L'iniziativa contro la tassa di collegamento ‘è ricevibile’

Lanciata nell'ottobre del 2022 dall’Udc, con il sostegno di Plr e Centro, l’iniziativa popolare legislativa ‘Sì all’abolizione della tassa di collegamento’ – 16'045 le firme valide raccolte, a fronte delle settemila necessarie per la riuscita – è stata considerata ricevibile dalla commissione parlamentare della Gestione. Una conclusione cui è giunta dopo aver preso atto del parere del consulente giuridico del Gran Consiglio Roberto Di Bartolomeo. Nel rapporto stilato dal deputato del Centro Marco Passalia e firmato nella seduta commissionale di questa mattina, la Gestione invita quindi il plenum del parlamento a ritenere ricevibile l'iniziativa che chiede l'abrogazione della tassa sui posteggi.
La ricevibilità viene esaminata dal Gran Consiglio prima di entrare nel merito delle iniziative popolari che hanno raccolto il numero minimo di firme, settemila, per la loro riuscita. “Per quanto riguarda l’unità della forma, il diritto cantonale – si legge nel rapporto redatto da Passalia – sancisce che i promotori dell’iniziativa sono tenuti a formularla sia in termini generici che in un progetto elaborato”. Siccome l’iniziativa in questione, nella sua forma elaborata, “propone unicamente l’abrogazione degli articoli 35-35u della Legge sui trasporti pubblici, il requisito dell’unità della forma appare senz’altro soddisfatto”. Per quanto attiene all’unità di materia, la prassi “vieta di riunire, nel medesimo oggetto sottoposto a votazione popolare, più proposte di natura e scopi diversi: in questo caso il principio di unità di materia è rispettato visto che le norme che si propone di abrogare regolano un singolo aspetto (la tassa di collegamento) e l’espressione del voto del cittadino non è ostacolata”. Quanto alla conformità al diritto superiore, l’iniziativa “non presenta particolari problematiche". Continua il rapporto della Gestione: “Da ultimo, l’avvocato Roberto Di Bartolomeo ha analizzato l’aspetto dell’attuabilità. Essa esige che, in caso di accettazione da parte dell’elettorato, l’iniziativa possa essere effettivamente realizzata entro un termine ragionevole”. Nel caso specifico “l’eventuale riduzione delle entrate fiscali generata dall’iniziativa potrebbe al limite venir considerata una conseguenza indesiderabile ma non certo una difficoltà insormontabile per la sua attuazione tale da metterne in discussione l’attuabilità”.