lepori, presidente della ‘Giustizia e diritti’, «perché la magistratura, nella fattispecie quella penale, possa in tempi ragionevolmente brevi deliberare e dare delle risposte a chi le attende. Va inoltre ricordato che in altri cantoni i segretari giudiziari hanno già ampie competenze decisionali». Per la leghista Sabrina Aldi, «ben venga l’opportunità di alleggerire i procuratori pubblici da procedimenti che possono essere trattati dai collaboratori giuristi del Ministero pubblico».
Relatore è il democentrista ed ex procuratore federale Pierluigi Pasi. Il quale, riprende Maderni, «dovrebbe poter preparare una bozza di rapporto per la fine di questo mese». Dopo la sottocommissione, si pronuncerà il plenum della ‘Giustizia e diritti’. Le firme della commissione e quindi il voto dell’aula. L’obiettivo, sostiene Maderni, «è di portare il dossier in Gran Consiglio nella sessione di marzo».
Concretamente, il governo propone di inserire nella Legge sull’organizzazione giudiziaria la disposizione secondo cui il procuratore generale “autorizza nei casi esclusivamente contravvenzionali singoli segretari giudiziari a dirigere il procedimento penale, emanare i decreti di non luogo a procedere, sospendere o abbandonare il procedimento penale, emanare i decreti d’accusa, promuovere l’accusa e rappresentare il Ministero pubblico nelle sedi giudiziarie competenti”. Come ad esempio in Pretura penale in caso di opposizione a un decreto d’accusa.
Attualmente, aveva spiegato alla ‘Regione’ il procuratore generale Andrea Pagani, conclusa l’audizione dello scorso 13 novembre in commissione, il segretario giudiziario “istruisce la pratica e allestisce un progetto di decisione: un progetto appunto, perché solo il procuratore può firmare un decreto, dopo aver ovviamente letto la bozza di decisione. Oggi insomma per delle procedure bagattellari il magistrato è costretto a interrompere più volte il proprio lavoro su incarti di ben altro spessore penale, con conseguente allungamento dei tempi di evasione di quest’ultimi”.
Il pg non aveva avuto alcun dubbio nel sottolineare necessità, utilità e urgenza di un’estensione delle competenze dei segretari giudiziari. Alla luce non solo degli ulteriori formalismi derivanti dalla revisione, decisa a Berna, di una serie di norme del Codice di procedura penale, ma anche di un nuovo articolo del Regolamento della legge di applicazione della LaMal, la Legge federale sull’assicurazione malattie: il 38a, concepito dal Consiglio di Stato. Il recente articolo prevede la punibilità (la multa, la sanzione comminata) degli assicurati morosi ed escussi i quali, nonostante il richiamo del Comune, non si presentano o non danno le informazioni chieste e che per questo vanno segnalati “immediatamente” dall’ente locale alla Procura. L’Istituto delle assicurazioni sociali, ha riferito il pg Pagani, stima fra le duemila e le quattromila le denunce che i Comuni inoltreranno annualmente al Ministero pubblico. Migliaia di procedimenti contravvenzionali in più. Ulteriori incarti per il Ministero pubblico e, in caso di opposizione, per la Pretura penale.