Ticino

Video e bandiera Isis, il Tf conferma la condanna

I giudici di Mon Repos respingono il ricorso del cittadino turco residente in Ticino

Del settembre 2020 la sentenza di primo grado
(Ti-Press)
5 luglio 2023
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Niente da fare per il 52enne cittadino turco residente da oltre vent'anni in Ticino condannato per ripetuta rappresentazione di atti di cruda violenza e per violazione della legge federale che vieta i gruppi ‘Al Qaida’ e ‘Stato islamico’ (Laq/Si). Il Tribunale federale ha respinto il ricorso dell'uomo e convalidato in pratica la sentenza emessa a Bellinzona nell'agosto 2021 dalla Corte d'appello del Tribunale penale federale, la quale aveva confermato la condanna pronunciata in primo grado per ripetuta rappresentazione di atti di cruda violenza e per violazione della citata legge, riducendo tuttavia la pena pecuniaria a 150 aliquote giornaliere di 30 franchi ciascuna, sempre sospesa condizionalmente per un periodo di prova di due anni.

L'uomo era stato condannato, in primo grado, dalla Corte penale del Tpf nel settembre del 2020 e questo per aver condiviso alcuni brutali video sul proprio profilo Facebook, fra il settembre 2016 e il febbraio 2017, al fine – era la sua tesi – di denunciare violenze e torture nei territori mediorientali martoriati dagli orrori del terrorismo di matrice jihadista. Tesi che non ha convinto i giudici di prima e seconda istanza. E neppure quelli di Mon Repos.

“Alla luce dei fatti accertati, la conclusione dell'autorità precedente sulla sussistenza del dolo eventuale risulta conforme al diritto – scrive il Tribunale federale nella sua recente sentenza –. Riconoscendo il carattere propagandistico del filmato riconducibile allo ‘Stato islamico’ e condividendolo senza riserve sul suo profilo Facebook, cosciente dell'effetto amplificatore della condivisione, il ricorrente ha accettato il rischio di promuovere in altro modo le attività dello ‘Stato islamico’ e di rafforzare il potenziale dell'organizzazione vietata, e ciò malgrado non sia legato alla stessa". Aggiunge il Tf: "Sono in definitiva date le condizioni oggettive e soggettive del reato di cui all'art. 2 cpv. 1 Laq/Si. La condanna del ricorrente deve di conseguenza essere confermata".