Regazzi (Centro): ‘Con Chiesa rafforzeremo l’impatto della deputazione ticinese a Berna. Quando c’è una visione comune, si possono muovere tante cose’
Ansia. La parola più mormorata nel primo pomeriggio dagli esponenti e simpatizzanti del Centro. Riunitosi al ristorante Gnesa di Gordola, il partito ha atteso in trepidazione i risultati del ballottaggio. In ansia, appunto, di sapere se il suo rappresentante, già riconfermato al Nazionale, Fabio Regazzi sarebbe riuscito a imporsi sugli altri candidati in corsa per gli Stati. E se quindi, di conseguenza, Giorgio Fonio gli sarebbe subentrato a Berna alla Camera bassa.
Qualche minuto prima della chiusura dei seggi non sono molti i partecipanti al ritrovo. Tra i pochi presenti c’è però Fabio Regazzi, fra i primi volti politicamente più noti a materializzarsi. «Naturalmente – non nasconde il candidato centrista – è un giorno di grande tensione, ma cerco di affrontarlo con serenità». E relativizza: «Per tentare di scaricare un po’ le inevitabili emozioni che questa giornata comporta, stamattina sono andato a fare un giro in Valle Verzasca. Ora sono pronto ad attendere i risultati. Fiducioso, ma naturalmente un po’ in ansia, sentimento che non può mancare in questo momento».
Tra un bicchiere di vino e qualche stuzzichino, i risultati provvisori non tardano ad arrivare. Già dai primi comuni scrutinati inizia a emergere una tendenza che, nel corso del pomeriggio, è andata consolidandosi sempre di più. I dati promettono bene. La tensione inizia quindi piano piano a scemare. L’atmosfera muta decisamente all’annuncio dell’elezione in Argovia della consigliera nazionale centrista Marianne Binder-Keller a scapito dell’Udc che aveva detenuto fin qui il secondo seggio alla Camera dei Cantoni. «Olè, la prima buona notizia della giornata!», esclama Regazzi.
Vista la tendenza promettente e la partecipazione nel frattempo sempre più folta di simpatizzanti del Centro al ritrovo, si decide di mangiare qualcosa. Vengono così serviti innumerevoli piatti di lasagne e l’ambiente si fa man mano più leggero. Intanto, i comuni scrutinati aumentano a un ritmo sostenuto mantenendo stabile il vantaggio di Regazzi sul suo diretto sfidante per la seconda poltrona, il liberale radicale Alex Farinelli.
Abbastanza rapidamente i comuni scrutinati raggiungono quota cento su centosei. I risultati temporanei vedono a questo punto sempre largamente in testa il democentrista Marco Chiesa, con 32’178 preferenze, seguito al secondo posto da Fabio Regazzi, con 26’609 voti, che mantiene un distacco di poco meno di 2’500 voti da Alex Farinelli. I giochi sembrano dunque essere fatti, ma nessuno a Gordola osa sbilanciarsi, anche perché a mancare ancora all’appello c’è un grande centro come Lugano.
Lugano si fa però desiderare lasciando tutti quanti sulle spine per un’altra buona mezz’ora. Poco dopo le 14 il ristorante viene inondato da un boato di gioia. Tutti i comuni sono stati scrutinati. Gaudio e tripudio. Fabio Regazzi si aggiudica il secondo seggio agli Stati con 31’962 preferenze staccando Farinelli di 2’406 voti. C’è chi esulta, chi piange, chi si abbraccia, chi brinda.
«A costo di essere banale, sono davvero strafelice». E si vede. Fabio Regazzi non sta nella pelle dalla gioia: «È un risultato tutt’altro che scontato. Siamo partiti come outsider». Di più. «Già al primo turno avevamo ricevuto un segnale importante, che mi ha e ci ha spronati per il secondo turno. Lo scorso 22 ottobre abbiamo capito che ce la potevamo fare e da lì è partita una campagna in cui mi sono impegnato a fondo con il sostegno incondizionato del partito. Questo risultato mi rende iperfelice, anche per tutte le persone che insieme hanno lavorato tanto e che oggi vedono coronato questo sogno».
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I primi calici durante l’attesa
Con l’elezione di Regazzi agli Stati Giorgio Fonio recupera dunque il seggio al Nazionale. «Sono chiaramente contento per Giorgio – commenta Regazzi –. Se lo meritava in quanto ha dato un contributo fondamentale. Che dire, sono emozionato e commosso».
Sui temi politici Regazzi preferisce però non dilungarsi. «Per ora preferisco godermi questo momento. Il tempo per i temi politici è dietro all’angolo e, lo sappiamo, le priorità non mancano. Adesso voglio veramente solo festeggiare, anche perché non capita spesso».
