Per il possesso di alcuni rettili è necessaria un'autorizzazione. Ma è difficile individuare chi, ad esempio acquistando tramite privati, ne è sprovvisto
La notizia del ritrovamento del pitone "fuggitivo" a Cademario di alcuni giorni fa ha innescato, come prevedibile, un dibattito sul possesso di specie esotiche come animali da compagnia invece che, ad esempio, un cane o un gatto. Attualmente, si stima che nel 2022 i rettili tenuti come animali domestici in Svizzera fossero circa 413'000, un numero maggiore rispetto ai quasi 283'000 del 2020: cifre che, in assenza di un chip obbligatorio come quello previsto per i cani, sono, appunto, una stima calcolata su dati come quello dei nutrimenti venduti.
Ma come funziona, per chi volesse tenere in casa un serpente o un altro rettile? È necessaria o meno un'autorizzazione? In Svizzera per la detenzione di animali selvatici esotici, ovvero quelli che abitualmente non vivono alle nostre latitudini, è necessaria un'autorizzazione da parte dell'Ufficio federale di sicurezza alimentare e veterinaria. Per quanto riguarda in particolare i serpenti, tale autorizzazione è richiesta per i serpenti velenosi (a parte un certo numero elencati in un allegato dell'ordinanza dell'Usav), mentre per quelli non velenosi è necessaria per le specie (e non i singoli animali) che in età adulta superano i tre metri di lunghezza, tranne il boa constrictor. In alcuni casi, per animali che richiedono di essere tenuti in condizioni particolari, sono previste anche delle formazioni specifiche per i proprietari.
A volte non basta che il serpente non sia inserito nella lista delle specie per cui è richiesta l'autorizzazione: se infatti l'animale viene acquistato al di fuori della Svizzera, è necessaria anche un'autorizzazione all'importazione da parte dell'Usav: inoltre, se si tratta di animali inseriti nella lista della Cites, ovvero la Convenzione internazionale per il commercio delle specie minacciate di estinzione, occorre anche una specifica documentazione.
«Un problema che ci tocca in quanto cantone di confine – spiega a laRegione il veterinario cantonale Luca Bacciarini –, in quanto accade anche che qualcuno compri magari un serpente in Italia e lo importi da noi nascosto, per esempio, sotto il sedile. Ci sono poi, sia in Svizzera che all'estero, le fiere o mercati specifici, le cosiddette borse di settore, dove sono esposti serpenti di diverso tipo e varietà anche cromatica, che vengono però anche venduti: in quel caso, chi volesse acquistare un serpente per cui è richiesta l'autorizzazione dovrebbe acquistarlo solo una volta averla ottenuta, ma ciò non succede sempre. E poi c’è il commercio fra privati. In questo caso è praticamente impossibile sapere chi detiene un animale illegalmente, a meno che non arrivi una segnalazione o sorgano altre problematiche per cui veniamo interpellati dalla polizia e dai Comuni. E c’è chi ha un pitone, ma anche, ed è il problema maggiore, chi detiene serpenti velenosi».
Cosa succede in caso di segnalazione, e cosa rischia chi possiede in modo illegale un serpente, o in generale un animale per cui è richiesta l'autorizzazione? «C’è intanto una parte amministrativa del procedimento, in cui si verificano le condizioni in cui è tenuto l'animale e la regolarità della documentazione: in questo caso potrebbe esserci anche un sequestro cautelare a domicilio prima di avere tutte le informazioni, e dunque verificare se oltre a non essere stata data l'autorizzazione, il possesso è anche illegale dal punto di vista della Cites. E poi c’è una procedura di contravvenzione» conclude il veterinario cantonale. Che per inciso segnala come negli ultimi tempi siano aumentate le persone che cedono alle Protezioni animali (che confermano il trend) non solo rettili, ma anche roditori come i gerbilli, fino a tempi recenti molto gettonati e ora, probabilmente, divenuti più difficili da gestire.