Nessuna sorpresa: agli 80 milioni di deficit del Preventivo si sommano i 137 non arrivati dalla Bns. Vitta: ‘Occorre remare nella stessa direzione’
Nulla di così imprevisto sia chiaro, ma quei 224,4 milioni di franchi di disavanzo fissati nell'aggiornamento dell'andamento delle finanze cantonali ad aprile 2023 confermano che l'obiettivo di chiudere con un deficit di 80 milioni sia nel campo dell'irrealtà.
Questo aggiornamento, spiega il Consiglio di Stato, "è determinato da un lato da maggiori spese per 56,2 milioni, e dall'altro da minori ricavi complessivi per 88,7 milioni". A pesare, al netto di tutto, è quella che è la pietra angolare ormai da quasi un anno: il mancato versamento da parte della Banca nazionale svizzera mentre a Preventivo 2023, con più di qualche polemica scoppiata in parlamento, era stato considerato un contributo di 137 milioni. E i conti, tra deficit previsto e mancata entrata della Bns, sono presto fatti.
A ridursi, continua il governo, "sono anche i ricavi da imposte, soprattutto a seguito dell'introduzione del nuovo metodo di calcolo delle imposte di circolazione che ha comportato una riduzione di 16 milioni di franchi rispetto al preventivo, in parte compensato dal mancato contributo all'abbonamento Arcobaleno (4 milioni di franchi) previsto nell'ambito del controprogetto sull'iniziativa relativa alle imposte di circolazione". A segnare un incremento sono, invece, i gettiti fiscali: +6,3 milioni.
Sul fronte delle spese, "segnaliamo un maggior costo sul fronte dell'asilo pari a 20,6 milioni per le misure collettive a favore degli asilanti". L'onere netto, però, scende a 4,6 milioni "valutando un'entrata federale di 16 milioni di franchi".
Sempre riguardo agli aumenti di spesa, "si segnalano 16,9 milioni per prestazioni per persone con statuto S (rifugiati ucraini; prestazioni coperte quasi totalmente da un contributo federale), di 14 milioni per la partecipazione al premio assicurazione malattia, di 8 milioni per la spesa per il personale docente, in particolare nel settore della scuola media e della pedagogia speciale e di 6 milioni di interessi passivi sui debiti a corto termine a seguito di recenti e importanti aumenti dei tassi di interesse".
Sono arrivate anche "una serie di misure volte a contenere il disavanzo: tra queste lo scioglimento per 14,6 milioni dell'accantonamento Covid per mancati introiti relativi all'Eoc, lo scioglimento per 5 milioni dell'accantonamento per il risanamento di siti contaminati, lo scioglimento del 50% del fondo di capitalizzazioni delle unità amministrative autonome per complessivi 4,5 milioni, il versamento straordinario di BancaStato e Azienda cantonale dei rifiuti per 3 milioni ciascuno".
Così come, e siamo alla carne viva per quanto concerne l'Amministrazione cantonale, "la sostituzione solo parziale, in ragione dell'80%, dei posti che si sono resi vacanti durante l'anno".
«Sono numeri che non rappresentano una sorpresa», commenta il direttore del Dipartimento finanze ed economia Christian Vitta a ‘laRegione’. Nel senso che «si tratta di un aumento del disavanzo dovuto ad alcuni fattori contingenti come il mancato versamento da parte della Bns che incide in maniera importante, così come alcuni scostamenti». Chiaramente, continua Vitta, «è un risultato negativo importante, questo ci rende consapevoli dello sforzo importante che si sta facendo per elaborare il Preventivo 2024». Per carità, è il primo aggiornamento di Preconsuntivo e «bisognerà aspettare i prossimi», però...
Tornando al Preventivo 2024, Vitta conferma che «ci stiamo lavorando e come previsto lo presenteremo entro fine settembre, sarà un primo passo verso la direzione che ha dato il parlamento». Anche se, inutile girarci attorno, chiudere a -80 milioni il 2023, -40 il 2024 e arrivare al pareggio nel 2025 sarà complicato se non quasi impossibile. Tant'è. Il direttore del Dfe, in tutto questo e con una legislatura appena inaugurata, auspica che «di fronte a situazioni come questa è importante che la politica riesca a trovare una sintesi comune, magari tra un buon numero di partiti. Questo aiuterebbe a remare nella stessa direzione. Poi, come governo siamo consapevoli che non è così semplice trovare questa unità d'intenti in una situazione difficile che si inserisce in un contesto ancora più complicato con il ritorno dell'inflazione e cambiamenti a livello economico rispetto al passato».
Il governo, però, il rientro dal deficit «lo sta affrontando, ed essendo un tema finanziario viene trattato dal collegio oltreché dai singoli dipartimenti. Dedichiamo regolarmente dei momenti di discussione a questo tema, è un esercizio molto impegnativo, richiede tempo ma abbiamo, ripeto, momenti di discussione che vanno al di là dei ragionamenti che coinvolgono i singoli dipartimenti».