Con 40'549 voti personali il candidato Udc-Lega conferma il suo seggio al Consiglio degli Stati. L'attesa dei risultati a Viganello
«La verità è che senza di voi non avrei potuto fare nulla». È un Marco Chiesa soddisfatto, e anche emozionato, quello che intorno alle 16.30 ha raggiunto il bar Ul Nin da San Sir di Viganello, quartier generale scelto dall'Udc per l'elezione di ballottaggio che ha visto il candidato Udc-Lega riconfermare il suo seggio al Consiglio degli Stati e migliorare, con 40'549 voti personali, il numero di consensi ottenuto al primo turno. In molti si sono radunati per acclamarlo: al suo arrivo è scoppiato un fragoroso applauso e il suo nome è stato acclamato. «Non sta bevendo nessuno?», un'affermazione, quella di Chiesa, che ha di fatto aperto ufficialmente i festeggiamenti, preceduti da saluti, pacche sulle spalle e strette di mano. Nella consapevolezza che il risultato ottenuto dall'area di destra paga gli sforzi di una campagna elettorale che in molti, a Viganello come in generale, hanno definito lunga ed estenuante. La festa che ha accolto il senatore ha messo fine a un’attesa vissuta su due fronti. Da una parte Marco Chiesa ha atteso i risultati con la famiglia in montagna. Dall’altra i suoi sostenitori e colleghi di partito che si sono riuniti al ritrovo di Viganello. Ritrovo che si è animato intorno alle 15. Dopo la chiusura delle urne solo pochi avventori presenti, più che altro intenti in chiacchiere, lettura dei giornali domenicali e qualche (pochi) pronostici. Nell'agenda ci sono ancora gli impegni televisivi prima di una serata in famiglia. «È la prima sera che posso stare con mia moglie e i miei figli senza dover pensare a una campagna elettorale, anche loro se lo meritano».
Dopo i saluti di rito ai suoi sostenitori, tra una stretta di mano e un gesto affettuoso riservato ai suoi figli, Marco Chiesa ci parla dell'accoglienza che gli è stata riservata. «La cosa più bella di questa campagna elettorale è stata poter incontrare la gente, la cosa per cui faccio meno fatica in assoluto perché ho piacere di stare con le persone e questo piacere lo ritrovo anche in occasione di questi incontri». Per Chiesa «non ci sono segreti per vincere le elezioni: basta semplicemente non montarsi mai la testa e credere di far parte di una élite politica perché non esistono. Esistono solo persone che fanno gli interessi di una popolazione». Come è stata questa campagna elettorale? «Una campagna fatta di chilometri in giro per la Svizzera – ci risponde –. Con piccole e grandi grane da Ginevra a San Gallo e da Basilea al Ticino dove ho sempre avuto un grandissimo sostegno da parte di molte persone, non da ultimo quello di molti amici e della mia famiglia». Quando lo abbiamo sentito pochi minuti prima della chiusura dei seggi, Chiesa ci ha confidato di essere tutto sommato tranquillo. «Però ieri mia moglie mi ha comprato il tè alla valeriana».
Limitandoci al Ticino, e in particolare al Mendrisiotto, ultimamente non sono mancati problemi e discussioni. Nonostante questo Marco Chiesa è stato per esempio il più votato sia a Chiasso («anche se sono calato») che a Balerna. «Penso che i cittadini abbiano capito che si trattava di strumentalizzazioni e quali sono le mie intenzioni politiche, ovvero prendere in mano un problema della popolazione e poter dare delle soluzioni. Che sia a Chiasso, come nel caso specifico, ma anche in altre parti della Svizzera, perché non è nascondendo la testa sotto la sabbia o non chiamando i problemi per nome che si troveranno soluzioni alle esigenze della popolazione».
Archiviata la festa, Marco Chiesa è pronto a tornare al lavoro. «Da domani avrò una responsabilità supplementare – aggiunge –. Tantissime persone mi hanno dato fiducia e non la voglio tradire. Se possibile il mio impegno sarà ancora più determinato e ancora più forte per il Ticino, cantone dove vivo e voglio che la mia famiglia cresca». Agli Stati Chiesa ha ora un nuovo collega. «Con Fabio Regazzi ci conosciamo da tantissimo tempo e c’è certamente un'affinità. Visto che siamo entrambi amanti del calcio, sono convinto che potremo lavorare come una squadra. Non sempre saremo della stessa opinione su alcuni dossier, ma su quelli che riguardano il Ticino credo non ci saranno mai dubbi su cosa fare».
