Le ditte sono 117 e oltre 900 i dipendenti. Gli organici sono tornati al livello del 2017
Il commercio delle materie prime rimane un settore importante dell'economia elvetica e di quella ticinese: stando agli ultimi dati – relativi al 2021 – diffusi oggi dall'Ufficio federale di statistica a livello nazionale nel ramo sono attive 966 imprese con 10'300 dipendenti, di cui 117 ditte e 901 addetti nel solo Ticino.
Gli operatori, specializzati in particolare nella compravendita di combustibili, minerali e metalli, hanno sede principalmente nei cantoni di Ginevra (34%) e Zugo (25%). Seguono Ticino (12%), Vaud (8%) e Zurigo (5%). Nel nostro cantone gli organici sono tornati al livello del 2017, dopo aver attraversato due fasi successive di aumento (nel 2018 e 2019) e di diminuzione (nel 2020 e 2021).
Tornando al piano nazionale, rispetto al 2020 si registra una progressione del 2,3% delle imprese. La tendenza al rialzo dura dal 2017, anno del primo rilevamento sul tema. A differenza del resto dell'economia, il livello dell'impiego nel 2021 è invece inferiore a quello del 2019, prima della pandemia. Nonostante ciò l'andamento complessivo della forza lavoro nel comparto è stato positivo: dal 2017 l'organico è cresciuto a un ritmo annuo doppio rispetto al totale dell'economia (+1,8% contro +0,9%), con un particolare dinamismo nelle società di grandi dimensioni.
Stando all'Ufficio di statistica, le multinazionali svizzere hanno guadagnato importanza rispetto a quelle straniere: tra il 2017 e il 2021 la crescita media annua dei posti di lavoro delle aziende elvetiche si è rivelata di sei volte superiore (+3,8%) a quella osservata presso le imprese estere (+0,6%).