Il Ps e le elezioni federali, il copresidente Sirica chiede ai suoi di fare squadra. Dal Congresso sì alla lista con la doppia candidatura di Bruno Storni
Alle elezioni federali «possiamo fare bene a patto di saper trasformare la delusione e l’amarezza per il risultato delle ‘cantonali’ in voglia di riscatto», dice il copresidente dei socialisti ticinesi Fabrizio Sirica al Congresso del Ps, svoltosi in mattinata a Rivera. Chiede quindi ai suoi di fare squadra in vista dell’appuntamento di ottobre, in vista del rinnovo di Consiglio nazionale e Consiglio degli Stati. Metabolizzata la sconfitta di aprile (il partito ha confermato sì la propria presenza nel governo cantonale con Marina Carobbio, ma ha perso una poltrona in Gran Consiglio, dove «volevamo un seggio in più»), sconfitta da cui ha tratto alcuni insegnamenti («Occorre migliorare il legame col territorio e quindi la capacità di parlare alla e con la popolazione allo scopo di essere ancor più credibili sui nostri temi»), il Ps «deve dare ora il massimo» per mantenere almeno i due posti dell’area rossoverde alla Camera del popolo. Ma si guarda anche agli Stati. Nella speranza di confermare il seggio conquistato nel 2019 da Carobbio. «C’è bisogno di un Partito socialista forte: è una voce fondamentale nella società. Cittadine e cittadini non stanno certo meglio di quattro anni fa, tra rincari vari, aumenti dei premi di cassa malati e stipendi che stagnano», sottolinea Sirica.
Per l’elezione del Nazionale il Partito socialista ticinese si affida a otto nomi che, rileva l’ex parlamentare cantonale Gina La Mantia, «rappresentano tutte le regioni del cantone e gli argomenti per i quali ci battiamo»: lavoro, integrazione, cultura, politica dell’alloggio... Il via libera – quello definitivo – del Congresso alla lista arriva (con un’astensione) intorno a mezzogiorno. I candidati dunque: oltre al consigliere nazionale uscente Bruno Storni, che corre anche per gli Stati, sono Mario Amato, direttore in Ticino di Soccorso operaio svizzero; Alice Ambrosetti, ricercatrice in scienze dell’educazione; Laura Di Corcia, giornalista in ambito culturale; Danilo Forini, deputato al Gran Consiglio e direttore di Pro Infirmis; Nora Jardini Croci Torti, co-direttrice dell’associazione Equi-Lab; Laura Riget, granconsigliera e copresidente del Ps ticinese; Adriano Venuti, vicepresidente del partito e alla guida dell’Asi, l’Associazione inquilini.
Una manciata di minuti a testa. Apre gli interventi Bruno Storni, che ricorda i «risultati» da lui ottenuti nel suo primo quadriennio a Berna «con mozioni e postulati» sul fronte energetico e su quello della mobilità: «Preferisco concentrami su ciò che è realizzabile piuttosto che fare proclami teorici». Mario Amato: «Mi batterò per una politica migratoria accogliente, dal volto umano». Alice Ambrosetti si sofferma sul ruolo delle regioni di montagna e dell’agricoltura, e sull’importanza dell’ascolto di chi in quelle regioni vive e lavora. Laura Di Corcia: «La cultura sveglia le coscienze». Avverte Danilo Forini: «Oggi una spesa imprevista rischia di mettere in ginocchio migliaia di persone e famiglie, costrette magari a indebitarsi ulteriormente: basti pensare che secondo l’Ufficio federale di statistica il 29,5 per cento dei ticinesi non è in grado di sostenere una spesa imprevista di 2’500 franchi entro un mese». E ancora: «Dobbiamo puntare all’introduzione di una cassa malati unica con premi proporzionati al reddito». Laura Riget: «Occorre rafforzare la presenza del Partito socialista, per avere una Svizzera solidale e sostenibile». Assenti, Jardini Croci Torti e Venuti fanno capo al videomessaggio. A Nora Jardini Croci Torti stanno a cuore in particolare «la tutela delle lavoratrici e dei lavoratori», nonché «l’emancipazione femminile». Adriano Venuti: «L’inflazione sta mettendo in serie difficoltà soprattutto gli inquilini, l’incremento delle spese accessorie e ora anche l’aumento del tasso ipotecario di riferimento che spinge ancora più in alto gli affitti stanno provocando un grave danno a un’importante fascia della popolazione che in Svizzera e in Ticino è ancora maggioritaria».
