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Logopedia, ‘preventivo insufficiente e mai adeguato ai bisogni’

Zittema (Alosi): ‘Le richieste di valutazione di novembre e dicembre sono state finalmente sbloccate, ma nel settore la prevedibilità è indispensabile’

‘Negli scorsi mesi sempre più spesso alcune famiglie hanno deciso di pagare di tasca propria le sedute’
(Ti-Press)
26 dicembre 2023
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«Da metà novembre le richieste di intervento e di valutazione sono state finalmente sbloccate. Stiamo tuttavia ancora aspettando di conoscere l’ammontare del budget per il prossimo anno». Dopo un periodo di incertezza in atto dallo scorso settembre, i lunghi tempi d’attesa per bambini e giovani che potrebbero beneficiare di un percorso in logopedia sembrerebbero dunque non essere più realtà. Una situazione delicata – come spiega alla ‘Regione’ la presidente dell’Associazione logopedisti della Svizzera italiana (Alosi) Nynke Zittema – perché «in alcuni casi è tempestivo agire. Negli ultimi mesi stava succedendo sempre più spesso che alcune famiglie decidessero di pagare di tasca propria le sedute, così da non dover aspettare troppo». La logopedista accoglie quindi con sollievo la recente comunicazione dell’attivazione delle valutazioni da parte della Sezione della pedagogia speciale del Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport (Decs). Come detto, resta però l’incertezza legata al finanziamento per il prossimo anno.

‘A metà gennaio incontreremo la direttrice del Decs’

Ma andiamo con ordine. «A settembre – rievoca Zittema – c’è stato un blocco totale delle richieste di rinnovo, ovvero delle garanzie a scadenza di pazienti già presi a carico ma con i quali il percorso non era ancora concluso, e delle richieste di nuove valutazioni per bambini da prendere eventualmente a carico». La presidente dell’Alosi precisa però che se il blocco è avvenuto il 1° di settembre, la Sezione della pedagogia speciale l’ha comunicato solo il 26 dello stesso mese. Va poi ricordato che, secondo l’articolo 6 della Legge sulla pedagogia speciale nella quale rientra anche la logopedia, “le misure di pedagogia speciale assicurate dai prestatari riconosciuti sono gratuite e i costi sono a carico del Cantone”. Vista la comunicazione tardiva, illustra Zittema, «i logopedisti che avevano inoltrato la richiesta di rinnovo nei tempi corretti hanno lavorato malgrado non fosse ancora confermata la garanzia, e queste prestazioni non sono state pagate». A novembre però, nonostante alcune famiglie abbiano dovuto aspettare tre mesi per ricevere una risposta e il finanziamento cantonale, la situazione si è finalmente sbloccata. Un ritorno alla normalità di breve durata: le nuove richieste di valutazione inoltrate tra novembre e dicembre sono rimaste ferme fino alla fine della settimana scorsa. «Con l’annuncio della scorsa settimana – constata la presidente dell’Alosi – la situazione sembra essere di nuovo rientrata nella norma, sebbene non vi siano ancora state comunicazioni ufficiali relative alla grande incognita del 2024. Rimangono – aggiunge la logopedista – difficoltà più specifiche, come per esempio aumentare la frequenza terapeutica per quei pazienti per i quali si ritiene necessario intensificare l’intervento. Aumento che viene negato», sottolinea Zittema.

Non solo. «Il Consiglio di Stato non ha ancora dato un riscontro all’interrogazione della deputata dei Verdi Giulia Petralli inoltrata lo scorso ottobre». La presidente dell’Alosi saluta a ogni modo positivamente il fatto che durante l’ultima settimana qualcosa sembra essersi mosso. «Giovedì – indica – è infine arrivata la risposta della consigliera di Stato Marina Carobbio Guscetti alla lettera che le avevo inviato tempo fa per fissare un appuntamento in cui esprimere le nostre preoccupazioni. La direttrice del Decs si è detta disponibile a incontrare verso metà gennaio i membri del comitato dell’Alosi insieme ai sindacati e a un rappresentante legale per discutere di come cercare di raggiungere questa prevedibilità così indispensabile per le famiglie, per i professionisti del settore e per la Sezione della pedagogia speciale. Sarà probabilmente anche comunicato il preventivo per l’anno prossimo».

‘Il preventivo 2024 non è ancora stato comunicato’

Le preoccupazioni espresse da Zittema nella lettera all’indirizzo del Decs evidenziavano alcuni possibili risvolti in mancanza di finanziamenti sufficienti. «C’è il rischio concreto – mette in luce la logopedista – che a seguito del decreto Morisoli ci venga consentito di agire solo nei termini del preventivo valido in passato. Preventivo che tuttavia non viene aggiornato ormai da lungo tempo e che non è perciò adatto alle odierne necessità. Tant’è che negli ultimi anni la Sezione della pedagogia speciale ha sempre fatto richiesta di un credito accessorio, infine concesso. Sta di fatto che il preventivo non è mai stato ‘aggiustato’, per cui se dovessimo basarci solo su di esso, temo che il budget sarebbe sufficiente solo per coprire la prima parte del 2024». Di più. Secondo Zittema, «è da anni che il preventivo è insufficiente. Il grande punto di domanda che rimane è come mai non sia mai stato adeguato ai bisogni». Come detto, la risposta ufficiale non è ancora arrivata. «Sappiamo – relativizza Zittema – che la Sezione sta lavorando molto duramente per far sì che il governo ci conceda per il prossimo anno perlomeno quello che abbiamo ricevuto nel 2023».

Il nodo delle garanzie accorciate

Un altro cambiamento riscontrato in questi mesi è l’accorciamento della durata delle garanzie, di norma rilasciate per un anno. «Abbiamo effettivamente notato – conferma la presidente dell’Alosi – che ultimamente le garanzie emesse hanno una validità di sei mesi. La Sezione della pedagogia speciale ha motivato questo accorciamento con il fatto che non si sa ancora quale sia il budget per l’anno prossimo». Nel frattempo su richiesta della Sezione della pedagogia speciale – con la quale ci assicura Zittema «c’è una buona comunicazione e stima reciproca» – l’Associazione dei logopedisti ha ragionato su alcuni criteri nell’ottica di ottimizzare le prestazioni offerte agli utenti. «Abbiamo creato un gruppo di lavoro – illustra la logopedista – che ha proposto in assemblea straordinaria un cambio di paradigma nel rilascio delle garanzie. Ossia che in futuro non vengano più emesse delle garanzie temporali, ma piuttosto basate sulla casistica e orientate su un numero di sedute. Posso dunque dire che non siamo particolarmente preoccupati dall’accorciamento della durata delle garanzie, perché sappiamo che in futuro ci sarà una modifica completa del sistema. Speriamo comunque che la nuova modalità non vada a caricare ulteriormente i logopedisti dal profilo amministrativo e non crei pause terapeutiche in attesa della garanzia».