Presentati l'aggiornamento della campagna di tirocinio, e i sondaggi sui progetti dei giovani a fine scuola media e fine formazione professionale di base
Sono 1’055, ovvero il 16% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, i nuovi contratti di apprendistato stipulati finora. Dati destinati a evolvere fino all’inizio dell’anno scolastico. A riferire in conferenza stampa dei risultati intermedi della campagna di collocamento in apprendistato per l’anno scolastico 2022/2023 è stato Oscar Gonzalez, aggiunto al direttore della Divisione della formazione professionale. I posti di tirocinio ancora disponibili, ha inoltre reso noto Gonzalez, sono 593. Rimane dunque tuttora aperta la sfida di riuscire a collocare tutti i giovani che intendono iniziare un apprendistato al termine delle scuole medie o dopo un riorientamento della scelta durante la formazione post obbligatoria e, rispettivamente, di occupare tutti i posti di apprendistato offerti dalle aziende.
Finora quest’anno si sono svolte 6’326 consulenze con orientatori nelle scuole medie: anche questo dato è in aumento rispetto allo scorso anno. Lo ha evidenziato Massimo Genasci-Borgna, capo dell’Ufficio dell’orientamento scolastico e professionale, nel presentare il rilevamento 2023 riferito alle scelte dei giovani in uscita dalla scuola media. Genasci-Borgna ha rilevato che il 28% opta per un apprendistato, il 21% preferisce l’apprendistato in una scuola professionale a tempo pieno, il 3% sceglie una formazione in una scuola specializzata, il 44% intende proseguire la formazione in una scuola media superiore, infine il 4% ha in mente altre soluzioni formative. La situazione evolverà nel corso dell’estate, e i dati definitivi saranno presentati a novembre, al termine della campagna di collocamento. Il capoufficio Orientamento ha tenuto poi a dare un consiglio a giovani e famiglie: «Quando arriva un rifiuto è bene contattare l’orientatore di sede, restare attenti alle opportunità ancora libere sui vari portali e perseverare. Da considerare sono anche le soluzioni transitorie, come ad esempio il Pretirocinio d’orientamento».
I contenuti dell’annuale inchiesta che da diciassette anni rileva le intenzioni degli apprendisti che si apprestano a sostenere l’esame finale di qualificazione per ottenere un attestato federale di capacità o un certificato di formazione pratica sono stati illustrati da Angela Cattaneo, collaboratrice dell’Ufficio della formazione continua e dell’innovazione. Dai dati raccolti tramite questionario emerge che ad anno scolastico quasi concluso il 42% afferma di avere già un lavoro garantito e il 30% ha intenzione di proseguire gli studi. Tra coloro che hanno la garanzia di un posto di lavoro, il 91% l’ha trovato nella professione appresa e l’81,5% sarà assunto dalla ditta formatrice, «a conferma dell’interesse concreto da parte delle aziende impegnate in questo importante percorso che si regge sull’impegno di più attori». Viene rilevato anche che il 90% dei futuri professionisti si dichiara soddisfatto della formazione ricevuta, nonostante il 30% ritenga che il periodo di lockdown abbia avuto un impatto nella qualità del servizio.
Da parte sua, la direttrice del Dipartimento educazione, cultura e sport Marina Carobbio ha ribadito l’importanza di offrire a tutti i giovani la possibilità di poter decidere liberamente il proprio percorso scolastico e professionale, a prescindere dalle condizioni di partenza e senza condizionamenti legati a stereotipi e pregiudizi. Carobbio ha però constatato che, nonostante l’evolvere della società, permane un’evidente differenza di genere nelle specifiche filiere formative (scuole a tempo pieno o apprendistati duali in azienda) così come in determinati settori e professioni. Differenza su cui bisogna ancora parecchio lavorare.