L’appuntamento di ottobre. «Dobbiamo credere nella battaglia per le federali, così come nei nostri valori. Per difendere i più deboli, per una migliore distribuzione della ricchezza, per una società più giusta. Abbiamo candidati validi per conseguire i nostri obiettivi e quindi per mantenere a Berna i nostri seggi progressisti: i due al Nazionale e quello agli Stati», assicura Marina Carobbio.
Il Congresso approva inoltre la congiunzione con la lista dei Verdi (nella quale figurano due candidature del Forum Alternativo). In sala c’è pure Greta Gysin. «I salari – sostiene l’esponente degli ecologisti, candidata sia per il Nazionale, nel quale è stata eletta nel 2019, che per gli Stati – sono sotto pressione, il costo dei trasporti cresce ancora, mancano adeguate strutture di accoglienza per la prima infanzia e per le persone vulnerabili: questi e altri gli aspetti di una realtà frutto di scelte sbagliate fatte nel passato. A noi il compito di correggerle, impegnandoci a favore della giustizia climatica e della giustizia sociale. Come hanno dimostrato le elezioni federali del 2019, unendoci si può vincere».
E sempre dal Congresso socialista giunge un chiaro sì anche alle sottocongiunzioni. Quella con la lista della Giso, la Gioventù socialista, formata da Daniele Alves Barreiro, Mattea David, Aida Demaria, Yannick Demaria, Patrik Gabriele, Laura Guscetti, Elisa Pedrina, Santiago Storelli. E la sottocongiunzione con la lista Ps 60+, composta da Damiana Chiesa, Willy Lubrini, Aurelio Ferrari, Tamara Magrini e dai già deputati al Gran Consiglio Carlo Lepori e Daniela Pugno Ghirlanda. Nel programma degli over 60 anche «la richiesta di una pensione minima di 4mila franchi al mese, dato che il secondo pilastro così com’è non funziona più: andrebbe integrato con l’Avs per avere una vera pensione popolare», indica Carlo Lepori.
Restando in tema di alleanze, si è invece chiuso a tutti gli effetti il discorso con il Partito comunista. «Non c’è stato nemmeno un incontro, perché il Pc non ha voluto farlo», riferisce Sirica. Duro il giudizio di Martino Rossi sulla posizione del partito diretto da Massimiliano Ay riguardante il conflitto in Ucraina: «Non abbiamo la stessa concezione della neutralità e per quanto ci concerne siamo ben in chiaro su chi è l’aggressore...». Ossia la Russia di Putin. «Non saranno i non voti di questa deriva dei nostri ex cugini a pregiudicare i risultati del Ps alle federali – osserva Rossi –. Raggiungeremo i nostri obiettivi se affronteremo la campagna elettorale con determinazione».
Il copresidente del Partito socialista svizzero Cédric Wermuth è tra gli ospiti del Congresso. «A livello nazionale il Ps dovrà profilarsi ancora di più su tre questioni: potere d’acquisto, parità e clima», evidenzia Wermuth, aggiungendo che «non dobbiamo mai dimenticare quelle che sono le radici del Partito socialista e i suoi obblighi verso le classi lavoratrici». Rilancia Antonia Boschetti, illustrando la ‘piattaforma elettorale’ del Ps Ticino: «Noi stiamo con chi vuole eliminare povertà ed emarginazione sociale».