Ticino

Demografia, più nascite dopo il confinamento ma non in Ticino

Nove mesi dopo i due periodi di restrizioni più dure sono venuti alla luce più bambini a livello nazionale ad eccezione della Svizzera italiana

Un effetto inaspettato sulle nascite
(Ti-Press)
5 dicembre 2023
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La pandemia di Covid-19 ha avuto un effetto inaspettato sulle nascite in Svizzera: nove mesi dopo i due periodi di confinamento sono venuti alla luce più bambini a livello nazionale. Questa tendenza però non ha riguardato la Svizzera italiana, dove è stato registrato invece un calo, come rilevato in uno studio pubblicato oggi dall’Ufficio federale di statistica (Ust).

Nel marzo 2020 era stato dichiarato lo stato di emergenza dando inizio al primo periodo di confinamento, durato fino al giugno di quell’anno. “Ci si poteva aspettare, come spesso accade con le crisi economiche, che il rischio di disoccupazione e l’incertezza sul futuro portassero una parte delle coppie che desideravano un bambino a rimandare il progetto”. Eppure in Svizzera nove mesi dopo l’inizio della pandemia c’è stato un aumento delle nascite, scrive l’Ust.

Tra dicembre 2020 e marzo 2021 le nascite sono cresciute del 4,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La seconda ondata è avvenuta tra luglio e ottobre 2021, nove mesi dopo il secondo confinamento. L’incremento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente è stato del 5,5%. La prima ondata di bebè è stata rilevata anche in altri Paesi europei, mentre la seconda è un fenomeno esclusivamente svizzero, sottolinea l’Ust.

Il numero di nascite nei due periodi è cresciuto molto di più nella Svizzera tedesca che in Romandia (+5,6% rispettivamente +2,7% in confronto al periodo gennaio-marzo 2020 e +6,0% rispettivamente +4,8% in confronto al periodo luglio-ottobre 2020). Nella Svizzera italiana invece le nascite sono calate anche nei due periodi presi in considerazione.

Nel 2022 il numero di neonati è tornato a calare dell’8,1%. “Ci si può già chiedere quali conseguenze avranno la guerra in Ucraina e i conseguenti problemi economici sulle nascite nei prossimi anni”, conclude l’Ust.