Tribunale d'appello, la commissione parlamentare Giustizia chiede al plenum del Gran Consiglio di bocciare quasi tutta l'iniziativa di Filippini
Sì al cambiamento di denominazione “degli attuali Vice-cancellieri in Cancellieri e Cancelliere in Segretario generale del Tribunale di appello”, ma no alle altre proposte contenute nell’atto parlamentare. È la posizione della commissione ‘Giustizia e diritti’ sull’iniziativa depositata nel 2020 con cui la deputata dell’Udc Lara Filippini chiede, ispirandosi a una sentenza di due anni prima del Tribunale federale, di disciplinare per legge ruolo e competenze dei giuristi, ovvero vice-cancellieri e Cancelliere, attivi nella massima autorità giudiziaria ticinese. Filippini sollecita così l’inserimento nella Log, la Legge cantonale sull’organizzazione giudiziaria, di disposizioni in particolare per regolamentare il diritto di firma e la partecipazione “all’istruzione e al giudizio delle cause”. Ma anche per introdurre i termini di “cancellieri” e “Segretario generale”, i quali, stando sempre a quanto suggerisce la parlamentare democentrista, assumerebbero la carica con la dichiarazione di fedeltà alla Costituzione e alle leggi. Cioè con la medesima cerimonia attualmente prevista per giudici e procuratori pubblici, che però, a differenza dei citati giuristi operativi in seno al Tribunale d’appello, vengono eletti dal Gran Consiglio.
L’unica concessione che la ‘Giustizia e diritti’ fa a Filippini – tramite il rapporto del liberale radicale Matteo Quadranti firmato nella riunione odierna, come segnala in una nota – è il cambiamento di denominazione. La commissione invita il plenum del Gran Consiglio a invece respingere il resto delle richieste avanzate dall’iniziativa parlamentare. E ad adottare su un punto il controprogetto confezionato dal governo. Concretamente? Tra le norme che l’iniziativista chiede di ancorare alla Log figura quella secondo cui “I cancellieri (la nuova denominazione dei vice-cancellieri, ndr) partecipano all’istruzione e al giudizio delle cause. Hanno voto consultivo”; il Consiglio di Stato propone che “Laddove i cancellieri partecipano all’istruzione e al giudizio delle cause, essi hanno voto consultivo”. Peraltro nel rapporto commissionale si cita quanto evidenziato dall’Esecutivo pronunciandosi nero su bianco sull’iniziativa: “Il Tribunale d’appello fa notare che in alcune Camere, Corti e Tribunali (gli organi di cui è composto ndr) l’istruttoria viene condotta dal giudice delegato che poi elabora il progetto di sentenza seguitamente approvato dai vari giudici, senza dunque che i vice-cancellieri partecipino all’elaborazione dei giudizi: in simili circostanze, non risulta quindi appropriato prevedere un coinvolgimento obbligatorio dei vice-cancellieri, attribuendo agli stessi nuovi oneri” come propone l’atto parlamentare.
“Pur preso atto dell’impegno profuso per l’elaborazione dell’iniziativa e sentita la collega Lara Filippini, nel rispetto dell’indipendenza della magistratura e della separazione dei poteri, sulla scorta delle considerazioni esposte dal Tribunale d’appello e verosimilmente fatte proprie pedissequamente dal governo, anche questa commissione – scrive Quadranti – invita il parlamento ad adottare per ora l’iniziativa limitatamente al cambiamento di denominazione degli attuali Vice-cancellieri in Cancellieri e del Cancelliere in Segretario generale del Tribunale di appello. Così come il Consiglio di Stato, anche la commissione invita il Gran Consiglio ad adottare il controprogetto volto a codificare la concessione del voto consultivo” ai vice-cancellieri/cancellieri “in caso di loro partecipazione effettiva all’istruzione e al giudizio della causa e di respingere l’iniziativa come proposta”. Aggiunge il relatore: “Sarà comunque interessante conoscere il dato statistico – che si chiede espressamente al Consiglio della magistratura e alle autorità giudiziarie di riportare nel loro rapporti annuali annessi ai Consuntivi – circa il numero di incarti a cui gli attuali ‘vice-cancellieri’ e futuri ‘cancellieri’ avranno potuto partecipare all’istruzione o di cui avranno potuto redigere dei progetti di sentenza con voto consultivo. Ciò permetterà di verificare se il ruolo di questi cancellieri risulti marginale come appare a tratti nella presa di posizione del Tribunale di appello – e in tal caso potranno essere fatte altre valutazioni finanziarie – o se per contro il loro ruolo effettivo meriti la giusta attenzione e riconoscimento trattandosi pur sempre di laureati in legge/avvocati”.