Vanetti (Agna) presenta un nuovo progetto di accompagnamento alla separazione collaborativa per garantire la bigenitorialità secondo la custodia alternata
«È giusto che, dopo un divorzio, ambedue i genitori si assumano la responsabilità di gestire i figli, senza che uno dei due venga escluso a priori». Pietro Vanetti, presidente dell’Associazione genitori nell’accudimento (Agna), ha le idee chiare. «La migliore dimostrazione di responsabilità per due persone che vivono una separazione – illustra – è parlarsi, soprattutto quando ci sono di mezzo dei figli, nell’interesse del minore». Per questa ragione l’associazione ha ideato un nuovo progetto di accompagnamento alla separazione collaborativa.
Facciamo però un passo indietro. Lo scorso 25 settembre la Camera del popolo ha approvato una mozione del consigliere nazionale del Centro Marco Romano che chiedeva che, “per favorire il benessere dei figli, questi ultimi dovrebbero poter beneficiare, di principio e in modo paritario, della cura ed educazione da parte di entrambi genitori (la cosiddetta custodia alternata, ndr) nel rispetto del principio di uguaglianza giuridica così come è già la regola per l’autorità parentale congiunta”. In altre parole, la bigenitorialità dovrebbe prevalere sui diritti individuali dei genitori, in modo che i figli possano continuare a mantenere paritari tempi di frequentazione con i genitori e con i parenti. Si attende la decisione degli Stati.
Come spiega il sito dell’Associazione ticinese delle famiglie monoparentali e ricostituite (Atfmr), “la custodia alternata, qualche volta chiamata anche affido condiviso o congiunto, è un modello di cura dei figli in cui i genitori vivono separati, ma hanno entrambi la custodia del figlio e se ne prendono cura secondo un calendario prestabilito. Dal 2017 il nuovo diritto di famiglia attribuisce all’autorità competente in caso di divorzio o di separazione il dovere di esaminare, su richiesta di un genitore o del figlio e nell’ottica del benessere del minore, la possibilità della custodia alternata. Negli ultimi anni tale modello è in lenta ma continua crescita”. Volta a modificare il Codice civile, la ‘mozione Romano’ – nel frattempo ceduta al consigliere nazionale vallesano del Centro Sidney Kamerzin dato che il deputato ticinese non si è ricandidato – andrebbe quindi a stabilire come regola la custodia alternata in sostituzione alla quella esclusiva.
La custodia alternata è però al centro di un dibattito. Da un lato ci sono coloro che, in nome della bigenitorialità, vorrebbero generalizzare questo modello, tra cui l’Agna e il movimento Papageno. Dall’altro coloro che invece ne evidenziano i limiti e vorrebbero dunque che venisse regolamentata tenendo maggiormente conto delle caratteristiche e specificità delle singole famiglie e del benessere del bambino, tra cui troviamo l’Aftmr come ci aveva spiegato la sua coordinatrice Alessia Di Dio lo scorso 28 settembre.
«È questa – riprende Vanetti – la grossa differenza tra la nostra associazione e l’Atfmr, per la quale la custodia alternata è semmai un punto di arrivo. Per noi è il contrario: come ci si occupava insieme dei figli prima del divorzio, è possibile farlo anche dopo la separazione». L’Agna è infatti un’associazione che si batte, sottolinea Vanetti, «per un rapporto paritario tra bambini, padri e madri, nonostante la separazione o il divorzio, e per il rispetto dei loro diritti della personalità. Siamo insomma paladini della bigenitorialità». Il presidente dell’Agna ritiene importante non aspettare che «le istituzioni facciano, ma fare in modo che possano fare. In tal senso come associazione facciamo da consulenti costruttivi nel caso in cui due persone si stiano separando, entrando dunque in un campo a loro sconosciuto».
«Negli anni – prosegue Vanetti – abbiamo constatato che quello che manca è un accompagnamento concreto per queste coppie in separazione. Una consulenza non è sufficiente, è invece necessario un percorso che illustri come gestire questa situazione». Da qui l’idea di concepire un progetto di accompagnamento alla separazione collaborativa con il fine di garantire una genitorialità condivisa: «Quando ci si separa come coppia, si rimane comunque genitori. In tal senso – afferma Vanetti – cerchiamo di trasmettere una maggiore responsabilizzazione attraverso il principio delle buone pratiche».
Il primo step di questo progetto sono delle sedute informative di incontri orientativi di gruppo, «allo scopo – espone Vanetti – di informare sugli aspetti giuridici e di sensibilizzare la coppia in separazione e i figli sulle questioni psicologiche ed emotive alle quali possono andare incontro». In un secondo momento, sono proposte delle consulenze individuali o di coppia: «In questa fase – continua il presidente dell’Agna – abbiamo introdotto un nuovo strumento che si chiama Mu@k tramite il quale, attraverso tutta una serie di domande, è possibile fare una stima degli oneri di accudimento. Questo permette di rendere i due genitori consapevoli di quante risorse siano necessarie nel caso di una genitorialità condivisa, così da accordarsi sulle proporzioni dei tempi di accudimento».
Dopo queste prime due fasi, l’Agna prevede anche di offrire un aiuto nella redazione della convenzione per la suddivisione dell’accudimento e degli oneri finanziari da presentare alla Pretura o all’Autorità di protezione. «In questo modo – conclude Vanetti – le Arp potranno valutare la plausibilità della convenzione sulla base di un documento che tiene conto dei parametri della legge vigente. L’Agna promuove inoltre, con un lavoro di rete, dei cicli di interventi multidisciplinari a sostegno delle situazioni difficili, in modo da raggiungere senza conflitti gli obiettivi del percorso di accompagnamento, ovvero la gestione quotidiana della separazione con una condivisione concreta della genitorialità, secondo i tempi di accudimento e i mezzi finanziari predisposti».
Le prime serate informative sono programmate per metà gennaio 2024, maggiori dettagli saranno pubblicati sul sito dell’associazione.