Vask Ticino scrive al parlamento. Risparmi e interrogativi nella lettera dell’Associazione di familiari e amici delle persone con disagio psichico
“Non possiamo mancare di trasmettervi la nostra preoccupazione”. C’è (ancora) posta per la commissione parlamentare della Gestione alle prese con l’esame del Preventivo 2024 del Cantone e i primi tagli proposti dal Consiglio di Stato per conseguire il pareggio dei conti pubblici entro fine 2025 come da decreto Morisoli. Stavolta a scrivere, a manifestare preoccupazione per l’impatto delle misure finanziarie prospettate con la manovra di rientro (quasi 134 milioni di franchi) è Vask Ticino, Associazione familiari e amici delle persone con disagio psichico. Vask, si ricorda nella recente lettera alla Gestione, “opera da un ventennio a favore delle famiglie di persone con disagio psichico, in particolare con schizofrenia”. Il suo scopo “è di fornire sostegno alle famiglie e di operare affinché le persone con disagio psichico trovino le migliori possibilità di cura per la loro malattia psichica e, una volta passata la fase acuta, le migliori possibilità volte a favorire il loro ristabilimento”, spiega l’associazione. Che rileva “l’importante taglio sia per le strutture per invalidi che per gli istituti per minorenni (Cem)”.
Le strutture per invalidi, annota Vask Ticino, “offrono alle persone con disagio psichico due tipi di prestazione parimenti importanti: la possibilità di un’occupazione diurna adeguata alle loro capacità e alla loro vulnerabilità psichica, nonché di una riabilitazione professionale grazie ai laboratori” e “la possibilità di sostegno correlato al bisogno per un’abitazione indipendente dalla famiglia d’origine”. Tuttavia “osserviamo che già oggi vi sono difficoltà nel reperire un posto in laboratorio per persone con disagio psichico all’uscita della clinica psichiatrica”. Queste persone, che “di regola” sono giovani, “si trovano quindi costrette a trascorrere le giornate a casa, senza occupazione e senza relazioni sociali tipiche dell’età adulta: il risultato, purtroppo, è spesso il riacutizzarsi della malattia che li aveva condotti in clinica con conseguente nuovo ricovero”. Già, il lavoro. Che in questi casi, sottolinea l’associazione, “ha valenza anche terapeutica, rafforzando la parte sana, che c’è sempre, dell’individuo con disagio psichico”. Sul fronte abitativo, anche i giovani con disagio psichico “cercano una loro indipendenza dalla famiglia d’origine”. Ma pure per quel che concerne “la possibilità di un’abitazione autonoma dalla famiglia d’origine”, evidenzia Vask, “riscontriamo delle difficoltà nel reperire soluzioni adeguate”. E dunque, prosegue la lettera, “se già ora la situazione dei giovani con disagio psichico attestato risulta difficile dal punto di vista sia occupazionale sia abitativo, ci interroghiamo e vi interroghiamo sulla situazione che si produrrà con i tagli prospettati”.
Passando agli “Istituti per minorenni (Cem)”, l’associazione rammenta fra l’altro che “la malattia psichica, schizofrenia compresa, può manifestarsi in età precoce, in particolare in adolescenza o addirittura in preadolescenza, quindi in età di scuola media: in effetti fra i nostri associati ci sono genitori i cui figli hanno subìto uno scompenso fra i 13 e i 15 anni, con quel che ne consegue in termini di scolarità prima, formazione professionale poi e raggiungimento di indipendenza in età adulta”. Non solo: “Ricordiamo inoltre che la malattia psichica non si manifesta tutt’a un tratto, bensì in modo graduale dando luogo a sintomi prodromici che spesso sono impropriamente letti dall’ambiente come manifestazioni adolescenziali ritardando in tal modo un intervento terapeutico necessario per consentire al ragazzo o alla ragazza di riprendere un suo sviluppo nella norma”. Ebbene, “ci chiediamo e vi chiediamo se, date le misure di risparmio contemplate dal Preventivo 2024 e per gli anni seguenti, quanto previsto a livello dei Cem potrà essere attuato in modo da contrastare il ricovero di questi ragazzi in strutture della vicina penisola, come indicato nel messaggio (governativo ndr.) oppure, aggiungiamo noi, in strutture della svizzera francese”. La Vask si interroga anche “sull’attuazione della pianificazione sociopsichiatrica votata dal Gran Consiglio”. In particolare “va aperta al più presto l’unità di cura integrata per minorenni, di cui si avverte un gran bisogno già da anni”.
