L'associazione di categoria (Atg), a vent'anni dalla disdetta da parte degli editori, vota una risoluzione per aprire le trattative a un nuovo Ccl
Licenziamenti e ancora licenziamenti. Di questo si è parlato, soprattutto, sabato, in occasione dell'assemblea annuale dell'Associazione ticinese dei giornalisti (Atg). «Nel nostro settore, oltre San Gottardo le ultime settimane sono state segnate dal taglio di circa 240 posti di lavoro, nelle redazioni del gruppo Tx e del gruppo Ch Media – ha evidenziato il presidente Roberto Porta –. Ed è in questo contesto di grande preoccupazione che si è discussa e approvata all’unanimità una risoluzione che mira a garantire e migliorare le condizioni di lavoro dei giornalisti e degli operatori dei media. Il nostro settore – non ha mancato di annotare – svolge un ruolo fondamentale per il dibattito democratico, ma ciononostante è da 20 anni privo di un contratto collettivo di lavoro. Una situazione che va assolutamente cambiata, giornalisti e operatori dei media hanno finalmente diritto a un contratto collettivo di lavoro, anche in Ticino! Il nostro comitato ha ricevuto l’incarico di aprire un tavolo di trattative con gli editori, per colmare una lacuna che la nostra associazione non può più tollerare».
“A favore di un contratto collettivo di lavoro regionale. Vista la mancanza da circa vent’anni di un Contratto collettivo di lavoro dei giornalisti in Svizzera tedesca e in Ticino e considerato lo stallo delle trattative per un nuovo ccl a livello nazionale, nonostante il grande impegno e gli sforzi profusi dalle associazioni e dai sindacati di categoria, l’assemblea dell’ Atg, preoccupata per il livello salariale e le condizioni di lavoro dei giornalisti nella Svizzera italiana, dà mandato al suo Comitato di aprire le trattative per un contratto collettivo di lavoro regionale dei giornalisti della Svizzera italiana, così come esiste ed è attualmente in vigore nella Svizzera francese”.