Il direttore del Dss commenta l'incremento deciso oggi da Berna e tuona: ‘Questo sistema è arrivato al limite estremo, urgente una riforma totale’
«Una decisione che lascia sconcertati». Non usa giri di parole il direttore del Dipartimento sanità e socialità Raffaele De Rosa nel commentare davanti alla stampa convocata a Palazzo delle Orsoline l'ennesima impennata dei premi di cassa malati previsti per il 2024.
Una decisione, quella dell'Ufficio federale di sanità pubblica, accolta da De Rosa «con profonda preoccupazione e delusione, questo 10,5% si somma al 9,2% previsto per questo anno. In più, è un aumento che giunge in un momento in cui il potere d'acquisto dei cittadini è già eroso da rincari nell'energia, nei trasporti, nei beni di prima necessità e anche affitti e tassi d'interesse».
In un contesto quindi «già difficile, in cui la popolazione fa già sacrifici», per il direttore del Dss questa decisione «pesa tantissimo sul bilancio di famiglie e cittadini. Una doppia stangata di questa entità supera i peggiori scenari immaginabili, pone interrogativi sul sistema in quanto tale». Un sistema che «è basato su premi che devono coprire i costi: ma come è possibile arrivare a questo 20% in due anni? Sarebbe sinonimo di un'esplosione dei costi, ma che non trova conferma». Ed è un altro «dato di fatto», per De Rosa, «che le previsioni pessimistiche delle assicurazioni malattia incidono sui premi decisi, pur non essendo l'unico fattore».
Ad aggiungersi alle preoccupazioni di De Rosa anche il fatto che «questi premi non tengono ancora conto dell'inflazione, poiché il rincaro in questo settore si manifesta in un secondo momento».
Ciò detto, che fare? «Il sistema è arrivato al limite estremo – afferma il direttore del Dss –, una riforma totale è sempre più necessaria e urgente. Stando alle previsioni della stessa Confederazione, con un aumento annuo di un miliardo di franchi dei costi da qui al 2050 per il solo fattore demografico, non è più possibile tergiversare. Se vogliamo un sistema sanitario che garantisca a tutte e tutti cure di qualità secondo principi di equità, solidarietà e sussidiarietà occorre che qualcosa cambi». Perché questa crescita continua è «insopportabile e insostenibile».
Ma come si è arrivati a questo 10,5% in più per il 2024? «Con un aumento dei costi previsto del 3,6% – dice ancora De Rosa –, ma soprattutto da importanti esigenze di recupero come la sovrastima del margine su riserve e capitale 2023 dell’1,7%, di una migrazione tra casse effettiva lo scorso anno per il 2% e di una sottostima della previsione dei costi per l'anno corrente del 3,2%». Ed eccoci serviti.
Insomma, la tempesta perfetta: «Un aumento del 20% in due anni, una combinazione nefasta tra elementi certi come il risultato del 2022 e l'incasso dei premi per il 2023 ed elementi ipotetici come i costi per 2023 e 2024. Ma anche oscillazioni di premio inaccettabili, a fronte di valutazioni di mercato ammortizzabili sul medio/lungo periodo».
Assieme a un esaustivo e lungo elenco di quanto si è provato a fare a livello federale per abbassare i costi, e a quello che «gli stretti margini cantonali ci hanno consentito ma si è trattato di interventi osteggiati dagli attori coinvolti come la limitazione del numero dei medici nel settore ambulatoriale e la riduzione del valore del punto Tarmed», De Rosa volge lo sguardo anche a lungo termine. A quella «cassa malati unica» che per il direttore del Dss «permetterà maggiore trasparenza. Non è una risposta a tutti i mali, non sarà con solo questa possibilità che si risolveranno tutti i problemi, ma già sarebbe possibile scorporare la parte obbligatoria da quella sovraobbligatoria, con più trasparenza».
Sollecitato a più riprese dalla stampa, De Rosa si è espresso anche sul convitato di pietra di questa conferenza stampa: la manovra di rientro che il Consiglio di Stato presenterà tra poche settimane assieme al Preventivo 2024, che si teme porterà anche a una riduzione dei sussidi. C'è da temere? E quanto? «Ricordo che il nostro sistema Ripam è tra i più generosi, siamo tra i tre cantoni che danno il maggior sostegno per il pagamento del premio – rammenta De Rosa –. Per quanto riguarda il Preventivo 2024 i lavori sono ancora in corso, posso assicurare che le fasce più vulnerabili non saranno toccate in ossequio al decreto (il Decreto Morisoli, ndr) votato dal popolo».
D'accordo, ma sono timori fondati quelli che per usare un eufemismo aleggiano? «I lavori sono ancora in corso – è prematuro rispondere a questa domanda –. Posso assicurare che i ceti meno abbienti e le fasce più fragili della popolazione non saranno toccati. Anzi, per il sistema usato, il contributo al premio che riceveranno aumenterà in conseguenza dell'aumento del premio». De Rosa, però, concede che molto del peso sia sulle spalle del ceto medio: «Non solo per i costi della salute ma per tutti i rincari in ogni ambito, bisogna fare di necessità virtù e affrontare queste enormi difficoltà in un periodo di profonda incertezza per tutti».