«Sono state diverse le lettere ricevute nell’ultimo periodo che manifestano preoccupazione, come è sempre successo anche in passato per enti o associazioni colpite da misure. Sono infatti parecchie le realtà toccate dalle misure di risparmio di competenza del Consiglio di Stato che lo stesso governo vuole implementare nei vari contratti di prestazione», afferma il presidente della Gestione, il leghista Michele Guerra. «Come commissione prendiamo atto di queste indicazioni. In tal senso, a proposito dei lavori sul Preventivo 2024, proprio per valorizzare le opinioni, abbiamo voluto sentire l’Atis (Associazione ticinese istituti sociali, ndr) come una delle entità cappello». La strada che porta il Preventivo in aula resta però lunga. «È sicuro che non si potrà andare in parlamento con il dossier a gennaio. Magari a febbraio – spiega Guerra –, mancano infatti le dovute convergenze politiche e si stanno ancora valutando possibili misure alternative con il governo». Un ritardo dovuto anche dal fatto che la Gestione ha scoperto le proposte dell’Esecutivo solo in ottobre, quando sono stati presentati Preventivo 2024 e primo pacchetto di misure di risparmio. «È sempre facile parlare con il senno di poi, ma forse se ci fosse stata una condivisione preventiva di queste misure o almeno delle bozze con la nostra commissione, penso che avremmo trovato maggior convergenza su questo dossier: in Gestione di risanamento ne parliamo da prima di giugno, ma pur avendo fatto varie audizioni con il governo, le proposte o le idee di risanamento non ci sono state presentate, se non in forma definitiva in ottobre». Guerra era presidente della Gestione anche nel 2015-16, quando venne approvata una manovra di rientro per risanare le finanze cantonali. «Rispetto a quel risanamento la situazione attuale è una delle più intricate che abbia visto in tutti i miei anni di politica attiva in parlamento. Una mia bozza di rapporto sul preventivo – continua Guerra – è pronta da settimane, dovessimo però andare in aula senza sufficienti convergenze politiche ci sarebbe il rischio di conseguenze serie. Rischieremmo di dover fare il doppio lavoro nel 2025 o ancora di non eseguire il rientro richiesto dal popolo lavorando sulla spesa ma magari di dover vedere aumentare le imposte. Ecco perché si sta investendo adesso così tanto tempo sul dossier».
E resta d’attualità anche la risoluzione che, come anticipato ieri dalla ‘Regione’, tutti i collegi dei docenti dei Licei e della Commercio hanno spedito ai deputati, criticando duramente, e unanimemente, i tagli previsti dal governo. La direttrice del Dipartimento educazione cultura e sport Marina Carobbio, da noi interpellata per una valutazione, fa sapere che «proprio questa settimana ho avuto un proficuo incontro con la presidente e i presidenti dei plenum dei licei della scuola cantonale di commercio, nell’ambito del quale mi hanno illustrato quanto esposto nella risoluzione. È stato un incontro prezioso che mi ha consentito di ascoltare, approfondire e meglio comprendere il vissuto e le esigenze del corpo docenti, degli allievi e delle famiglie in questo settore. Negli scorsi mesi ho avuto incontri simili anche con i presidenti dei plenum delle scuole medie e altri gremi dei vari ordini scolastici. Ribadisco di capire pienamente le preoccupazioni delle docenti, dei docenti e più in generale del personale che garantisce quotidianamente con grande impegno un servizio pubblico di qualità di cui tutta la società beneficia. Il fatto che nonostante le circostanze oggettivamente difficili continuino a impegnarsi come hanno sempre fatto mi rincuora: rende loro onore e dimostra la loro professionalità, che merita rispetto e considerazione».