È quanto chiede una mozione di Roberta Soldati: sottoporre le future versioni del diario alla ‘formazione e cultura’
La bozza dell’agenda scolastica deve passare preventivamente dalla commissione formazione e cultura del Gran Consiglio, in modo da trovare una soluzione tra legislativo ed esecutivo nel caso ci fossero contenuti che per qualcuno potrebbero essere ritenuti inopportuni e offensivi. È quanto chiede una mozione della granconsigliera Roberta Soldati (Udc). “Ciò anche in considerazione del fatto che se in futuro si dovessero presentare ancora problematiche come quelle di quest'anno, e che l’agenda non venisse distribuita dagli istituti scolastici, saremmo in presenza di un grave spreco di denaro pubblico”. Il riferimento della deputata è alla recente polemica sulle vignette che trattano il tema dell’identità di genere contenute nel diario scolastico 2023/24, che lunedì verrà distribuito agli allievi di scuola media durante il primo giorno del nuovo anno scolastico. Negli scorsi giorni il capogruppo del Centro Maurizio Agustoni e la deputata Maddalena Ermotti-Lepori hanno presentato un’interrogazione sollevando la domanda se sia opportuno inserire un tema così delicato nel diario destinato anche ad allievi di 10-12 anni. La Lega dei ticinesi ha invece chiesto di bloccare la sua distribuzione. Un’ipotesi respinta dal Dipartimento educazione cultura e sport (Decs) diretto dalla socialista Marina Carobbio, che ha però ricordato come la consegna dell’Agenda agli allievi di quinta elementare sia di competenza dei comuni e delle direzioni scolastiche.
Il primo Comune ad aver preso la decisione di bloccare l’agenda è stato Tresa. Riva San Vitale, invece, ha scelto di consegnare la pubblicazione ai genitori dei ragazzi di quinta elementare lasciando a loro la scelta se darla o meno ai figli. La discussione verrà presto affrontata, su richiesta dei municipali leghisti, anche da altri esecutivi nei prossimi giorni. Lugano, ad esempio, ne parlerà domani.
Nell’atto parlamentare si afferma anche che “già da alcuni anni l’agenda scolastica ideata dal Decs fa molto discutere, creando fastidio e imbarazzo nella popolazione, a causa di alcuni contenuti provocatori e inopportuni". Soldati ricorda come “il taglio dell’agenda scolastica 2021/22 era legato, fra altri, anche al tema dell’ambiente, che veniva affrontato in un’ottica di parte a tal punto, che sembrava di avere fra le mani un manifesto di una precisa corrente politica”.