Nel confronto politico la vicinanza tra Fabio Regazzi e Marco Chiesa renderà forse più semplice la coabitazione a Berna: «Non è un segreto, io e Marco abbiamo delle affinità. Come è normale che sia, abbiamo naturalmente anche delle vedute differenti su alcuni temi. Siamo amici, c’è quindi una buona intesa tra di noi. Questo secondo me favorirà il lavoro di squadra del Canton Ticino, migliorando l’impatto della deputazione ticinese nella Camera alta. Quando c’è una visione comune, si possono muovere tante cose. Lui è presidente del primo partito nazionale, io sono presidente dell’associazione economica più importante del Paese (l’Unione svizzera delle arti e dei mestieri, ndr). Questo qualcosa vorrà pur dire».
Il risultato di Regazzi non può che essere un segnale incoraggiante per il Centro. «Per il partito – afferma il neoeletto consigliere agli Stati – questa è una vittoria chiave. Dopo aver perso per poco un seggio al Nazionale, questa vittoria ci rilancia restituendoci fiducia e morale. Vedo un grande entusiasmo che, in vista delle comunali, potrebbe rappresentare un buon viatico. Non eravamo abituati a festeggiare, ma la voglia di ritrovarci dopo questa giornata sarà sicuramente un tassello importante». Rispetto a quattro anni fa «credo che il lavoro di preparazione abbia funzionato meglio. Penso che in questo risultato mi sia anche stata riconosciuta l’esperienza accumulata nei dodici anni trascorsi alla Camera bassa. Probabilmente un elemento fondamentale di questa elezione».
Cosa non ha funzionato nella campagna dei vostri concorrenti liberali radicali? «È un po’ presto per fare delle analisi – ci risponde Regazzi –. Sulla carta il Plr partiva in vantaggio, poi probabilmente qualcosa non ha funzionato, magari nel posizionamento del loro candidato. Questo lo stabiliranno i vertici di partito. Per ora mi godo la mia elezione lasciando a chi di dovere le valutazioni e le analisi del risultato. Ho raggiunto il mio obiettivo e voglio godermelo». Nel frattempo tiene a ringraziare «ovviamente tutti i ticinesi che mi hanno votato, chi ha partecipato al voto e anche chi non mi ha scelto. Nonostante sarebbe meglio che la partecipazione fosse più alta, è comunque stato un bell’esercizio di democrazia. A chi è uscito deluso da questa tornata elettorale dico che il loro contributo sarà comunque utile nel confronto democratico che non deve mai mancare in Svizzera. Le critiche costruttive laddove si ritiene che si potrebbe lavorare meglio sono sempre benvenute».
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Giorgio Fonio, primo subentrante al Nazionale, esulta con il presidente del Centro Fiorenzo Dadò
È con gli occhi ancora lucidi che risponde alle nostre domande Giorgio Fonio, primo subentrante a Regazzi al Nazionale che salirà dunque prossimamente sul treno per Berna. All’annuncio dei risultati definitivi, Fonio ha lasciato andare tutta la tensione accumulata nelle settimane e nei mesi precedenti, scoppiando in un pianto liberatorio: «Ho subito chiamato mia moglie e i miei bambini. Sono estremamente emozionato». «È stato un percorso bellissimo – continua euforico – che nasce da un grande lavoro. Essere qui oggi con questo nuovo risultato mi emoziona. Un segnale forte è arrivato dal sostegno della regione: il Mendrisiotto ha chiaramente mostrato con questo ballottaggio di voler un consigliere nazionale, penso anche al risultato strepitoso di Chiasso».
Una nuova esperienza quella a Berna durante la quale bisognerà trovare degli interlocutori. «Credo – asserisce Fonio – che sarà importante trovare una soluzione con tutti. Se si vogliono portare a casa dei temi che interessano il Ticino è fondamentale trovare il maggior sostegno possibile con chi è stato eletto».
Sulle differenze con Regazzi ammette: «Su molti temi abbiamo opinioni diverse, il che ci porta a cercare delle soluzioni comuni nell’interesse del dossier, su altre questioni invece è più vicino a me di quanto si possa pensare». Il fatto però di non avere «ambiguità è probabilmente tra i motivi che ci hanno premiato agli occhi dell’elettorato». Essere il subentrante diretto di Fabio Regazzi ha contribuito a questo risultato? «Al primo turno – illustra Fonio – sono risultato come terzo assoluto rimanendo escluso. Posso immaginare che una parte dell’elettorato abbia voluto fare in modo che subentrassi». Un risultato per Fonio comunque frutto «del grande lavoro che negli anni ha fatto Fiorenzo Dadò. Non sempre ha vissuto momenti facili, ma Fiorenzo è stato l’artefice della trasformazione di un partito. Oggi questa vittoria è merito anche suo, se non soprattutto».