Ticino

‘Moltiplicatore al 97% se non si trova l’accordo sugli sgravi’

È il nuovo scenario arrivato sul tavolo della commissione della gestione. Una misura pensata ‘per evitare un aumento delle imposte per il ceto medio’

In sintesi:
  • Durisch: ‘Così non si aiuta il ceto medio’
  • Agustoni (Centro): ‘Non bisogno peggiorare la situazione
La commissione della Gestione
(Ti-Press)

Mantenere il moltiplicatore al 97 per cento e dire addio agli sgravi fiscali per i contribuenti più facoltosi. È il nuovo scenario arrivato sul tavolo della commissione parlamentare della Gestione. Un ‘salvagente’ da utilizzare nel caso non si riesca a trovare un accordo sulla riforma fiscale presentata in luglio dal Consiglio di Stato. Chiaro l’intento della proposta, che nessuna forza politica ha però voluto rivendicare pubblicamente: scongiurare un aggravio d’imposta per la popolazione, specialmente per il ceto medio, in un periodo di rincari generalizzati. Durante la seduta di stamattina, spiega il presidente della Gestione Michele Guerra (Lega), è stato anche sentito il Consiglio di Stato a proposito del Preventivo 2024 e del primo pacchetto di risparmi per 134 milioni. «La strada è ancora in salita. Le posizioni sono molte e non c’è certo unanimità sulle misure. Oggi scadeva pure il termine per porre le domande scritte da parte dei gruppi e posso dire che le medesime sono molte, attente e approfondite. Dovremo quindi vedere come evolverà la discussione anche in base alle risposte. In ogni caso un pacchetto di rientro dovrà comunque già essere concordato per il preventivo 2024 alla luce del mandato popolare, ma trovare la quadratura del cerchio sarà cosa assai complessa»: a questo punto, aggiunge Guerra, «arrivare in parlamento con il dossier già a dicembre sarebbe bello e rimane un obiettivo, ma realisticamente è complesso».

Durisch (Ps): ‘È una favola dire che così si aiuta il ceto medio’

Dal Partito socialista arriva un chiaro no all’eventuale mantenimento al 97 per cento del coefficiente cantonale. «Così come non eravamo d’accordo nel 2019 con la sua riduzione, dal 100 al 97 cento, seppur temporanea – rammenta il capogruppo del Ps in Gran Consiglio Ivo Durisch –. È ora di smetterla con la favola che ritoccando verso il basso il moltiplicatore d’imposta cantonale si favorisce il ceto medio. Perché non è così. Un esempio: mantenendo il moltiplicatore cantonale al 97 per cento, e quindi non riportandolo nel 2024 al 100 come prevede la norma votata dal Gran Consiglio a suo tempo, una coppia di anziani con un reddito di sessantamila franchi pagherebbe di imposte 45 franchi in meno all’anno, a fronte però di tagli ai sussidi di cassa malati di 1’500 franchi. Una riduzione di 3 punti percentuali del coefficiente cantonale comporterebbe un minor gettito annuo per le casse del Cantone di 45 milioni. Quei 45 milioni che servirebbero a evitare tagli agli istituti per invalidi, per minorenni disagiati, ai sussidi per il pagamento dei premi di cassa malati». Quarantacinque milioni di minor entrate, avverte ancora Durisch, “porterebbe a deficit dai quali, per le norme sul freno al disavanzo, si dovrebbe poi rientrare. E come? Con altri tagli alla spesa pubblica anche nel 2025 a danno principalmente del ceto medio». Se per finire il Gran Consiglio optasse per il mantenimento del moltiplicatore al 97 per cento? «Valuteremmo anzitutto la possibilità di ricorrere al Tribunale federale, per chiarire dal punto di vista giuridico se il mancato ritorno al 100 sia compatibile con le disposizioni sul freno al disavanzo visto che siamo in una situazione finanziaria che prevede ripetute perdite per i prossimi anni. E questo a causa di precedenti sgravi fiscali che il nostro cantone non poteva permettersi».

Ma il capogruppo del Ps rileva dell’altro. «In commissione delle maggioranze, non ancora chiare, stanno cercando di trovare una via d’uscita per sdoganare la riforma tributaria. In realtà – osserva Durisch – sta prendendo forma una sconfitta clamorosa per Dipartimento finanze ed economia a conduzione liberale: il Preventivo 2024 e le misure problematiche inserite nella manovra di rientro non piacciono a diversi partiti e la riforma fiscale sta per essere rottamata… E aggiungo, anzi ripeto che è ora di finirla con la favola che il moltiplicatore d’imposta cantonale è una misura per aiutare il ceto medio».

Agustoni (Centro): ‘La prima cosa da fare è non peggiorare la situazione’

«È chiaro che non si può pensare di migliorare in modo importante la condizione delle famiglie del ceto medio abbassando il moltiplicatore di uno o due punti percentuali. Su questo siamo d’accordo. Ma è altrettanto vero che non la si migliora, anzi la si peggiora, aumentando le imposte», ribatte il capogruppo del Centro Maurizio Agustoni. «Per noi la prima cosa da fare è proprio questa: non peggiorare la situazione. Ricordo poi che non è solo una questione di soldi: il ceto medio lo si aiuta anche favorendo, per esempio, la conciliabilità famiglia-lavoro». In ogni caso, ribadisce Agustoni, «per il Centro, l’aspetto fondamentale, sia che si adottino alcune delle proposte della riforma fiscale proposta dal governo sia che si rinvii il tutto ad altri tempi, è che l’anno prossimo non ci sia un incremento delle imposte. Ora, le strade percorribili per scongiurare questo aumento sono più di una. Fra queste il mantenimento del moltiplicatore al 97 per cento oppure la riduzione delle aliquote. È chiaro che il mantenimento al 97 per cento del coefficiente cantonale ha il vantaggio che i Comuni non vengono toccati. L’importante insomma è che venga rispettata la volontà popolare». Il riferimento è all’approvazione da parte dei cittadini, nella votazione del maggio 2022, del ‘Decreto Morisoli’, secondo cui il risanamento delle finanze cantonali deve avvenire senza aumento della pressione fiscale.

