Con un'interpellanza del presidente Speziali i liberali radicali pungolano il governo: ‘L'allarme suona forte ormai, quali misure sono già state pensate?’
Il Ticino deve dotarsi il prima possibile di un piano d’intervento contro l’erosione del potere d’acquisto. A sostenerlo è un’interpellanza inoltrata al Consiglio di Stato dal Plr e firmata, a nome di tutto il gruppo parlamentare, dal presidente Alessandro Speziali. “Il costante rincaro di molti beni e servizi mette in seria difficoltà persone, aziende e non da ultimo le finanze pubbliche, sul piano sia locale sia cantonale”, si legge nella premessa dell’atto. Il problema, per il Plr, “è presente e pressante, con ripercussioni socioeconomiche serie: è necessario individuare quanto prima misure per arrestare l’erosione del potere d’acquisto”.
Il Plr trae le mosse (anche) dal fatto che “a livello federale è stata organizzata una prima tavola rotonda sul potere d’acquisto in Svizzera, coinvolgendo le associazioni dei consumatori e dei rappresentanti dello Stato”. Dell’evento ne avevamo riferito intervistando la segretaria generale dell’Acsi Antonella Crüzer, raccogliendo la sua preoccupazione per la situazione in particolare ticinese. Una situazione che, per i liberali radicali, “porta lo Stato a essere chiamato a valutare il proprio ruolo e la propria azione, con l’obiettivo di avviare tutte le riforme necessarie per ridurre l’aumento dei prezzi. Si tratta evidentemente di un gruppo di lavoro che identificherà innanzitutto delle misure d’intervento sul piano federale”.
Molla che fa suonare però il campanello d’allarme, spiega Speziali a ‘laRegione’: «Se è la Confederazione, di solito prudente e non allarmistica, a sentire la necessità di riunire a un tavolo chi rappresenta consumatori, aziende parastatali e lo Stato stesso, significa che c‘è davvero un pressante bisogno di fermare questa spirale». Da qui, «ci siamo chiesti se anche in Canton Ticino qualcosa si stia muovendo a livello di governo. Ed è tanto più importante che si agisca in Ticino perché, rispetto al resto della Svizzera, è un cantone più esposto ai venti delle crisi». Che, quando arrivano, «è importante che portino a guardare verso misure puntuali, ma allo stesso tempo – prosegue Speziali – lo Stato in tutti i suoi dipartimenti e tutte le sue braccia abbia una visione d’insieme. In momenti del genere nulla deve essere lasciato intentato». Anche perché «quello che dobbiamo evitare come la peste sono chiusure, fallimenti o crisi a catena... molte ditte sono preoccupate per i prospettati aumenti dell’energia, che uniti a quelli per le casse malati, l’energia, le derrate alimentari e le materie prime sono un pericolo per le persone, le famiglie e le imprese».
Una delle basi del liberalismo è che lo Stato fa l’arbitro. In questo caso lo Stato deve essere un arbitro di parte quindi? «Più che un arbitro di parte deve essere un centravanti e agire con concretezza – replica Speziali –. Partendo dal semplificare il più possibile, perché in questo momento più tutto il territorio è libero di fare e intraprendere, meno sono i suoi costi, più l’economia gira e fa indotto». Poi, riprende il presidente liberale radicale, «ci vuole il coraggio di riformare. Pianificazione ospedaliera, rapporti tra Cantone e Comuni, politica energetica sono tre ambiti importanti. Per esempio, altri Cantoni si sono già buttati sul solare alpino mentre qui facciamo ancora fatica». Di conseguenza, «un governo all’altezza del suo nome deve prendere in mano la situazione e agire con una visione d’insieme che abbracci tutti gli ambiti, da quelli più strategici a quelli più puntuali passando dalle pianificazioni».
Per il Plr insomma il Consiglio di Stato deve fare qualcosa, e in fretta. Perché se il campanello d’allarme suonato a livello di Confederazione preoccupa, a mettere ulteriore carico è «quanto stiamo percependo nella popolazione, nelle attività di ogni giorno, nei dibattiti sui giornali, ovunque ci si volta: la società è in forte tensione». E la coesione deve rimanere una priorità perché, osserva ancora Speziali, «una politica totalmente paralizzata come lo è adesso non aiuta». Combattere l’erosione del potere d’acquisto, detta breve, «significa permettere le legittime aspirazioni di individui, famiglie, imprese a chiudere i conti del mese o dell’anno con serenità, realizzando i propri obiettivi». A quel «punto di domanda che si aggira» va data una risposta, e «se non ora quando» rilancia Speziali all’indirizzo del Consiglio di Stato. Se non ora quando perché «un momento come questo, con la manovra con cui si cercherà di ridisegnare molte cose, è un’occasione ma anche una necessità questo piano d’intervento».
Le domande nell’interpellanza liberale radicale sono precise. Al governo viene infatti chiesto se ritenga “l’erosione del potere d’acquisto della popolazione ticinese sia problematica, e questo anche in rapporto al resto della popolazione svizzera”, e se soprattutto “c’è una lista completa e approfondita di tutti i settori dei beni/servizi che stanno registrando un aumento dei prezzi in Ticino”. Poi arriva la serie di domande sull’istituzione di un piano d’azione cantonale, quali attori potrebbero essere coinvolti e quali tempistiche possono essere considerate realistiche per delle risposte. E infine il piatto forte: “Quali sono le riforme o misure d’intervento concrete già individuate dal Consiglio di Stato per fermare l’aumento dei prezza nei vari settori, ritenuto anche il ruolo delle proprie aziende parastatali?”. Retorica il giusto, sibillina anzichenò.