Ticino

Il governo: sì ai tempi parziali anche per i magistrati

Ok del Consiglio di Stato alla mozione di Maddalena Ermotti-Lepori (Centro) e cofirmatari. Eccezioni per Ministero pubblico e Ufficio del gpc

Grado di occupazione e proposte
(Ti-Press)
22 dicembre 2023
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Sì ai tempi parziali a Palazzo di giustizia. L’ok arriva dal Consiglio di Stato che, nero su bianco, si dice favorevole all’introduzione della “possibilità” di tempi parziali “anche per i magistrati e le magistrate”. Sul tema del grado di occupazione dei togati, il governo condivide quindi la proposta oggetto di una mozione depositata nel settembre del 2020 da Maddalena Ermotti-Lepori del Centro e sottoscritta da altri diciassette deputati di più partiti (Plr, Ps, Verdi, Più Donne, oltre al Centro), “convinti e convinte che la possibilità di lavoro a tempo parziale, in particolare per permettere alle persone di meglio conciliare lavoro e famiglia, sia un’opportunità interessante e vada promossa anche per le professioni qualificate”. Un’opportunità, sostengono inoltre i mozionanti, che “potrebbe portare pure a una organizzazione migliore all’interno della magistratura”.

Disposizione vigente ‘anacronistica e contraddittoria’

In Ticino eccezioni all’esercizio della funzione a tempo pieno di magistrato (appartenente all’ordine giudiziario) non sono oggi contemplate dalla legge, ricorda il governo prendendo posizione sull’atto parlamentare. Tuttavia, rileva, “l’attuale soluzione della Legge sull’organizzazione giudiziaria risulta non allineata rispetto a quanto regolarmente praticato nel resto della Svizzera, ma risulta anche, per certi versi, anacronistica e contraddittoria a livello cantonale, visto che da tempo funzionari, dipendenti e docenti dell’Amministrazione cantonale possono, nei limiti dettati dalle esigenze di servizio, lavorare a tempo parziale”.

Riserve da parte di Procura e Ufficio giudici dei provvedimenti coercitivi

La consultazione “effettuata presso le Magistrature permanenti del Cantone”, aggiunge il Consiglio di Stato, “ha raccolto un ampio consenso riguardo all’introduzione del principio del tempo parziale, con le significative eccezioni del Ministero pubblico e dell’Ufficio dei giudici dei provvedimenti coercitivi (gpc), che notoriamente confrontati con un elevato carico di lavoro, temono con questa novità di perdere in efficienza e rapidità decisionale”.

In altri cantoni

Sono peraltro “numerosi”, indica il Consiglio di Stato, i Cantoni che permettono l’impiego a tempo parziale per i magistrati: “Oltre al Canton Ginevra, citato come modello dagli autori della mozione, hanno legiferato in questo senso Zurigo, Zugo, Vaud, Uri, Soletta, San Gallo, Neuchâtel, Lucerna, Giura, Friborgo, Basilea-Città, Berna e Argovia. “Variegate” le disposizioni sul lavoro a tempo parziale dei togati: alcuni Cantoni “prevedono delle quote minime di occupazione a tempo parziale (esempio: 50% o 80%), altri limitano questa facoltà ai soli giudici, altri invece lo estendono anche alla funzione di procuratore pubblico”. In altri ancora “certe posizioni di rilievo come il presidente del Tribunale d’appello o il Procuratore generale sono riservate a incarichi a tempo pieno”. Osserva l’Esecutivo: “Il quadro che emerge dal confronto cantonale, pur nella sua diversità, è comunque quello di un’ampia possibilità di esercitare la funzione di magistrato a tempo parziale, nei limiti dettati dalle esigenze di organizzazione interna dei singoli tribunali e/o procure pubbliche”. Passando alla giurisdizione federale, l’esercizio dell’attività di giudice a tempo parziale “è ammessa al Tribunale penale federale, al Tribunale amministrativo federale e al Tribunale federale dei brevetti”.

Ora spetta al parlamento pronunciarsi

Il governo invita pertanto il Gran Consiglio ad “approvare” la mozione. In caso di luce verde, l’Esecutivo “provvederà a valutare l’implementazione dell’introduzione del lavoro a tempo parziale per le magistrate e i magistrati”. I mozionanti chiedono di non limitarsi alla soluzione del cinquanta per cento, ma di prevedere la possibilità di lavorare anche, per esempio, “all’ottanta o al settanta per cento”.

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