Eletto all’unanimità dai deputati in assemblea annuale lo scorso sabato. Prende il posto di Giuliano Maddalena, alla guida della federazione da 14 anni
Davide Cadenazzi è stato nominato nuovo presidente di Federviti. Riunitisi in assemblea annuale lo scorso sabato a Sessa, i delegati della Federazione dei viticoltori della Svizzera italiana hanno accettato le dimissioni per motivi di salute di Giuliano Maddalena, alla guida di Federviti da quattordici anni, eleggendo all’unanimità Cadenazzi, presidente della sezione di Mendrisio, attivo in vari gremi della federazione, nonché “figura conosciuta e rispettata”. Durante l’assemblea i delegati hanno anche espresso il loro “apprezzamento – si legge nel comunicato di Federviti – per la capacità lavorativa e lo spirito di collegialità all’interno del Comitato direttivo durante un peridio difficile per la viticoltura ticinese”
Il presidente della sezione luganese di Federviti Luciano Lurati ha quantificato la cifra d’affari annua della viticoltura ticinese in venticinque milioni di franchi per la sola vendemmia, a cui si sommano tra i cento e i centodieci milioni per i prezzi al consumo. Lurati ha poi anche illustrato l’importanza simbolica di Sessa come luogo di ritrovo: “Fu proprio in questa zona, a Croglio, che – racconta il presidente della sezione di Lugano – nel 1906 vennero messe a dimora le prime barbatelle di Merlot compiendo ‘un primo importante passo’ per il rinnovamento della viticoltura ticinese di cui oggi si vedono i successi”.
Sul piano economico, Federviti ritiene fondamentale assicurare le condizioni-quadro affinché i vigneti nelle zone collinari, direttamente a contatto con i boschi, siano preservati e giustamente valorizzati. “Tali vigneti – spiega la Federazione nella nota –, dalla produzione ridotta rispetto a quelli di pianura, maggiormente esposti alle insidie naturali (ungulati), sono infatti parte integrante del paesaggio ticinese e forniscono un importante valore aggiunto. Lo studio commissionato all’Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio (Wsl) ha permesso di mappare le superfici vignate del cantone evidenziandone le caratteristiche morfologiche, il grado di difficoltà nella gestione e il valore ecologico e paesaggistico dei vigneti. Oggi è quindi possibile meglio differenziare la produzione, ma per questo Federviti necessita della collaborazione dei competenti uffici cantonali incaricati del controllo vendemmia”.
Federviti intende anche sottolineare come i prodotti alternativi ai fitosanitari, il cui impiego è sempre più fortemente limitato dalla Confederazione, presentino forti limiti. La federazione si impegna in ogni caso nel rispetto dell’ambiente tramite per esempio il progetto ViSo, che sarà operativo dal 2024. Tra le sfide per il settore viticolo, Federviti ne aggiunge una centrale per la federazione stessa, ovvero riuscire ad attrarre i viticoltori non affiliati “per garantirle – prosegue il comunicato – un maggior peso negoziale nei vari tavoli di lavoro”.
La vinificazione in bianco del Merlot è inoltre diventata in beve tempo un segmento importante del mercato. Questo processo è stato illustrato durante l’assemblea annuale dal direttore di Ticinowine Andrea Conconi che ha anche ricordato la collaborazione con Federviti. Conconi ha in più promosso i numerosi progetti a livello nazionale nell’ottica di raggiungere l’obiettivo del quaranta per cento di vini svizzeri consumati nella Confederazione.