A elezione terminata, come analizza Marco Chiesa l'alleanza Udc-Lega? «È giusto parlare di area – risponde –. Un'area che necessita di essere ancora rinvigorita con proposte serie e persone che hanno voglia di interpretare queste proposte. Anche se in molti cercano di dipingere una concorrenza fra Lega e Udc, la verità è che la concorrenza deve essere al di fuori di quest'area – conclude Marco Chiesa –. Il nostro compito è far crescere il sostegno verso il partito e il movimento perché crediamo che un'immigrazione di massa non deve essere nel futuro del nostro Paese e perché crediamo che i criminali stranieri debbano essere espulsi: la migrazione deve essere gestita molto meglio di quanto lo sia adesso».
«È qui la festa?» è una frase che abbiamo sentito diverse volte al ritrovo Udc di Viganello. L'arrivo è stato alla spicciolata. Riccardo Gradi, che ci confida essere il cognato di Marco Chiesa, ha allestito bandiere e stendardi del partito. «Posso parlare di lui come persona – spiega –. È genuino, non si maschera dietro a nulla e crede nei valori forti come la famiglia, il lavoro e la Svizzera. Non l’ho ancora sentito, ma dalle immagini televisive posso dire che la tensione è passata e che si sta vivendo il risultato». Poco dopo fanno capolino i primi politici, provenienti da tutto il cantone. Gli esponenti di Mendrisio commentano tra loro l'esito, per loro negativo, del Referendum sullo skate park. Arrivano il municipale di Lugano Tiziano Galeazzi, consiglieri comunali, granconsiglieri dell'Udc e della Lega, i consiglieri Nazionali Piero Marchesi e Paolo Pamini. In attesa dell'arrivo di Marco Chiesa ci intratteniamo con qualcuno di loro. La soddisfazione è tanta, sia per il risultato che per l'elezione di Fabio Regazzi. Qualcuno si spinge oltre e guarda già al prossimo appuntamento con le elezioni comunali, rinviando però ogni genere di discussione alle prossime settimane. «È una giornata meravigliosa – commenta Alain Bühler, granconsigliere e presidente della sezione Udc di Lugano –. Tutti i dubbi e i timori, anche se magari futili rispetto al già buon risultato del primo turno, sono stati spazzati via e la riconferma di Marco Chiesa è sicuramente gratificante». Come leggere il risultato? «Il nostro partito, e anche Marco Chiesa come consigliere agli Stati, riesce a intercettare quelle che sono le reali preoccupazioni dei cittadini – aggiunge Bühler –. Cittadini che vogliono delle risposte e un cambiamento nella politica d'asilo e di immigrazione. L'impegno di Marco, così come quello dell'Udc nazionale, sarà proprio quello di cambiare rotta. Oggi si festeggia, ma poi si torna subito al lavoro con la prima sessione invernale». Bühler è anche uno dei collaboratori di Marco Chiesa e con lui ha vissuto la campagna elettorale. «Un periodo estremamente lungo e duro, anche perché non sono mancati attacchi sotto la cintura e quindi invece di parlare di temi spesso e volentieri ci siamo trovati a parlare di altro. Sono stati attacchi politici: i cittadini lo hanno capito e non hanno fatto mancare il sostegno a Marco Chiesa».
Anche Piero Marchesi, consigliere Nazionale e presidente dell'Udc cantonale, non ha nascosto che «c’è grande soddisfazione. Marco Chiesa era il candidato d'area Udc e Lega e ancora una volta è stato confermato che uniti si vince. Essere capaci di fare degli accordi elettorali che guardano al di là del singolo appuntamento elettorale credo sia stata ancora una volta la mossa vincente e non può che esserci un sentimento di gratitudine verso le ticinesi e i ticinesi che hanno creduto in questo progetto». Pensando al ritrovo di Viganello, Marchesi ha sottolineato che «è bello vedere così tanta gente pronta a festeggiare. D'altronde l'entusiasmo che si vive da ormai qualche anno all'interno dell'Udc è quello che ci ha permesso anche di crescere e di essere più presenti nei Comuni con la costituzione, negli ultimi anni, di circa 25 sezioni comunali». Un fattore, quest'ultimo, che «dimostra che siamo capaci di essere più vicini alla popolazione e ci sono ancora una serie di problematiche da risolvere – conclude Marchesi –. In tanti Comuni otteniamo risultati molto interessanti ma non sappiamo chi sono i nostri elettori e non riusciamo a individuare persone per costituire delle sezioni. Per le prossime elezioni comunali vogliamo fare un passo in questa direzione, perché la crescita del partito può ancora migliorare, essendo ancora più presenti nei comuni».