Gianella (Plr): ‘Qui si vuole improvvisare invece che riformare’

«In questo momento serve stabilire il perimetro d’azione, ovvero quali sono i margini finanziari entro i quali ci si muove. Poi, in un secondo momento, si può parlare dei vari temi nel dettaglio», indica la capogruppo del Plr Alessandra Gianella. Sulla possibilità di lasciare il moltiplicatore al 97% nel caso non si riuscisse a trovare un accordo sulla riforma fiscale la posizione liberale radicale è chiara: «Mi sembra che qui si voglia improvvisare invece di riformare, la legge sulla gestione finanziaria non permette di tenere il moltiplicatore al 97% con l’attuale situazione finanziaria del Cantone. Inoltre, per noi la riforma fiscale è un dossier che deve essere portato avanti, come gli altri. Si tratta di una serie di misure pensata proprio per compensare il previsto ritorno al 100 per cento del moltiplicatore deciso dal Parlamento, quindi da parte nostra c'è interesse e disponibilità per fare in modo che non ci sia un impatto fiscale negativo per le diverse fasce della popolazione».

Guerra: ‘Non la soluzione ottimale, ma ci potremmo accontentare’

Netta la posizione della Lega: «Vogliamo evitare come la peste un aumento di tasse e imposte per i cittadini, che si trovano già in un momento difficile», afferma Michele Guerra. «Siamo confrontati con vincoli importanti. Il freno al disavanzo, il decreto per raggiungere il pareggio di bilancio entro il 2025 e il preventivo dello scorso anno ci danno una linea chiara». E sulla possibilità di mantenere il moltiplicatore al 97%, nel caso non si trovasse un accordo sulla riforma tributaria, Guerra commenta: «Sarebbe meglio mettere in campo una riforma fiscale che aiuti il ceto medio. Se non si riesce ci potremmo accontentare di prorogare il moltiplicatore al 97%, ma non è la soluzione ottimale».

Il mondo economico chiede certezze sui tempi

«Se si prefigurasse davvero uno stop a quanto previsto, per noi sarebbe un errore» commenta senza girarci attorno il direttore dell’Associazione industrie ticinesi (Aiti) Stefano Modenini, per il quale «piuttosto di uno stop sugli sgravi per i redditi più alti, si potrebbe dilazionarli nel tempo». Insomma, «non scendere con l’aliquota massima nei tempi ipotizzati però dare una chiara tabella di marcia assicurando che tra tot tempo si farà: un imprenditore, un operatore economico deve avere garanzie e certezze per pianificare la propria attività e la propria vita». Per Modenini «il primo obiettivo resta portare a casa la riforma nell’interezza del suo pacchetto, e se non c’è proprio la possibilità di farlo nei tempi stabiliti sia data almeno una certezza temporale». Perché «possiamo capire tutte le differenze, ma procrastinare non serve a niente. Una persona, in economia, ragionerebbe così…».

«Se si arrivasse a una decisione di questo tipo, sarebbe una decisione sbagliata», sostiene il direttore della Camera di commercio Luca Albertoni: «Le riforme sono urgenti e necessarie, e va trovata una soluzione in questo senso. Tutto quello che blocca queste riforme non va bene, di fatto si rimarrebbe allo status quo. Comprendo la necessità di trovare un compromesso – sottolinea ancora Albertoni – ma non può voler dire immobilismo».

Preventivo 2024: l’ora delle domande

Intanto dalla Commissione della gestione sono partite le domande, scritte, al Consiglio di Stato su Preventivo e manovra di rientro. I socialisti chiedono fra l’altro al governo di fornire le cifre precise di chi viene toccato, e di quanto, a seconda del reddito e del tipo nucleo famigliare, dalla riduzione dei sussidi per i premi di cassa malati. Il Centro torna (anche) “sull’analisi della spesa pubblica”, con tre quesiti: “Per allestire il Preventivo 2024 il Consiglio di Stato ha effettuato un’analisi della spesa pubblica, in particolare con riferimento a necessità, efficacia ed efficienza di singoli servizi, compiti e/o funzioni? Se sì, in cosa è consistita questa analisi (in particolare per quanto riguarda il metodo di lavoro applicato) e quali risultati ha dato? In vista dei futuri esercizi, il Consiglio di Stato ha pianificato lo svolgimento di un’analisi della spesa pubblica? Se sì, secondo quali modalità? È stato valutato il coinvolgimento di un ente esterno e indipendente? Qual è la valutazione del Consiglio di Stato rispetto all’aggiornamento dello studio dell’Idheap? Quali elementi ritiene rilevanti per l’elaborazione di future misure di risanamento finanziario?